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VITA DELLA PICARA GIUSTINA DIEZ Libro Secondo Intitolato LA PICARA ROMEA Nel quale trattasi del viaggio che fece Giustina da Mansiglia ad Areniglia e di quello che in esso le successe Della Romea Ballarina Cap. I DELLA SUONATRICE REPENTINA
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Libro segundo intitulado La pícara romera. En que se trata de la jornada de Arenillas Capítulo primero De la romera bailona
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Canción de a ocho
El gusto y libertad determinaron
pintar una bandera
con sus triumphos, motes y corona.
Y (aunque varios) en esto concordaron: libertad saque a Justina por romera,
el gusto saque la misma por bailona.
Sea el mote: en Justina
de gusto y libertad hay una mina.
Descrivesi come in un pellegrinaggio che fece Giustina, si dimostrò giovane vagabonda e ballarina e che in ciò ella si prendeva molta libertà e gusto: vita chiamata (dai spensierati) la Porta dell'altro secolo. Num. I.
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Canción de a ocho
El gusto y libertad determinaron
Pintar una bandera
Con sus triumphos, motes y corona,
Y, aunque varios, en esto concordaron:
Libertad saque a Justina por romera,
El gusto saque a la misma por bailona.
Sea el mote: En Justina,
De gusto y libertad hay una mina.
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Se è verità il titolo che i poeti dierono alla vita presente ed alla inclinazione naturale che più fiorisce, chiamandola Porta dell'altro Secolo, {Porta dell'altro secolo secondo gli poeti quale.} io dico che i due gangheri o cardini della mia Porta (che sono le due mie più veementi inclinazioni) furono e sono il non andar senza suono e ballare a quel di un cembalo. {Inclinazioni di Giustina.} Altre con vero fondamento diranno che amano più l'anima sua, che sessanta cembali, ma io dico di me che nel tempo della mia giovanezza volli piuttosto un cembalo, che sessanta anime: perché molte volte lascia di fare quello che dovevo per non mi discembalare. Dio mi perdoni.
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Si es verdadero el título que los poetas dieron a la vida presente y a la inclinación natural que más florece, llamándola puerta del otro siglo, yo digo que los dos quicios de mi puerta, que son las dos más vehementes inclinaciones mías, fueron, y son, andar sin son y bailar al de un pandero. Otras dirán que quieren su alma más que sesenta panderos, mas yo digo de mí que en el tiempo de mi mocedad quise más un pandero que a sesenta almas, porque muchas veces dejé de hacer lo que debía por no querer desempanderarme. Dios me perdone.
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{Si paragona ad Orfeo.} Con un cembalo nelle mani io ero un Orfeo: che se di lui si dice ch'era tanto dolce e soave la sua musica, che faceva ballare le pietre ed i monti inaccessibili ed altissimi, io potrò dire d'essere un'Orfea, perché mi avenne tal sera che tra le mani raccolsi una fanciulla di montagna grossolana, inabile, scortese, fastidiosa, importuna, timida, infingarda, dappoco, roza e sovragiungendo la notte, gli aveva già insegnato a suonare tre canzoni ed i piedi (ancorché portasse scarpacce grose da villa) gli dimenava come se fussero stati di piuma; e le mani, che un momento prima parevano stanghe di porta, divennero più preste che quelle d'una tessitrice.
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Con un adufe en las manos, era yo un Orfeo, que si dél se dice que era tan dulce su música que hacía bailar las piedras, montes y peñascos, yo podré decir que era una Orfea, porque tarde hubo que cogí entre manos una moza montañesa, tosca, bronca, zafia y pesada, encogida, lerda y tosca, y cuando vino la noche ya tenía encajados tres sones, y los pies, con traerlos herrados de ramplón, con un zapato de fraile dominico, los meneaba como si fueran de pluma; y las manos, que un momento antes parecían trancas de puerta, andaban más listas que lanzaderas.
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Il tutto consiste in cadere in buone mani. Che si sa, al solo toccare suona bene e sa a menadita le canzoni o suonate. Et in ciò molto importommi l'esser amica de' cembali. Non fu gran maraviglia, essendomi nutrita nel latte con la piva in bocca, avendo in corpo il tamburrino di mio avolo, dico quello che morì con la cornamusa o piva riserrata nel gorgozuolo della gola.
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Todo es caer en buenas manos, que quien las sabe, las tañe. Mas ¿qué mucho que fuese amiga de adufe, pues mamé en la leche la flauta y tamboril de mi agüelo, el que murió con la gaita atorada en el gaznate?
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Prima che io passi più oltre, vogliovi narrare una bella istoria a proposito della piva che turò la via del fiato al buon uomo di mio avolo.
{Come si possino otturare sette bucchi con uno o uno con sette.} Da un comediante udì io una volta a scommettere che niuno indivinarebbe come sia possibile otturare sette bucchi con uno o uno con sette. Io, che sapevo più del diavolo (ricordandomi della morte di mio avolo) gli dissi che i sette bucchi della piva, gli chiuse mio avolo con un della canna della gola e quest'uno con li sette della piva.
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Antes que pase adelante, quiero contar un cuento a propósito de la gaita que tapó a mi abuelo las vías. A un comediante oí yo una vez apostar que nadie acertaría cómo es posible tapar siete agujeros con uno o uno con siete. Yo, acordándome de la muerte de mi abuelo, dije que los siete agujeros de la flauta los tapó mí abuelo con un agujero del gaznate, y el uno del gaznate con los siete de la flauta.
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Con questo mio dire guadagnai la scommessa, che fu un paio di pianelle ricamate, con che rallegrandomi m'insuperbì; affé ch'io mento, perché con esse il mio sposo mi umiliò. Però questo non fu per altro che pel timore. Sicché l'un ganghero o polo della mia vita fu l'essere gran ballarina, saltatrice, cembaliera, suonatrice ed avevo sempre gran voglia di ridere, scherzare e moteggiare, ma lo andava dissimulando e con accortezze fingendo di quando in quando.
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Con esto, gané la apuesta, que fue unos chapines, con que me engreí; aunque miento, que con ellos me humilló mi novio. Pero esto no es de aquí, sino del medio.
Así que, el un quicio o polo de mi vida fue ser gran bailadora, saltadera, adufera, castañetera, y la risa me retozaba en el cuerpo y, de cuando en cuando, me hacía gorgoritos en los dientes.
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{Ebbe Giustina inclinazione al peregrinare.} La seconda inclinazione fu l'andar molto peregrinando. Disse un imperadore, che il miglior mangiare era quello che veniva dato in paesi lontani; ed io infatti sentivo che la miglior romeria o guidoneria era quella che si fa in paesi stranieri. {Miglior mangiare e miglior guidoneria qual sia.} Disse un'altra, che il miglior guidonaggio o peregrinaggio è quello che con dolcezza si passeggia per Italia.
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La segunda inclinación era andar mucho. Hubo un emperador que dijo que la mejor comida era la que venía de más lejos, y yo sentía que la mejor romería y estación era la de más lejos. Decía la otra: "el santo que yo más visito es san Alejos".
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La vera cagione dell'essere le donne desiderose di caminare dev'essere per la general eredità ch'è in tutte e certo che molte volte ho udito disputare, {Perché le donne siano così instabili.} qual sia la vera causa che noialtre donne universalmente siamo gran caminanti di mente e molto più efficaci negli affetti ed effetti, non vagabonde, ma bensì vagabondissime.
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A la verdad, esto de ser las mujeres amigas de andar, general herencia es de todas. Y cierto que muchas veces he visto disputar cuál sea la causa por qué las mujeres generalmente somos andariegas, y será bien que yo dé mi alcaldada en esto, pues es caso propio de mi escuela.
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Si dice che nel consiglio delle belle signore, che si fece in Parnaso con lo intervento di molti saputi uomini, fu proposta questa questione alla presenza di Apollo e che sopra di essa ci furono diversi pareri. {Prima risposta alla sudetta questione.} Giovani Gramatico, Simplicio, Ianduno ed altri dissero che la prima donna fu fatta di un uomo che stava dormendo e che sognandosi gli pareva che con gran fretta andava per le poste in un lungo viaggio, senza sapere dov'egli andasse, né a far che, né perché; e che perciò le donne uscirono veloci dietro a quest'uomo per saperne la cagione: quindi è che se elleno escono di casa e se gli è addimandato ove vanno, rispondono che escono di casa e non diran altro, perché non sanno ove siano incaminate.
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Un librito que se intitula Cortes de las damas dice que en las cortes de las damas que se celebraron en el Parnaso se propuso esta cuestión, y que sobre ella hubieron varios pareceres. Unos dijeron que la primera mujer fue hecha de un hombre que estaba soñando, y que el sueño era que andaba por la posta una gran jornada sin saber adónde iba ni para qué, y que así salieron las mujeres tan andariegas, que salen de casa, y si las preguntáis dónde, dirán que van a salir de casa, y no hay más cuenta.
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{Seconda risposta.} Il Svessano con altri suoi seguaci riprovò questo parere e soggiunse dicendo che una così vivace e svegliata inclinazione di caminare, non poteva aver principio in sognatore corriero, ma che avvenir doveva, perché il pezzo d'osso o carne, della quale fu formata la prima donna, fu fatto di terra, la qual dovea esser mischiata con argento vivo e che in quella parte egli vi concorse maggiormente e perciò essendo l'argento vivo di sua natura inquieto, che mai sta fermo e sempre camina, corre innanzi ed indietro e come tumultuante non istà mai in riposo e gode nell'inquietudine; per questa cagione conviene che in quella parte dove concorre maggior quantità di questo metallo, ivi cagioni la instabilità e però le donne fabricate di tal materia sono così instabili.
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Otro reprobó este parecer, diciendo que tan viva y despierta inclinación de andar no pudo tener principio en andador soñado, y así dijo que pensaba que el pedazo de hueso o carne de que fue formada la primera mujer fue hecho de tierra de mina de azogue, que es bullicioso, inquieto y andariego.
Otro dijo:
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{Momo e suo detto.} Momo, che ivi era nascosto, si fece far largo in quella guisa che sogliono fare nella plebe i maggiori delle città e giunto alla presenza di Apollo inchinossi e chiesegli licenza di dire il suo sentimento ed ottenutala così disse:
- Grandissimo ardire avete voialtri filosofi a voler penetrare gli arcani degli alti dei e specialmente di quelli più nascosti di Giove; però levatevi di qui, pazzi che siete, né vogliate porre la lingua ove non vi tocca.
Non piacque ad Apollo una tanta libertà di Momo, al quale comandò che dovesse tacere, che questa non era neanche carne per i suoi denti. {Terza risposta.} Et rivoltatosi ad Averroe gl'impose che dir dovesse il suo parere; il quale ubbidientissimo disse:
- Non furono queste le cagioni, oh signori, ma più alte sono, che a me non è lecito dirle. Et siccome coteste vostre ragioni sono favole, un'altra favola dirò anch'io, che più di una fiata mi narrò la mia nutrice Melindope gran maestra di tutte le filosofanti donne e più intendente di molti uomini e diceva
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{Favola faceta a questo proposito.} che in realtà del fatto la donna fu formata d'una costa dell'uomo, ma che dopo che fu cresciuto alquanto il genere umano, vi fu un certo uomiciatto che dormiva la sua parte e svegliatosi una fiata si mise a contar le sue coste e parvegli che una gli ne mancasse, per lo che veggendosela meno addimandò alla moglie come passasse cotesta facenda e che le ne desse conto. Ma lei come sempliciotta, dissegli:
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-No fue eso, sino que, en realidad de verdad, la mujer fue hecha de un hombre dormido, y él, cuando despertó, tentóse el lado del corazón, y hallando que tenía una costilla de menos, preguntó a la mujer:
-Hermana, ¿dónde está mi costilla? Dámela acá, que tú me la tienes.
La mujer comenzó a contar sus costillas, y viendo que no tenía costilla alguna de sobra, respondió:
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- Marito mio, evvi bucco ove vi manca la costola?
- No, rispos'egli.
- E come vi può mancare, soggiuns'ella, se non vi è bucco?
Oh tu vuoi la burla!
- Dicoti ch'ella mi manca e non vi è stato qui niuno altro che tu e tu me l'hai da ritrovare.
La buona donna si pose a raccontare le sue costole e veggendo non ne aver alcuna di più, gli disse:
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- Fratello, io credo che ancora vi sognate: io ho numerato le mie e le ritrovo giuste e non ne ho alcuna di più.
Allora replicò il marito e le disse: - Sorella, noi due soli siamo stati qui, né veruno altro m'ha tocco la mia vita se non tu e tu me l'hai da dare o trovarla ov'è, altrimenti non andaremo d'accordo. Va' e trovamela e portala quanto più presto puoi, hai tu inteso?
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-Hermano, tú debes de estar soñando todavía. Yo mis costillas me tengo y no tengo ninguna de más.
Replicó el hombre:
-Hermana, aquí no hay otra persona que me pueda haber descostillado. Tú me la has de dar o buscarla. Anda, ve, búscala y tráemela aquí.
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La moglie si partì ed andò per tutto 'l vicinato e poscia per tutto 'l mondo addimandando, cercando ed inquirendo se alcuno avesse ritrovato una costola che il buon di suo marito aveva perduto; o chi sapesse che alcuno uomo o donna ne avesse una di più glielo dicesse o gliela desse, che volentieri le sarebbe pagata e la fatica e la ritrovatura insieme.
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La mujer se partió, y anduvo por todo el mundo pregonando:
-Si alguno hubiere hallado una costilla que se perdió a mi marido, o supiere quien tiene alguna de más, véngalo diciendo y pagarásele el hallazgo y el trabajo.
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Et di qui venne che le altre donne vollero far il simile e perciò vanno addimandando ed inquirendo non solo i fatti suoi, ma gli altrui ancora; e perché non finiscono di ritrovar la costola, né trovano chi ne abbia una di più, quindi aviene che nascono inchinate ad andar vagando or in questa ed or in quella parte e con le loro tante chiacchiere vanno vedendo se trovar possono uomo ch'abbia la costola di più e con questa occasione vanno anco ispiando i fatti altrui e quelli divolgando in ogni cantone e sovente trovano di quelle cose. So bene e basta mò. Apollo, come prudentissimo, mandò tutti costoro in bando e bandì similmente i scritti e l'opere loro ed ordinò che i librari se le dovessero levar di bottega, vendendole a quelli del caviaro; e lasciò alle pazze donne l'usar le loro pazzie, dichiarando savie quelle che ubbidienti e con sincero amore amano ed ubbidiscono ai loro mariti.
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Y de aquí les vino a las mujeres que, como la primera iba pregonando, ellas salen vocineras, y como nunca acaban de hallar quien tenga una costilla de más, nacen inclinadas a andar en busca de la costilla y viendo si hallan hombres con alguna costilla de sobra.
Bien veo que esta es blasfemia para creída y fábula para reída y, para entendida símbolo y catecismo no malo. Pero vaya de cuento.
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Appena ebbe finito di ciò dire il grande Apollo, che alla sua presenza giunse un innamorato e disse:
{Le donne sono cieli in terra.}
- Sapete, sire, perché sono le donne così mobili? Perch'elleno sono cieli qui nella terra e per questo vanno in perpetuo movimento come i cieli.
Averebbe detto bene questo garbato giovane, se elleno fussero incorrottibili come i cieli; ma non lo essendo noialtre donne, neanche lui seppe ciò che si dicesse.
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Llegó a las cortes un enamorado, y dijo:
-Las mujeres son cielos acá en la tierra, y por esto andan en perpetuo movimiento como los cielos.
Bien hubiera dicho este galán, si las mujeres fuéramos incorruptibles como los cielos, pero ni lo somos, ni él las buscaba así.
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Molti altri pareri furono detti, i quali per esser sciapiti e tutti stracciati, non ebbero ardire di comparire in un così nobil teatro, contentandosi di cedere il luogo ad un più saggio che spiegò la donzella Teodora, nel quale non solo portò ragioni dell'esser le donne amiche del caminare, ma dichiarò la causa, perché tutte per la maggior parte siano amiche del ballare, nel qual discorso superò il parere di molte altre discrete dame, che affermarono esser cosa naturale che noi donne si dilettiamo del molto caminare e se siamo amiche del danzare, è per cagione del molto andare. Et veggasi che quelle che possono molto caminare, non ballano, ma caminano; però quelle che non hanno licenza di caminar molto, ballano molto, imperoché giacché non caminano alla lunga, caminano alla ristretta.
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Muchos pareceres hubo que, por estar algo desarropados, no osan salir al teatro y también por dar lugar a que salga uno muy acertado, el cual dio la doncella Teodora, en el cual no sólo la razón de ser las mujeres amigas de andar, pero declaró la causa porque todas, por la mayor parte, somos amigas de bailar, en lo cual venció el parecer de otra discreta dama, que afirmó sólo ser natural en las mujeres el andar mucho, y que si son también amigas de bailar es por andar. Y vese en que las que pueden andar mucho, no bailan, sino andan. Pero las que no tienen licencia para andar mucho, bailan mucho, porque ya que no andan en largo, andan en ancho.
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Questo parare fa molta ingiuria alle donne virili, perché è un dirgli che sono tanto pazze come colui che tutto 'l giorno passeggiava sopra un solo mattone e ciò veggendo molti e di lui ridendo, diceva: {Risposta d'uno che caminava sopra un solo mattone data ad alcuni che di lui si burlavano.} pazzi che voi siete: tante leghe camino io in un giorno, come fa un pedone a suo lungo camino; né v'è altra differenza, se non che quello ch'egli camina, è a viaggio diritto ed io all'intorno.
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Este parecer hace mucho agravio a todo el hembruno, porque es decir que son tan locas como el otro que se paseaba todo el día sobre un ladrillo solo, y si le reñían, decía:
-Necios, cuando viene la noche, tantas leguas he andado yo como un correo de a pie, sino que lo que él anda a lo largo lo ando yo en redondo.
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Ma la donzella Teodora diede meglio nel segno e d'amendue le inclinazioni dell'andare e del ballare similmente diede le ragioni sue distinte, benché in alcuna maniera le ridusse ad una sola ragione ed ad un solo principio e disse in questa maniera:
{Perché le donne siano vagabonde ultima risposta.}
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Pero la doncella Teodora dio mejor en el punto, y de cada una de las dos inclinaciones de andar y bailar dio su distinta razón, aunque en alguna manera redujo ambas cosas a un principio y razón, y dijo así:
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- Avete da presupporre (madame molto illustri) che sebbene par cosa naturale che l'uomo sia signore di sua moglie, perché l'uomo tiene soggetta la moglie ancorché le sia di travaglio, ciò però non è cosa naturale, a bensì contra umana naturalezza, perché è schiavitudine, dolore, pena, maledizione e gastigo. Et siccome è cosa naturale l'aborrire ed odiare ogni forzata soggezione ch'è contraria alla naturalezza nostra, così non abbiamo cosa che più fuggiamo e che più ci dia noia, che l'essere tenute contra nostra volontà e soggette a quella del marito e generalmente all'ubbidienza di qualsivoglia uomo. Di qui aviene che il desiderio che noi abbiamo di vederci libere di questa penalità, ci pone ale a' piedi. Questa è la vera ragione perché siamo caminatrici. Et quella perché siamo amiche del ballare è la seguente.
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-Habéis de suponer, ilustres madamas y daifises, que aunque sea cosa tan natural como obligatoria que el hombre sea señor natural de su mujer, pero que el hombre tenga rendida a la mujer, aunque la pese, eso no es natural, sino contra su humana naturaleza, porque es captividad, pena, maldición y castigo. Y como sea natural el aborrecimiento desta servidumbre forzosa y contraria a la naturaleza, no hay cosa que más huyamos ni que más nos pene que el estar atenidas contra nuestra voluntad a la de nuestros maridos, y generalmente a la obediencia de cualquier hombre. De aquí viene que el deseo de vernos libres desta penalidad nos pone alas en los pies. Vean aquí la razón por qué somos andariegas. Y la que hay para que seamos tan amigas de bailar, es la siguiente:
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{Perché sono amiche del ballare.} Nel ballare ci sono due cose, l'una è il molto andare e l'altra è il molto gusto che sentiamo col lieto suono; e come nello star soggette vi sono due mali, l'uno lo stare racchiuse in casa che non possiamo uscire ed andare dove e quando volemmo, l'altro l'afflizione che patiamo in vederci oppresse e tanto che non vi è pazzo a cui non paia che fa egli gran cosa dicendo male di noialtre, come se fussimo asini da vendere in qualche cattiva fiera, che per esser comperate abbiamo da esser vituperate; e come nel ballare vi sono due beni contra questi due mali, l'uno l'andare, l'altro l'allegrezza che gustiamo, prendiamo per mezo queste due ali per fuggire le nostre angosciose pene e questi due manti per coprire i nostri mancamenti. Et questa è la causa perché siamo tanto amiche del ballo, che rachiude due beni contra due mali.
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en el bailar hay dos cosas, la una es andar mucho, y la otra es alegrarnos mucho con el alegre son. Y como en el estar sujetas hay dos males, el uno estar atadas para no poder salir donde queremos, el otro estar tristes de vernos oprimidas, y tanto, que no hay necio a quien no le parezca que hace suerte en decir mal de nosotras, como si fuéramos todas burras de venta y en mala feria, que para ser compradas hayamos de ser vituperadas. Y como en el bailar hay dos bienes contra estos dos males, el uno el andar y el otro el alegrarnos, tomamos por medio de estas dos alas para huir de nuestras penas y estas dos capas para cubrir nuestras menguas. Y esta es la causa porque somos tan amigas de la baila, que encierra dos bienes contra dos males.
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Celebrossi molto questo parere nella corte di Parnaso dando alla donzella Teodora la palma di discreta per una risoluzione così galante. Però, signori, non vi maravigliate che Giustina sia amica del ballare e del caminare, perché, oltre l'averlo per eredità da sua avola e bisavola, è anco proprietà di molte e specialmente di tutte. Verità è che io augumentai molto il maggiorasco, che questo è quanto che vi è di buono: perché in tutta la vita mia altra ricchezza non feci, né altro tesoro accumulai, che una minera di piaceri, di gusto e di libertà;
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Celebróse mucho este parecer en las cortes, dando a Teodora la palma de discreta por una resolución tan atinada.
Ansí que, señores, no se espanten que Justina sea amiga de bailar y andar, pues demás de ser herencia de agüelas, es propriedad de muchas, especialmente de todas. Verdad es que yo aumenté al mayorazgo lo que fue bueno de bienes libres, porque en toda mi vida otra hacienda hice ni otro thesoro athesoré, sino una mina de gusto y libertad.
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{Giustina non attese ad altro che a darsi gusto.} di modo che, sebbene tra la libertà e 'l gusto vi fussero successe di quelle discordie che fingono i poeti, potete credere ch'io sola bastarei a pacificarle insieme, dandogli in me campo franco, per abbozzare la divisa od impresa, i trofei, le vittorie e gli acquisti. Quando il gusto mi considerarà così gran ballarina e la libertà che non sono legata in matrimonio e che sono così isquisita romea, si contenteranno l'una e l'altra, con avere per arme ed impresa la sola Giustina unica amata sua e particolar tesoro di tutti i suoi diletti, confusione mia ed avertimento vostro.
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De modo que, aunque entre la libertad y el gusto hubieran sucedido las discordias que fingen los poetas, podrás creer que yo sola bastara a ponerlos en paz, dándoles en mí campo franco para dibujar en mí sus blasones, tropheos, victorias y ganancias. Que cuando el gusto me considera tan bailona y la libertad tan soltera y tan tronera, se contentan uno y otro con tener por armas y divisa a sola Justina, única amada suya y propria mina de todos los deleites suyos, confusión mía, escarmiento tuyo.
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Morti pertanto mio padre e mia madre e consegnata a' miei fratelli la poca facoltà che avevano (ch'era la prima anima della borsa), senza farle dire altre messe, come se fussero morti comentando il falso Alcorano e cantando la Barah, presi occasione di andare di peregrinaggio in peregrinaggio, con iscusa di far alcun bene per loro, accioché alcuno prontamente facesse qualche bene ancora a me.
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Muertos, pues, mi padre y madre, y entregados mis hermanos en el cuerpo de la hacienda, y aun en el alma della, que es la bolsa, sin decir más misas por sus ánimas que si murieran comentando el Alcorán o haciendo la barah, tomé ocasión de andarme de romería en romería, con achaque de hacer algo por ellos, porque se me deparase quien hiciese algo por mí.
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affé che se adesso non avessi più malizia di quella ch'io avevo allora, valerebbe il mio rozo vestito un bel manto di buratto fino, verità è che allora era ragazza allegra e del paese e quando vedevo a ballare, avevo che fare a star in stroppa e non dar fuori segni del contento e giubilo che in ciò sentivo. E per far ciascuna settimana sette peregrinaggi di nuove leghe, non avevo bisogno di maggior ragioni, che il veder la vela ed il vento per Ostro. Il primo ch'io feci dopo la morte di mia madre, fu in Areniglia, il quale voglio raccontarvi distesamente, perché in esso mi succederono cose degne di memoria.
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Y a fe de veras, que sí ahora no tuviera más malicia que entonces, valiera mi saya un manto de burato. Verdad es que era moza alegre y de la tierra, y, en viendo bailar, me retozaba la risa en el cuerpo, y para hacer yo cada semana siete romerías de a nueve leguas cada una, no había menester más razón que ver andar la veleta de ábrego.
La primera que hice, después que murió mi madre, fue a Arenillas la cual contaré por extenso, por cuanto en ella hubieron cosas dignas de memoria.
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{Areniglia e qualità della gente di quella città.} Areniglia è una terra ch'è vicina a Cisneros, dove non si ode se non confusione di voci e fracasso di gente che cicalano, della quale disse uno che dimandò al disvolo s'egli intendeva la tariffa del prezzo delle cose da vendersi di quella confusa gente e rispose che tutta una notte aveva studiato per intenderli e non gli avea mai potuto intendere.
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Es Arenillas un pueblo que cae junto a Cisneros, donde hay la behetría, de la cual dijo el otro bellacón que preguntó al diablo si entendía los aranceles de aquella behetría, y respondió que toda una noche había estudiádolos y no los había podido entender.
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A questo peregrinaggio io andai, partendomi dalla mia casa di Mansiglia. Mi partì di notte come cingara che va in altro luogo la estate. {Cingane, quando partono da un luogo, mai sono vedute.} Mento, perché giamai uomo alcuno vede partire le cingane; ma io fui veduta da un taverniero e per segnale vedendomi egli ch'ero vestita di colore, dissemi:
Colorata va la sposa
Credi che sdrucciolarà?
Sì, sì, sì, che caderà.
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A esta romería fui desde mi casa de Mansilla. Salí de noche, como cigüeña que va a veranadero, aunque miento, que las cigüeñas nunca hombre las vio salir, mas a mí me vio un tabernero; por más señas, que me dijo, viéndome ir vestida de colorado:
-Colorada va la novia, ella resbalará, o cairá, o cairá.
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Chi bene coniettura, bene indovina: ed i più pazzi di casa le più volte sono quei che più s'appongono ed è vero che i putti e i matti indovinano, tanto li fussero dato cento bastonate, come la indovinò. Et realmente s'io non cadei almeno sdrucciolai.
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Mal haya quien no le dio docientos por adivino, pues, en efecto de verdad, ya que no caí, resbalé.
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{Suo arrivo ad Areniglia.} Giunta in Areniglia a diciotto ore ed apunto nel mezogiorno, quando canta il gallo, molto mi rallegrai di vedere in campagna in campagna rasa luoghi campestri, che odoravano come camiscia di bugato, il cui odore è l'ambra di quella terra. Vedendo tanta gente, ebbi che fare assai a non mi vergognare. Dopo rassettata alquanto (come buon recitante od oratore) diedi una riguardata all'audienza, girando galantemente gli occhi e vi confesso che mi parve d'esser in un altro mondo.
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A Arenillas llegué a las doce del día a lo menos, entre once y mona, cuando canta el gocho. Holguéme de ver en campo raso tantos campesinos que me olían a camisa limpia, que son los ámbares de aquella tierra. Viendo tanta gente, dije a mi vergüenza que me fuese a comprar unos berros a la Alhambra de Granada. Luego, como buen predicadero, di una vuelta al auditorio con los ojos, y no sé qué fumecinos me dieron, que me parecía otro mundo.
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Vidi di lontano persone che ballavano e nel mirarle non mi puoti contenere, che prima che io scendessi della carretta, non mi ponessi all'ordine per seguire l'aere del loro suono, con il suono de' sonagli e gnacherette che tenevo legate alle dita delle mani mie e con tanta prestezza mi vi accomodai, ch'io feci più di tre graziose ricercate.
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Vi de lejos que había baile y, pardiez, no me pude contener, que, sin apearme de la carreta, puse en razón mis castañuelas y en el aire repiqué mis castañetas de repica punto, a lo deligo, y di dos vueltas a buen son.
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Fu questo mio impeto tanto veemente e naturale in me e così improviso, che quando ritornai in me e che m'avidi che avevo suonato, se non avessi avuto i sonagli e gnacherette nelle dita, avarei giurato ch'eglino da se stessi avessero suonato, come fecero le campane di Belilia e di Zamora, le quali senza esser toccate (dicono) suonarono da sua posta con occasione di successi notabili.
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Fue este movimiento tan natural en mí, tan repentino y de improviso, que cuando torné sobre mí y advertí que había hecho son con las castañetas, si no viera que las tenía en los dedos, jurara que ellas de suyo se habían tañido, como las campanas de Velilla y Zamora.
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Io avevo udito dire, e lo confermano dottori gravi, che quando due instrumenti sono bene accordati insieme, in un medesimo punto e d'una istessa proporzione e qualità, toccandosi l'uno l'altro da se stesso suona: allora io confermai che ciò era verità, perché essendo le mie gnaccherette benissimo accordate e con tale maestria che stavano accomodate in proporzione di qual si sia sorte d'instrumenti, non ebbero tan tosto udito il suono, che anch'elleno fecero il suo e spedirono in un subito una gnacheretta, accioché dicesse a quei signori suonatori che ivi eravamo tutti.
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Yo había oído decir que afirman doctores graves que cuando dos instrumentos están bien templados en una misma proporción y punto, ellos se tañen de suyo, y entonces me confirmé en que era verdad, porque como mis castañetas estaban bien templadas, y con tal maestría, que estaban en proporción de todo pandero, no hubieron bien sentido el son, cuando ellas hicieron el suyo, y dispararon una castañeta repentina, para que dijese a los señores panderos: acá estamos todos.
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{Simplicità sciocca.} Come apunto fece quel sempliciotto di Piacenza, che ascoso da una dama sotto il letto, subito che vide entrare lo innamorato, uscì di dove l'avea posto la gentildonna e disse:
- Qua (e mostrò il letto) trastulasi il toro.
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Como el bobo de Plasencia que, abscondido de una dama debajo de la cama, luego que vio entrar el galán, salió de adonde le había metido la dama, y dijo:
-Acá tamo toro.
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Chissà che quella gnacheretta che scoccò non cagionasse che le altre come scherzando si rallegrassero dell'udito suono; e non me ne maraviglio, supposto che in quel momento e nello stesso punto suonarono le diciotto ore di mezogiorno, le quali credo che suonassero perché avevano sentito me a suonare.
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Quizá pudo ser que aquella castañeta repentina se causó de que las castañetas retozaban de holgadas, y no me espanto, supuesto que en aquel momento se cumplían veinte y cuatro horas que no sabían qué cosa era siquiera un adarme de golpecito.
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Udì il tocco del suono un mio fratel cugino che guidava la carretta e non tanto pel mal esempio ch'ei pigliasse (che anch'egli era di quelli che gli piaceva il buon tempo) nemmeno per travaglio che ei si prendesse di non aver veduto messa, ma bensì che temeva che in quel moto di atteggiare, {Il solo interesse della robba fa mover gli animi.} e suonare si spaventassero le mule, che erano giovanette, né più avevano tirato carretta e perciò fingendo il goffo mi sgridò non poco, dicendomi:
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Oyó el son un primo mío que guiaba el carro, y no tanto por mal ejemplo que tomase, que también él era de los de la baila, ni por pena que tuviese de ver bailar antes de misa, sino por temor de que no se le espantasen las mulas, que eran nuevas, me riñó a lo socarrón, diciendo:
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- Cugina, molto a proposito vengono le tavolette de' poveri di San lazaro: vi pare che ciò vi convenga? Si scorge bene che molto poco travaglio vi prendete della morte di vostra madre mia zia e di quella di mio zio vostro padre, che Dio l'abbia in cielo.
affé che in quel punto se la mia vergogna fusse stata in casa, io non avrei corso carriera; ei mi fece dar all'orso e sendomi venuta la senape sotto il naso, con l'aiuto dello sdegno, dissi:
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-Prima, muy a punto venían esas tabletas de San Lázaro. Muy poca pena tenéis vos de la muerte de vuestra madre, mi tía, y de la de mi tío, vuestro padre, que Dios tenga en el cielo.
Pardiez, si entonces tuviera mi vergüenza en casa, yo me corriera, pero como no había venido de la Alhambra, donde la despaché por berros, llamé al enojo, y con su ayuda dije:
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- Che l'abbia in cielo, che l'abbia in cielo eh? Per certo l'abbia: perché vostro zio era un pipioncello, una tortorella, non aveva fiele in corpo, {Mostra la natura odiosa di suo padre fingendosi adirata.} e secondo che egli era come coetta o raggio e cerca rumore come suo nipote e siccome si dilettava molto di veder ed osservare gli fatti altrui, cercando ed investigando diligentemente ogni azione del prossimo, io m'imagino (se possibile fusse che le genti morte potessero tornar al mondo) non lo potriano lassù tenere e tanto più ora in questa occasione non si potrebbe trattenere, che non ci venisse a vedere e considerare ed osservare i passi che facciamo e contar se le gnaccherette furono una o due; e ciò farebbe con gran diligenza, come se fusse caso di lesa maestà.
A che tanto borbottare per una gnaccherina, che come scoccò dalle mie mani, tanto poteva scoccare dalle mani di un gran signore; e per una lieve cosarella far tanto romore?
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-Tenga en el cielo, tenga en el cielo, por cierto, tenga, porque según vuestro tío era de urgandilla y amigo de husmearlo todo, y según era cohete y busca ruido como su sobrino, y según era amigo de verlo y escudriñarlo todo sin parar en ninguna parte, imagino que, si posible fuera salirse las gentes del cielo, no le pudieran detener allá, ni detenerle de que nos viniera a ver y tantear los pasos y contar si las castañetadas fueron una o dos, como si fuera caso de Inquisición, que se examinan los relapsos. Mira ahora, ¡para una castañeta repentina, que se le podía soltar a un ermitaño, tanto ruido!
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Invero che ciò mi parve meza sciochezza e mi fece noia non poco; continuando tuttavia la colera, gli dissi:
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Pardiez, ello medio bobería parece, mas díjela con enojo, y luego pedí perdón a Dios. Prosiguiendo mi enojo, le dije:
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- Giuraresti voi che fu gnaccheretta quello che udite? Vi viene voglia di agretto? aspettate, che or ora ve ne porterà una mia fante, la quale mandai per esso. Suonano messa e pensa il balordo che suonino a doppio. Nel dir che io dissi della messa, un schermitore che si trovava presso di noi, che sempre la mia sorte mi mandò innanzi gente bizarra, mi disse:
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-¿Juraréis vos que fue castañeta lo que oístes?, ¿berros se os antojan? Aguardad, que luego os los traerá una criada mía a quien envié por ellos al Alhambra. ¡Bobo, tocan a misa, y piensa el muy majadero que las repicamos a buen son!
En diciendo que dije esto de la misa, un esgrimidor que estaba junto a nosotros, que siempre me depara la ventura con gente desta cazolada, me dijo:
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- Oh ch'è galante? Messa a quest'ora? Per vita di mio padre, signora bella, che non ci sono più messe. In questa terra non si dice messa doppo mezogiorno, che noi tutti siamo cristiani vecchi ed i più antichi di tutta Spagna.
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-¡Oh, qué lindo! ¿Misa ahora? Por Dios, señora hermosa, que lo que es misa voló, que en este punto dice la postrera el cura de Guaza. Por señas que entre Dominus vobiscum y Amén no dejaba tragar saliva al monacillo. Que aunque se puede pensar que lo hace por no hacer falta a un convite de boda, pero creo que es porque los clérigos no dicen misa después de medio día.
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{Poca divozione e spirito tepidissimo ch'ella aveva.} Con tutto ciò se n'andassimo alla chiesa, con molta fretta, il che importò molto, che se poco più tardavamo, non averessimo udito l'ultima parola e tra tanto che durò l'udirla, raccomandai a Dio mio padre, mia madre, mio avolo e bisavolo. Se avessi fatto questo con spirito divoto e fervido so che sarei stata come le trivelle de' cingani ed i grimaldelli de' ladri, che in un voltar di mano aprono qual si sia cosa ed in un soffio fanno ciò che vogliono; ma misera me non ce n'era.
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Con todo eso, fuimos allá, y no con poca prisa, y todo fue necesario, que por pocas no oyéramos misa; mas, si plugo a Dios, llegamos al ite missa est, y entre tanto que duró el oírle, encomendé a Dios a mis padres y abuelos y todo el estado eclesiástico y la Casa real, los buenos temporales, la paz de los príncipes cristianos, los pecadores y pecadoras, en mis pobres oraciones. Ello poco tiempo fue, mas la oración breve diz que penetra los cielos, y aun en una oración de ciego oí decir que las oraciones breves, si son fervorosas, son como barreno de gitano o como ganzúa de ladrón, que en un soplo hacen su efecto.
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Molti e molte di quelle che oggidì vanno in peregrinaggio, ci vanno con solo spirito di curiosità e spensierate; onde sono degne di aspre riprensioni e sono simili a quei peregrini israeliti, che caminando per il deserto guidati da Iddio, si diedero ad idolatrare.
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Muchos y muchas de las que en nuestros tiempos van a romerías, que van a ellas con sólo espíritu de curiosidad y ociosidad, son justamente reprensibles y comparados a aquellos peregrinos israelitas que, caminando por el desierto a donde Dios les guiaba, dieron en ser idólatras. Y nota el modo de oír misa que se pinta desta mujer libre y olvidada de Dios.
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DELLO SCUDIERO IMPERTINENTE
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Número segundo Del escudero enfadoso
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Villancico
Muy bien la fablé yo,
mas ella me respondió
Jo, jo, jo, jo.
Un muy gordo tocinero,
obligado de Medina,
y entre suspiro y rebueldo
sacó un huesso de tocino. Quiso servir a Justina
de galán y de escudero.
Ofreciole vino y pan,
queso, tocino y carnero.
Y ella le ofreció un no quiero
tan gordo como el galán. Muy bien la fablé yo,
ma ella me respondió
Jo, jo, jo, jo.
Los sospiros que arrojava
este nuevo Gerineldos,
eran muy crudos rebueldos
con que el alma penetraba,
Y una botilla de vino,
diciendo: - Vida, bebeldo.
Muy bien la fablé yo,
mas ella me respondió,
Jo, jo, jo, jo.
Dijo corrido el galán,
Jo, jo a mi? Soy yo jodío?
Mientes, mientes amor mío,
que mi padre es Reduán.
Y assí te juro Justina
como moro bien nacido,
que de gana te comvido,
a tocino y a cecina. Muy bien la fablé yo,
mas ella me respondió,
Io, jo, jo, jo.
Vista la bellezza di Giustina molti se ne innamorano e tra gli altri uno che da lei è vilipeso: e con tal occasione mostra ella quanto sia superba una donna ch'è da altri stimata. Num. II.
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Villancico
Muy bien la fablé yo,
Mas ella me respondió,
Jo, jo, jo, jo.
Un muy gordo tocinero,
Obligado de Medina,
Quiso servir a Justina
De galán y de escudero;
Ofrecióla vino y pan,
Queso, tocino y carnero,
Y ella le ofreció un no quiero
Tan gordo como el galán.
Muy bien la fablé yo, etc.
Los suspiros que arrojaba
Este nuevo Gerineldos,
Eran muy crudos rebueldos
Con que el alma penetraba;
Y entre suspiro y rebueldo,
Sacó un hueso de tocino
Y una botilla de vino,
Diciendo: vida, bebeldo.
Muy bien la fablé yo, etc.
Dijo corrido el galán:
¿Jo, jo a mí? ¿Soy yo jodío?
Mientes, mientes, amor mío,
Que mi padre es Reduán.
Y así te juro, Jostina,
Como moro bien nacido,
Que de gana te convido
A tocino y a cecina.
Muy bien la fablé yo, etc.
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Uscimmo dalla chiesa, avendo alquanto aguzzato il molino dello stomaco, con animo di andare a franger e macinare sotto l'ombra della nostra carretta; ed all'uscire di chiesa, come io vidi tanti riguardatori d'ogni banda, me n'andavo altiera e gonfia e di ciò n'avevo causa, perché ero accompagnata da venticinque, senza quelli che m'erano d'intorno. {Giustina come fosse vestita.} Avevo una filza di coralli grossa, che se non fussi stata giovane, mi averei potuto battere nel cortivo del colleggio vecchio. Il mio busto era basso, che serviva di finestra a una camicia ricamata di caccia ben lavorata; ed ero cinta di tal maniera, che io parevo visibilmente cinta d'argento.
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Salimos de la iglesia llevando algo picado el molino del estómago, con ánimo de ir a moler debajo de nuestra carreta. Y al salir de la iglesia, como yo vi tanto mirador por banda, íbame hecha maya, y tenía por qué, pues iba de veinte y cinco, sin los de los lados. Llevaba un rosario de coral muy gordo, que si no fuera moza, me pudiera acotar a zaguán de colegio viejo, y tuviera la culpa el rosario, que parecía gorda cadena. Mis cuerpos bajos, que servían de balcón a una camisa de pechos, labrada de negra montería, bien ladrada y mal corrida. Cinta de talle, que parecía visiblemente de plata.
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Avevo una veste colorata, con che parevo un peppe d'India. tenevo una sopraveste signorile di color turchino, sopra la quale cadevano pendenti alcuni bottoni con fiocchi, filfie di coralli e margaritine, perloché andavo più leggiadra e gentile, che la mula del duca con li suoi fiocchi e medaglie. Le scarpe erano colorate, non alla francese (che nel mio tempo alle giovani non entrava tanto l'aere per li piedi). Le mie calzette erano di panno fino di Villacastri e si vedevano fuori della veste, perché quella s'era alzata più del solito.
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Una saya colorada con que parecía cualque pimiento de Indias o cualque ánima de cardenal. Un brial de color turquí sobre el cual caían a plomo, borlas, cuentas y sartas, con que iba yo más lominhiesta y lozana que acémila de duque con sus borlas y apatusco. Un zapato colorado, no alpargatado, que en mi tiempo no se nos entraba a las mozas tanto aire por los pies. Mis calzas de Villacastín, algo desavenidas con la saya, porque ella se subía a mayores.
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{Mostra quanto fosse mirata.} Se gli uomini mordessero con gli occhi (come finsero gli Argotidi) averei tutta la veste morsicata. Se li occhi dal puro mirar de' riguardanti si assentassero dalle lor palpebre e lasciassero la sua incassatura (come finsero li Oculati) senza dubio mi averebbono lasciata più occhiuta, che la coda del pavone, solo al semplice fissare gli occhi loro sopra di me.
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Mas si los hombres mordieran con los ojos, según fingieron los argótides, ¡qué de tiras llevara mi saya! Si los ojos, de puro mirar, se ausentaran de los párpados y desampararan sus encajes, como fingieron los oculatos, sin duda que me dejaran pavonada a puro enjerir ojos sobre mí.
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{Donne quando godano le loro vesti.} Mai noi donne godiamo le nostre vesti, se non allorché vediamo che siamo mirate: così potei dire anch'io, infin che vidi che mi guardavano fissa, non seppi quello che m'avevo posto indosso, né quello che mi avevo da mettere. Ma in vedendo che mi miravano a due cori quelli che stavano in filla alla porta della chiesa, subito m'avidi di quello ch'era. Che cosa è veder genti? Per mi fé che m'insuperbì per più d'un ora, che in niuna maniera m'averei degnato di paragonarmi allo stesso Narciso, se allora fosse giunto alla mia porta.
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Nunca gozamos las mujeres lo que vestimos, hasta que vemos que nos ven. Y así, pude decir que hasta que vi que me miraban de puntería, no supe lo que tenía puesto ni por poner. Mas en viendo que me miraban a dos choros aquellos deceplinantes que estaban en ringla a la puerta de la iglesia, luego di en lo que era.
¡Qué cosa es ver gente! Vive diez, que me entoné por más de un hora, y que al mismo Narciso despreciara si por entonces llegara a mi puerta.
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{Donna stimata non prezza chi la stima.} È pazzia pensar che donna stimata, abbia da far caso di coloro che la mirano. Anzi farà favor ad un carnefice, s'egli la minacciarà con la sferza, che aggradire chi gli fa riverenza e se gli umilia. {Donne sono come le seppie.} Siamo come le seppie, che ci rendiamo migliori a chi più ci batte: e lo vidi in questa cosa chiaramente, poiché avendo due volte adocchiato doi pollastroni di quelli che mi solevano assai gustare, li quali se in altra occasione fossero da me stati veduti per tutto il mondo non sarei restata di dirle una facezia mordente all'improviso {Superbia nelle donne viene particolarmente dall'essere mirate.} (perché sempre mi dilettai di dir qualche concetto acuto) per vedermi sì piena di fiochi ed altre galantarie, tanto mirata e riverita, non gli parlai più che s'io fussi stata una muta. Certo che meritavano d'esser uditi.
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Es necedad pensar que mujer estimada haya de hacer caso de quien la mira. Antes hará mercedes a un verdugo, si la amenaza con la penca, que favores a quien la quita una gorra y se le humilla. Somos como un pulpo, que nos halla mejores quien nos obstiga más. Y véolo claramente en que habiendo por dos veces columbrado dos pollarancones de los que no me solían saber a ruibarbo ni oler a cuerno, que si en otra ocasión los viera, por todo el mundo no dejara de decirlos un remoquete en el aire, porque esto de un conceto agudo siempre lo gasté, mas por verme tan llena de borlas y falsas riendas, tan ojeada y reverenciada, no los hablé más que si estuviera en muda.
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Alcuni mi dicevano: "Dio ti benedica", vedendomi tanto baldanzosa e vaga. Altri mi accenavano con gli occhi e mi facevano il saporito, come quando si gusta un buon vino, che si dice cancaro l'è buono. Altri mi parlavano con la bocca dello stomaco.
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Cierto que eran de oír.
Unos me decían: "Dios te bendiga", viéndome tan cariampollar. Otros guiñaban con los ojos y me hacían el ademán del vino de al diablo, que es el mejor, según Móstoles. Otros me hablaban con la boca del estómago.
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{Descrizione d'uno che faceva l'amante di Giustina.} In questo numero entrò un porconaccio, tutto succido, molto grasso di corpo e corto di braccia che pareva propriamente un otre pieno. Aveva gli occhi mesti e mezi loschi, che parevano di pesce cotto. Una faccia macchiata come un fondo di caldiera. Un collo di toro. Un colare a modo d'indivia fatta in salata. Un saio a ghironi, che pareva un cerchio da bote. Un paio di calze ritonde, che pareva mula da nolo con tamburri alla moresca. Un paio di stivalli di vacchetta così abbruciati, che parevano vetro gelato. Una spada con latume nella lama e variuole nel fodero. Una cappa di panno tanto grossolano e sodo, che pareva fatta di legno. Con questa figura usciva così saldo e ritto, come se fusse incolato.
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Y en este número entra un tocinero, obligado de la tocinería de Rioseco, muy gordo de cuerpo y chico de brazos, que parecía puramente cuero lleno. Unos ojos tristes y medio vueltos, que parecían de besugo cocido; una cara labrada de manchas, como labor de caldera; un pescuezo de toro; un cuello de escarola esparragada; un sayo de nesgas, que parecía zarcera de bodega; una calzas redondas, con que parecía mula de alquiler con atabales; unas botas de vaqueta tan quemadas, que parecían de vidrio helado; una espada con sarampión en la hoja y viruelas en la vaina; una capa de paño tan tosco y tieso, que parecía cortada de tela de artesa. Con esta figura, salía más tieso que si fuera almidonado.
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Lo contentai. Fu in cattivo punto. Mi si attaccò come piatola. Volse parlarmi e non seppe. Volsi spedirlo e non potei. Caminava tanto vicino a me, come se s'avesse tolto per impresa d'inserire la sua balordaggine nella mia sciagurataggine.
Et di quando in quando, per farmi la festa, faceva un giro di collo, corpo e spada (che tutto pareva fatto d'un pezzo) e ciascuna volta che svoltava fissava in me due occhi della grandezza e colore di due cocconi di bote. Et a ciascuna cocconata, ispediva un rutto e dietro a quello (come quando innanzi il folgore esce il tuono) mi diceva con una voce di mulo:
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Contentéle. Negra fue la hora. Pegóseme como ladilla. Quísome hablar; no supo. Quísele despedir, no pude. Iba tan junto conmigo, como si tuviera de tarea el injerir su bobería en mi picaranzona. Y, de cuando en cuando, por hacerme la fiesta, hacía un rodeón de pescuezo, cuerpo y espada, que todo parecía de una pieza, y cada vez que volvía, me asestaba dos ojos del tamaño y color de dos bodoques, y a cada bodocada, despedía un rebueldo, y tras él, como cuando tras el rayo sale el trueno, me decía con una voz de mulo:
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- Signora Giustina facciamo colazione, che non ha da mancar pane e vino, carne e porco, cascio e prosciuto.
Io (che mai aspetto a rifarmi al mercore delle Ceneri) le disse:
- Io, io, io, io (cioè ari, ari, ari, ari). Egli si voltò e con gran sincerità mi dimandò:
- Con chi parla V. S.?
Io dissi:
- Signor, qui vicino è il mio asinello, il qual è fastidioso e se non dico questo, non vi sarà diavolo che lo movi di dove è.
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-Señora Jostina, almorcemos, que no ha de faltar pan y vino, carne y tocino, queso y cecina.
Yo, que nunca aguardo a desquitarme al miércoles corvillo, le dije:
-Jo, jo, jo, jo.
Él volvió, y con gran sinceridad me preguntó:
-¿Con quién habla, señora?
Yo dije:
-Señor, está aquí cerca mi pollino, el cual da fastidio, y si no digo esto, no habrá diablo que le eche de adonde está.
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Credetelo il buon Giovanni Pancorvo (che così si chiamava lo sventurato) e voltosi a mirar attentamente il mio asinello, pregandomi con un parlar porchesco, che lo lasciassi pascolare. Maledicati Macometo, porconaccio di Satanasso, che ancora non mi pare d'aver finito di coprirmi col brocchiero dalle stoccate che contro di me hai tratto del fodro del tuo stomaco e dalli colpi della tua bocca, tanto secreta di parole, quanto publica di rutti. {Invenzione di Giustina per fuggire dal suo amante.}
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Creyólo el buen Juan Pancorvo, que ansí se llamaba el mal logrado, y volvióse a mirar atentamente mi pollino, rogándole con el mirar de ojos que, por la amistad, lo dejase.
¡Maldígate Motezuma, tocinero de Burrabás, que aun ahora no me parece que he acabado de abroquelarme de las estocadas que contra mí sacaste de la vaina de tu estómago y de los tiros de tu boca, tan secreta de palabras cuan pública de rebueldos!
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Fu tanto la nausea che mi causò che pensai che mi facesse scampar la voglia di mangiar per un anno. Dovunque io andavo, mi seguitava. Non mi valevano astuzie. A tutto usciva. Non mi lasciava. Non almeno per quello ch'io aveva di simpatia con lui, perché tanto peccatore era lui, come io peccatrice, salvo che lui peccava a cavalo d'un asino ed io a piedi della litiera.
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Fue tanto el asco que me dio, que pensé que me dejaba conjurada la gana de comer por un año. Donde quiera que iba, me seguía. No me valían trazas; a todo salía. No me dejaba. No, a lo menos, por lo que yo tenía de Elías ni él de Eliseo, que tan pecador era él como yo, salvo que él pecaba caballero en un asno y yo al pie de la letra.
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Egli era sciocco in grado superlativo. Tante fiate lo ributtai, che si mise a pensare una astuzia con che obligarmi. Et fu che mettendo mano alla cinta, sfoderò una boticella di vino e della sacoccia cavò un osso asciuto di porco, rivoltato in un faccioletto succido. Et con la boticella in mano mi salutò, dicendo:
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El era bobo en grado superlativo. Tantas veces le deseché, que él se echó a pensar una traza con que me obligar, y fue que, echando mano a la cinta, desenvainó una botilla de vino, y de la faltriquera un zancarrón de tocino envuelto en un cernadero. Y con la bota en la mano me saludó diciendo:
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- Vita, guarda che bellezza! Vivi e bevi, ch'è ricco, ricco, ricco (cioè buonissimo).
Io (che mi precio un poco di poesia) dissi subito:
- Borrico, borrico, borrico (cioè asinello, asinello, asinello) Io, Io, Io (cioè ari, ari, ari).
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-Vida, mire qué belleza. Viva y beba, que es rico, rico, rico.
Yo, que me pico algo de poeturria, dije al mismo punto:
-Borrico, borrico, borrico, jo, jo, jo.
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Egli ritornò a mirare se a caso io parlavo al asinello, come l'altra volta; e vedendo che l'asinello non compariva, mezo vergognato, mezo gonfio, mezo amante, mezo adirato mi disse:
- Io, io, a me Giustina? Son io iodio (cioè ebreo)? Giuro a Polo {Alambra è un palazzo di Granata.} che mio padre era dell'Alambra (cioè di palazzo) e delli Reduani. Considera come poteva esser ebreo.
Io che sentì esser Reduano, li dissi:
{Reduano era un moro nobile.}
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El tornó a mirar si acaso yo hablaba con el pollino, como la vez pasada, y viendo que el pollino no parecía, medio corrido, medio atolondrado, medio amante, medio enojado, me dijo:
-¿Jo, jo a mí, Jostina? ¿Soy yo jodío? Juro a San Polo que era mi padre de la Alhambra y de los Reduanes. ¡Mire cómo podía ser jodío!
Yo, que oí ser Reduán, le dije:
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- Oh signor Reduano, poiché sete Reduano delli nobili io voglio vedere come correte la vega (cioè la pianura) in mio servizio. {Vega è una pianura in Granata.} Vadi V. S. camini per questa campagna, faccia delle gentilezze e fra quelle sia una che mi comperi un annello di pietra nera, tanto nera, come sarebbe quel suo capello, se fusse ben tinto e non si sdegni che non gli ho detto io, io, per mottegiarlo di ebreo. Molto lontana sono da tal cosa, gli dirò perché: abbi ciò detto, quando m'abbia compro l'annello. Per ora non dico più, salvo che per tenerlo per cavaliero, gli dissi quello che gli ho detto.
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-¡Oh, señor Reduán! Pues si es Reduán de los finos, yo quiero ver cómo corre la vega en mi servicio. Vaya v. m., ande este campo, haga gentilezas, y entre ellas una sea que me compre una sortija de azabache, tan negra como estuviera ese sombrero suyo, si estuviera bien teñido. Y no se me enoje, que no le dije jo, jo, por motejarle de jodío, muy lejos voy de eso. Y yo le diré el por qué cuando me compre la sortija. Por ahora no digo más, sino que por tenerle por muy caballero le dije lo que le dije.
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Con questo scongiurai quella fantasima e se n'andò a correr la pianura, pensando far diligenza per l'annello, mentre io facevo diligenza di nascondermi dove correno l'annello, voglio dire fuggire dove non m'incontrasse per donarmi l'annello promesso.
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Con esto conjuré aquella fantasma, y fue a correr la vega pensando diligenciar la sortija, mientras yo diligenciaba el absconderme donde correr la sortija, quiero decir, huir de adonde me encontrase para darme la prometida.
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Certamente che non vi è cosa più penosa, che uno di questi dolfini innamorati sono li tali come l'archibuggio, che s'è molto carico e si spara, torna in danno quello che potrebbe esser di gusto e di profitto. Quel sciocco, più profitto avrebbe fatto, se avesse detto con il core (non potendo o non sapendo con la bocca) a me che non chiedo. Dirò dunque che seppe manifestar il suo pensiero? Come un asino. In vita mia vidi amore imbastato, se non questo.
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Ciertamente, que no hay cosa más penosa que uno de éstos caimanes enamorados. Son los tales como tiro, que si va muy atacado y dispara, vuelve en daño lo que pudiera ser de gusto y de provecho. Aquel necio más provecho se hiciera si dijera con el corazón, no pudiendo o no sabiendo con la boca, a mí, que no pido. ¿Pues decir que supo él manifestar su cuidado más que un jumento? En mi vida vi amor enalbardado, si no fue este.
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Mirino che assettatura di darsi ad intender un uomo, che invece di ardenti sospiri, ispediva ogni momento rutti, che uscivano dalle viscere del fiele, che erano più a proposito di dar indizio d'una infernale piscina, che di publicare teneri sentimenti d'un cuor ferito dolcemente. {Colombe bandite dal cielo e perché.} Delle colombe dicono le favole, che le bandì dal cielo il Dio d'amore (ancorché nipoti e discendenti suoi) ed io non trovo che possa esser stato per altra causa, se non perché il Dio d'amore ha per schiffosi gli amori del colombo, perché vanno in essi inseriti gli rutti. Mirino come non mi aveva da offender un amore tanto odiato che infastidisce ancora il nobile e paziente Dio d'amore?
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Miren qué aliño de dárseme a entender un hombre que, en vez de ardientes suspiros, despachaba por instantes rebueldos que salían de lo íntimo de la yel, que eran harto más a propósito de dar muestras de una infernal piscina, que publicar tiernos sentimientos de un corazón herido dulcemente.
De las palomas dicen las fábulas que las desterró del cielo el dios de amor, aunque nieto y descendiente suyo. Y yo no hallo que pueda haber habido otra causa, sino porque el dios de amor tiene por asquerosos los amores del palomo, por cuanto van insertos en rebueldos. ¡Miren cómo no me había de ofender a mí amor tan aborrecible, que aun enfada al ahidalgado y sufrido dios de amor!
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{Favola di Celso.} Non era già egli come Celso, il quale ha petizione della sua donna (ch'era affezionata a sentire musiche in carri trionfali) si trasformò nel carro celeste accioché la sua donna avesse carro trionfale ed udisse le armonie del cielo? Rinego alla sua cornetta roldana che tale suono m'ha fatto. Guardate per vita vostra che polizze in carta indorata? Che terzeti sottilmente inseriti come cugni da fender legna? Che doi mille monete d'oro per comprar guanti conforme alla legge del secolo d'oro, che diceva come testica quel poeta:
Se li strali d'amor han punte d'oro,
Al sicuro può fare gli suoi inganni.
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¡Qué Celso amador habíamos encontrado, el cual, a petición de su dama, que era amiga de oír músicas en carros triunfales, se transformó en el carro y buccina del cielo, para que su dama tuviese carro triunfal incorruptible y, juntamente, música incansable! Reniego de su bocina roldana, que tal son ella me hizo. ¡Mirad, por vuestra vida, qué billetes en papel dorado!, ¡qué tercera subtilmente injerida como cuña!, ¡qué dos mil patacones ojigallos para guantes, conforme a la ley del siglo dorado!, que decía aquello que tradujo el poeta, y dice:
Si tienen puntas de oro las saetas,
Amor puede al seguro hacer sus tretas.
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Che passacagli in soprano? Che versi in sdrucciolo? Che canzoni spesse che una non aspetta l'altra, se non un rutto ed un altro dietro a quello? A questi si potrebbe dire: sospirasti vita mia? No signor, ma ruttasti. Mi dispiace di aver paruto bella un sì cattivo pretensore. Più mi piacerebbe che dicesse male di me, come fece un cavaliero, che si adirò con un grande mormoratore e gli disse:
{De' mormoratori non s'ha da desiderare che dichino bene di noi.}
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¡Qué pasacalles en falsete! ¡Qué chinas al marco o golpecitos de celosía! ¡Qué coplas en esdrújulos! ¡Qué canciones tan menudeadas que unas a otras se alcanzasen, sino un rebueldo y otro tras él! Por él se podía decir: "¿Sospirestes, vida mía? No señor, sino regoldede."
Corrida estoy de haber parecido bien a un tan mal pretendiente. Más me holgara que dijera mal de mí, como el otro caballero que riñó con un gran murmurador, y le dijo:
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- Signor tale, mi hanno detto che tutti li uomini onorati di questo luogo sono da voi biasimati e che parlate male di loro e che solamente io appresso di voi son buono e che dite bene di me. Io vi giuro per mia fede, che se di me parlate bene, vi ho da cavar la lingua per la collotola, perché a chi tanto male paiono tanti uomini onorati, mi vergogno io di parergli bene. Dite male di me, come di loro, acciò ch'intenda io che son tanto onorato come loro.
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-Señor fulano, hanme dicho que todos los hombres honrados lugar os parecen mal y habláis mal dellos, y que sólo yo os he parecido bien, y decís bien de mí. Pues juro a diez y a esta cruz que, si de mí habláis bien, os he de sacar la lengua por el colodrillo, que a quien tan mal le parecen tantos hombres honrados, córrome yo de parecerle bien. Decid mal de mí como dellos, para que entienda yo que soy tan honrado corno ellos.
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Così io mi trovo vergognata di essere parso bene a questo asino uomo. Ma poiché non si lagna il dorato e rubicondo sole, che lo mirino tanti brutti e il cielo non si stanca perché lo guardino tanti sciocchi, voglio astenermi dalla vergogna, con presupposto di non ricordarmi di lui, se non quando abbi 'l singiozzo dietro il rider smoderato. Solo dico che tornò a ricercarmi con l'annello, ma io mi feci regina di Taemaca, {Regina di Taemaca e suo costume.} che dove compariva, era incopertata. Lascio questo.
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Así que estoy corrida de haber parecido bien a este burrihombre. Mas, pues no se queja el dorado y rubio sol de que le miren tantos feos, y el cielo no se cansa de que le miren tantos bobos, quiero sobreseer del enfado, con presupuesto de no acordarme dél, si no fuere cuando tenga hipo tras carcajada. Sólo digo que tornó a buscarme con la sortija, pero yo me hice reina de Tacamaca, que donde estaba no parecía y estaba encobertada. Dejo esto.
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In resoluzione io spedì il mio nibbio e me n'andai a la mia carretta, dove alloggiammo l'esercito, io e la parentela di Mansiglia, dove mangiassimo a due mascelle quello avevamo (ed anco quello che non avevamo) ed occorsero delle belle burle. Mi debbo io scusare di ponerle qui mercé che in altra tella staranno bene? Dirò che mi rubbarono gli scritti di quanto passò in questo convitto e le sue burle. Ma diciamo brevemente il seguente passo: che (come dicono i contadini) favola di sotto carro mai è cattiva.
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En resolución, yo despedí a mi avechucho y me fui a mi carreta, donde asentamos real yo y la parentela de Mansilla, donde comimos a dos carrillos lo que teníamos, y aun lo que no teníamos, y pasaron lindos chistes. Excusóme de ponerlo aquí el que, para hacer el retal de las Carnestolendas, llevó de mi casa listas de seda, que en otra tela vinieran bien. Digo que me hurtaron los escritos de lo que en todo este convite y sus chistes pasó.
Y digamos a lo breve este paso, que, como dicen los labradores, cuento de socarro, nunca malo.
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Sono tanto sottile le astuzie e gl'inganni della carne che alli rozzi, inabili ed ignoranti persuade le sue fraudi e gl'infinocchia con li suoi gusti.
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Es tan sutil el engaño y engaños de la carne, que a los broncos, zafios e ignorantes persuade con sus embustes y embeleca con sus regalos.
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DEL CONVITTO ALLEGRO E MESTO
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Número tercero Del convite alegre y triste
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Endechas con vuelta
No hay placer que dure,
ni humana voluntad que no se mude.
Sentose a comer
la hermosa aldeana
la que come ojos
corazones y almas,
dice mil apodos,
lindezas y gracias.
Fortuna invidiosa
las trueca en desgracias.
Que no hay placer que dure, etc.
Con boca de perlas,
mil perlas derrama,
pero los villanos
nada bueno alaban.
Que lo amargo es dulce,
si hay voluntad sana,
pero si está enferma,
lo sabroso amarga.
Que no hay placer que dure, etc.
La invidias es Arpía,
tigre y fiera hircana,
que en ajenos bienes
halla muerte y rabia,
y viendo Justina
que esta la maltrata,
con sentidas quejas,
assi lamentaba.
No hay placer que dure, etc.
Mas considerando
que fortuna es varia,
trueca sus suspiros
en gustos del alma.
Da higas al tiempo,
y a la vil mudanza,
y al son de un adufe,
esto dice y baila.
No hay placer que dure,
ni humana voluntad que no se mude.
Giustina propone molti enigmi onde dagli astanti è invidiata. Si spaventano le mule della carretta ed ella, mentre le andavano a pigliare, se ne va a ballare.
Numero III.
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Endechas con vuelta
No hay placer que dure,
Ni humana voluntad que no se mude.
Sentóse a comer
La hermosa aldeana,
La que come ojos,
Corazones y almas
Dice mil apodos,
Lindezas y gracias;
Fortuna invidiosa
Las trueca en desgracias.
Que no hay placer que dure, etc.
Con boca de perlas
Mil perlas derrama,
Pero los villanos
Nada bueno alaban.
Que lo amargo es dulce,
Si hay voluntad sana,
Pero si está enferma,
Lo sabroso amarga.
Que no hay placer que dure, etc.
La envidia es arpía,
Tigre y fiera hircana,
Que en ajenos bienes
Halla muerte y rabia,
Y viendo Justina
Que ésta la maltrata,
Con sentidas quejas
Así lamentaba:
Que no hay placer que dure, etc.
Mas considerando
Que fortuna es varia,
Trueca sus suspiros
En gustos del alma.
Da higas al tiempo
Y a la vil mudanza,
Y al son de un adufe
Esto dice y baila:
No hay placer que dure,
Ni humana voluntad que no se mude.
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{Epiteti del suo amante.} Partitasi quella fantasima sporca, quel galante rovescio, quel amante in figura di selvaggio, mi ritirai sotto del padiglione della nostra carretta, dove si mettessimo a sedere io e la mia gente, per terra, come tante scimie. Erano in mia compagnia certe mie cugine caritatevoli con tutti, ma non già tanto con me, che non fusse più l'invidia che mostravano, che l'amore che mi portavano.
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Despedida aquella fantasma tocinera, aquel galán de ramplón, aquel amante inserto en salvaje, me acogí debajo del pabellón de nuestra carreta, donde nos asentamos yo y mi gente ras con ras por el suelo, como monas. Estaban conmigo unas primillas mías, de buen fregado, pero no tan primas que no fuese más la envidia que mostraban que el amor que me tenían.
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Avevano esse per grande eminenza di servire a miei germani di scovolo da cucina ed eglino le trattavano come tanti scovoli; ma io facevo che e loro ed essi mi rispettassero e di più anco per mio passatempo alle volte li disprezzavo, perché sempre ho avuto per regola infallibile, {La donna compera a buon mercato quello che stima poco.} che la donna solamente compera a buon mercato quello di che fa poca stima. con tutto ciò volsi dar licenza alla lingua e rallentare il freno alla vena de' belli detti e de' motti arguti, scienza ch'è il condimento d'ogni allegra conversazione.
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Tenían por gran primor el servir a mis primos de estropajo, y así las trataban ellos como a estropajos. Mas yo a ellos y a ellas hacía que me respetasen, y aun los despreciaba, porque siempre tuve por regla verdadera que la mujer sólo compra barato aquello que estima en poco.
Con todo eso, quise dar vado al virotismo y soltar el chorro a la vena de las gracias y apodos, que es sciencia de entre bocado y sorbo.
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So bene che non feci maggior fallo in vita mia: perché li belli detti non sono per villani, nemmeno per dirli fra i parenti.
La composizione, la galanteria, la libertà, il favore, li detti ed il garbo, sono cose che paiono belle a quelli che vano e vengono, ma non già alli parenti, i quali dicono di questi moti così graziosi quello che si suol dire della giustizia: giustizia, ma non in casa mia. Già ho fallato.
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Bien sé que no he errado cosa tanto en mi vida, porque las gracias no son para villanos, y menos para entre parientes. El afeite, la gala, la damería, la libertad, el favor, el dicho, el donaire, parece bien al yente y viniente, pero no al pariente. Es como los que dicen: "Justicia, y no por mi casa". Ya se erró.
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Narriamo dunque gli motti che uscirono dal mio cranio rotto, che non mancarà chi faccia di essi un coperchio per la pentola de' bei detti, accioché non si spandano quando più ella bollirà.
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Contémoslos, que de mis cascos quebrados habrá quien haga cobertera para la olla de las gracias, para que no se le vierta cuando más yerva.
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{Mangiano sotto la carretta.} Cominciassimo dunque a far la penitenza con un prosciuto e con certe torte ben fatte e con le nostre coscie fredde piene di garofani ed agli; {Giustina non beve acqua.} e per bere piova il cielo acqua, ma io non feci già questo latino: maledetta sia quella gocciola che ne ho bevuto, perché nel nostro paese non si usa il bever acqua, mercé che quando siamo fanciulle, ci spoppano con quella che piange l'una il mese d'agosto e la causa di ciò è perché tutte siamo frigide e bocca d'inverno: io ero distesa in terra all'uso delli convitti delli ebrei (e ne avevo ragione) ed i miei germani e germane tutti gettati in fila che parevano boti da lavare.
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Comenzamos a hacer penitencia con un jamón y con ciertas genobradas, bien obradas, y con nuestras piernas fiambres llenas de clavos y ajos, y llueva el cielo agua. Miento, que maldita la gota bebí, porque en nuestra tierra destétannos a las mozas con la que llora la uva por agosto, a causa de que todas somos friolentas y boca de invierno, como dijo el otro que nos vendió el rocín por mayo. Yo estaba recostada en el suelo a la usanza de los convites de los hebreos, y no me faltaba razón. Mis primos y primas, todos echados en ala, que parecíamos tinajas sacadas a lavar.
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{Le donne non si fanno rattener di parlare anco dove è più necessario il silenzio.} Al principio del mangiare non correva la vena e così tacevamo, come si fa nel vegliare un infermo che riposi ed ancora più (perché che noi donne facciamo il contraponto ad una veglia come un gardelino, non è molto essagerare). Ma subito che il novizzo della vacca (ch'è Bacco) scaldò la fornace, stridavano le scintille degli occhi e spumava la pentola per la lingua. Per dir il vero, se Giustina non alzava li mantici, non vi era tasto maledetto che suonasse bene, mercé che allo strepito d'una buona chiacchierona ogni cosa fa opera. Gli adimandai qual era quella cosa da mangiare ch'essendo di carne, quando si taglia, si taglia la pelle e non la carne. {Giustina propone e risolve de' enigmi.} Non seppero indovinarlo.
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Al principio de comer, no corría la vena, y así callábamos como en misa, y aún más, que para las mujeres que contrapunteamos una misa a lo jirguero, no es mucho encarecer; pero luego que el dios novio de la vaca, que es el Baco carbonizó la hornacha, rechinaban las centellas de los ojos y espumaba la olla por la lengua. A la verdad, si Justina no entonara los fuelles, maldita la tecla había que sonara bien, sino que a ruido de una buena decidora todo hace labor. Preguntéles mil qué cosi cosi, y respondieron a todo como unos muletos de tres años. Preguntéles cuál era la cosa de comer que, siendo de carne, primero se cortaba el cuero que la carne; no dieron en ello.
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Gli dissi ch'era il ventriglio degli uccelli, onde essi si segnavano come se lampeggiasse. Gli addimandai qual era quella cosa che quanto è più carica, è meno grave; ma diedero più lontano che la città di Costantinopoli. Uno disse ch'era la mazza di Ercole. Altri dissero ch'era il cavallo Babieca; ma quando gli dissi ch'era il corpo dell'uomo vivo, il quale quando è carico di vivande, è manco greve, che quando è voto di cibo e morto di fame, poco mancò che non diventassero mataccini, maravigliandosi in estremo del sapere della saggia Giustina.
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Díjeles que era la molleja del ave, y persinábanse de verbum caro como si relampagueara. Preguntéles cuál era la cosa que con más carga pesa menos, pero dieron en ello como en la ciudad de Constantinopla. Uno dijo que era la porra de Hércules. Otros, que era el caballo Babieca. ¡Tómame el tino! Y cuando los dije que era el cuerpo del hombre vivo, el cual cuando está cargado de manjar pesa menos que cuando está vacío de comida y muerto de hambre, por pocas se volvieran en matachines a puro espantarse de la sabia Justina.
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{Era percossa dalle germane ad ogni burla che diceva.} Erano tanto giudiziose le mie germane (o per dir meglio) tanto buona paga, che mi pagavano ogni cosa con percuotermi nelle spalle. Facevano bene, che s'io le avessi voluto intendere, mi dicevano col battermi, che mi gettassi dietro le spalle burle così poco accette a che le ascoltava. Insomma dopo d'ogni burletta mi battevano con la palma della mano le spalle, come se fusse il burlare infermità di tosse, che si leva col battere le spalle.
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Y eran tan discretas mis primazas o, por mejor decir, tan buenas pagaderas, que me lo pagaban todo a golpes sobre mis espaldas. Hacían bien, que si yo lo quisiera entender, me decían que gracias tan mal recibidas las echase a las espaldas y al cabo del tranzado. En fin, ellas, tras cada gracia, palmeteaban las espaldas, como si el decir gracias fuera enfermar de tos, que se quita con golpe de espalda.
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{La vanagloria è cieca.} Altre mile dimande gli feci, di quelle più sottili, così di motti come di zifre e medaglie, enigmi e marriolerie. Ma per loro era il mio linguaggio come se gli parlassi in arabico.
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Otras mil preguntas les hice de las muy perfiladas, así de motes, como de cifras y medallas, enigmas y cosicosas, mas para ellas era hablarles en arábigo.
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Veramente la gloria, che si cava dal superar gli altri in qualche prerogativa, è cieca. Dicolo per me, che non mi avidi mai ch'al passo che andavano ridendo delle mie arguzie, andavano invidiando il mio ottimo intelletto e così andavano raffreddando il ridere, fin a tanto che si morì di freddo. Pure la mia orgogliosa prosperità, mi teneva bendati gli occhi, accioché non vedessi che già il piacere aveva toccato le ripe del suo fine e che quella gente non era d'umore d'ascoltar burle. Infine sempre fu tanto celebrato, quanto vero, quello che disse il poeta spagnuolo e ch'io solevo cantare:
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Verdaderamente la ufanía de un vencimiento es ciega. Dígolo por mí, que no miré que al paso que iban riendo mis agudezas, iban envidiando mi buen entendimiento, y así iban resfriando la risa, hasta tanto que se murió de frío, y después de muerta la enterraron la pena. Pero mi orgullosa pujanza tenía vendados mis ojos para no echar de ver que ya el placer había reconocido las riberas de su fin y que aquella gente no estaba para gracias, y, en fin, siempre fue tan celebrado como verdadero aquello que dijo el poeta español, y yo cantaba:
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No ay placer que dure
Ni umana voluntad que no se mude.
che in lingua nostra vuol dire:
Non v'è piacer che duri,
Né umana volontà che non si muti.
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No hay placer que dure,
Ni humana voluntad que no se mude.
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Solcando dunque nell'alto mare della mia prosperità, volendo dare un colpo pungente a due di quelli del circolo, uno maschio e l'altra femina, all'una di mangiatrice ed all'altro di bevitore, sputtai una diceria, quale mi ritornò nella faccia; e dissi: {Dimanda maliziosa di Giustina.}
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Yendo, pues, en alto mar de mi pujanza, queriendo, a lo solapado, dar un picón a dos de los del corro, macho y femia, al uno de comedor, y al otro de bebedor, escupí una bachillería que se me tornó a la cara, y dije:
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- Oh la sentite, che vi voglio addimandare un enigma molto gustevole, accioché torniate a infilzare il filo del ridere. Giuocarò che non sapete perché Apelle ha dipinto Cerere, dea del pane, con una cagnuola da grembo e Bacco dio del vino con una bertuccia?
Ivi per sorte si ritrovava una mia cugina, che aveva altra volta parlato col mio Apollo (voglio dire, sentito da me la risoluzione di tal dubbio) e come aveva le armi della mia scienza e della sua invidia, entrò con arme doppie e con grande disprezzo (cosa di che mi dolsi assai) mi diede un rovescio e disse:
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-Hola, oíd, que os quiero preguntar un qué cosi muy gustoso, para que tornéis a enhilar el hilo de la risa. ¿Mas que no sabéis por qué pintó Apeles a Ceres, diosa del pan, con un perrillo de falda, y a Baco, dios del vino, con una mona?
Estaba allí una prima mía que había hablado con mi Apolo, quiero decir, oídome a mí la resolución, y como tenía las armas de mi sciencia y las de su invidia, entró con armas dobles, y con gran desprecio, cosa que sentí mucho, me dio un mandoble, y dijo:
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- Per certo sì. Gran scienza. Già non voglio tacere, come fin qui ho fatto, se ben parlo per forza, pure per farti vedere che tu non ci lasci, né dai tempo di discorrere e che tu parli troppo, voglio dirlo, accioché tu intendi che se vogliamo ragionare, potiamo farlo e che il nostro tacere è da prudenti ed il tuo molto parlare è da ignorante. Odi la risoluzione della tua questione e sappi pazzerella, che non tutti quelli che tacciono, sono ignoranti.
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-¡Por cierto, sí! ¡Gran sabiduría! Ya no quiero callar como hasta aquí he hecho, mas por ver que no dejas hacer baza y que hablas a destajo, quiero decirlo. Y porque entiendas que si queremos hablar, podemos, y que nuestro callar es de discretas y tu mucho hablar es de necia, mira:
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{Bacco è dipinto con una scimia e Cerere con una cagnuola e perché.} La cagnuola da grembo e la bertuccia sono due animali, li quali ha creato la natura solamente a fine di trattenere le genti con li suoi giuochi, scherzi, burle e gesti; e s'applicano alla dea del pane (ch'è Cerere) ed al dio del vino (ch'è Bacco) cagnuolina e bertuccia, per darci ad intendere che essendovi da mangiare e da bere, subito seguitano li trattenimenti, giuochi e burle, conforme al detto di quel Poeta, che disse:
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el perrillo y la mona son dos animales los cuales crió naturaleza sólo a fin de entretener las gentes con sus juegos, retozos y burlas y visajes, y si dan a la diosa del pan, que es Ceres, y al dios del vino, que es Baco, perrillo y mona, es porque se eche de ver que en habiendo que comer y que beber, luego se sigue el haber entretenimientos, juegos; y burlas, conforme al dicho de un poeta, que dijo:
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Sine Cerere e Bacco friget Venus.
Ogni gusto riesce insipido ed ogni giuoco fassi noioso, quando non s'ha né da mangiare, né da bere.
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Sin Baco y Ceres
Son de sobra gustos, juegos y mujeres.
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Ella l'indovinò. Mi vergognai di vedermi colta nel mio trabocchetto ed impasticciata nella mia pasta. Ma mi sarei contentata che questo disgusto fusse stato solo e senza compagni. {L'aversa fortuna mai si contenta di un sol colpo.} Ma l'aversa fortuna mai fece una primiera, senza che dietro quella facesse cinquantacinque o flusso. Sempre piove sopra bagnato, come stillazione di lambicco. Sempre punge, dov'è piagato, come la mosca; ed è di condizione di bardella di ronzino sventurato, che sempre s'appoggia sopra il guidalesco.
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Acertó. Corríme de verme cogida en mi trampa y empanada en mi masa. Mas ya me contentara con que este disgusto fuera ciclán y sin compañeros, pero nunca la adversa fortuna hizo una primera sin hacer tras ella mazo o flux. Siempre llueve sobre mojado, como distilación de alquitara; siempre pica sobre llagado como mosca; y es de casta de albarda de rocín triste, que siempre cae sobre matadura.
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Questo dico, perché subito che la mia germana mi chiarì appieno, subintrò un germano di bastoni che (uscendo del suo passo) s'agguzzò (cosa inusitata) e disse:
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Dígolo, porque luego que la primilla me fasquió de lleno, salió un primo de bastos que, saliendo de su paso, aguzó, cosa desusada, y dijo:
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- Giustina sai tu quello che ti si può dire circa la tua medesima dimanda? Due cose. L'una, che in questa dimanda hai mostrato che sei di stirpe di pistola Italiana, che minaccia alli piedi e dà nella faccia. Dicolo, perché tu dimandi una cosa e sotto malizia è un'altra. Però (lasciando daccanto li tuoi calci sinistri, che sono più che di mula da nolo) io ti voglio risponder a quello che hai proposto, già che vuoi che si ponga la cattedra sotto d'un carro.
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-Justina, ¿sabes qué se te puede decir acerca de tu misma pregunta? Dos cosas: la una, que en esa pregunta muestras que eres de casta de pistolete italiano, que apuntas a los pies y das en las narices. Dígolo porque preguntas uno y malicias otro. Pero, dejando aparte tus siniestros, que son más que de mula de alquiler, yo te quiero responder a lo que has propuesto, ya que quieres que se ponga la cáthedra debajo del carro.
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Dico dunque, che se qui vi è alcuna persona che meriti nome di bertuccia, sei tu: prima, perché hai la botte al fianco (e diceva la verità, perché essa mi pregò che difendessi la sua castità che correva grande periglio e tanto maggiore quanto era più piccola e teneretta) e poi, perché se l'armi e nomi di Bacco e di Cerere si avessero da spartire fra questi del circolo, {Il pungente di questo concetto consiste nel modo di scrivere de' spagnuoli, che frequentemente pingono il B per V ed l'V per B.} a noialtri uomini toccarebbe il nome di Cerere ed avere per armi una cagnuola da grembo; ed alle donne, il nome di Bacco ed aver arme di bertuccia. Che perciò disse il poeta picaresco, che sono gli uomini Cereri e le donne* Bacche.
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Digo, pues, que si aquí hay alguna persona que merezca nombre de mona, eres tú. Lo uno, porque tienes la bota al lado, y decía verdad, porque ella me rogó que defendiese su castidad, que corría gran peligro, y tanto mayor, cuanto era más chica y ternecita, y lo otro, porque si las armas y los nombres de Baco y Ceres se hubiesen de repartir entre los del corro, a nosotros los hombres nos cabía el nombre de Ceres y tener por armas perrillo de falda, y a las mujeres el nombre de Baco y tener armas de mona. Que por eso dijo el poeta picaresco que son los hombres cereros y las mujeres bacunas.
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Lo vuoi tu vedere che uomo vi è di noialtri, che (se lo lasciasti fare) non vi servisse di cagnuoletto da grembo, senza lasciar mai la falda della veste? Ed in ciò ben provato abbiamo noi uomini la nostra intenzione. Ma tu ed altre ballarine come sei tu (che siete molte, particolarmente tutte) siete propriamente bertuccie, perché è proprio di bertuccie andar continuamente ballando ed esser carezzevoli e burlevoli e t'assicuro che avanti che passi molto tempo, tu qual bertuccia non farai altro che ballare (il diavolo glielo disse).
Con questa risposta mi pagò il germanetto.
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¿Quiéreslo ver? ¿Qué hombre hay de nosotros que, si le dejásedes, no os serviría de perrillo de falda sin dejar jamás la tarea? Y en eso bien probada tenemos los hombres nuestra intención. Pero tú y otras bailadoras como tú, que sois muchas, especialmente todas, sois proprias monas, porque proprio de monas es andar siempre bailando, ser mimosas melindreras y urgandillas. Y yo seguro que antes de mucho te tome la mona y bailes.
El diablo se lo dijo. Por adivino, le pudieran dar docientos por docena. Con esta respuesta me pagó el primillo.
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Confesso che feci la richiesta sudetta con tristizia e confesso (non senza verità) che come tanto all'improviso mi assaltarono e l'una e l'altro con sì buoni discorsi, così io non m'arrischiai più di dar ad alcuno di loro la baia, ma mi turbai di modo che per un gran spazio non trovai cosa buona, né cattiva, che poter dire.
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Confieso que lo pregunté con malicia, y confieso, no sin verecundia, que como tan sin pensar revolvió sobre mí con tan buen discurso, no sólo no le di a él ni a ellas más vaya, pero me atajé y corté de manera que, por un buen rato, no encontré con cosa buena ni mala que poder decir.
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{Un buon dicitore è di razza di navicella da tessitori.} Un buon dicitore o dicitora è di lignaggio della navicella del tessitore, la quale ancora che molte fiate e molto tempo vadi aguzza e sottilmente sopra le filla della tella, se per mala sorte incontra in solo un filo, quello la piglia e la tratiene. Così io, sebbene avevo lungo tempo parlato con acutezza, nulladimeno subito che m'incontrai con questo filo, ho perduto il filo del dire: (senza avedermene) non facevo altro che mirare fissamente ad una testa di coniglio, già monda e raschiata, che vi era a caso nella mensa e quella gratava col dito, come s'ivi mi pizzicasse.
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Un buen decidor o decidora es de casta de lanzadera, la cual aunque muchas veces y mucho tiempo ande aguda y sutilmente sobre los hilos de la tela, pero si por desdicha encuentra en uno solo, aquél la ase y detiene. Así yo, aunque había gran rato dicho con agudeza, topé en este hilo y perdí el hilo, Y, sin echarlo de ver, no hacía otra cosa sino mirar atentamente a una cabeza de coneja monda y raída, después de repasada, que estaba acaso en la mesa, y escarbarla con el dedo, como si allí me comiera.
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{Giustina di nuovo assalita da un mottegiatore resta confusa.} Allora un altro della compagnia, a cui giamai vidi muover la lingua, diede nel punto in maniera ch'in un punto mi ha finito di rovinare. Come mi vede seccuccia e pensierosa e che guardavo così attentamente quella testa morta senza carne ch'io avevo nelle mani (che come ho detto, l'avversa fortuna è tiranna, se desidera vendetta è insaziabile e liberamente dà licenza generale a ciaschedun scempio di poter competere con un prudente adirato ed in parte fa bene, poiché con loro guadagna l'onore che perde nell'esser tanto fautrice delli ignoranti) disse con grande enfasi il dicitore moderno:
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Entonces, otro de la compañía, a quien jamás vi meter letra, ahora dio tan en el punto, que en un punto me acabó de poner de lodo. Como me vio estar maganta y pensativa, mirando tan atentamente la calavera de conejo que yo tenía en las manos que, como dije, la fortuna adversa es tirana, si desea venganza es insaciable, y a pendón herido da licencia general a todo necio para que haga suerte en un discreto asomado. Y en parte hace bien, pues con ellos gana la honra que pierde en ser tan favorecedora de bobos-, dijo, pues, el decidor moderno:
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- Giustina, se come credo che sei stata peccatrice, credessi che tu fossi penitente, direi che stando così pensierosa guardando cotesto capo di coniglio che hai nelle mani, dicessi a te medesima: ricordati Giustina che sei coniglia e sempre sarai coniglia.
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-Justina, si como creo que has sido pecadora, creyera que eras penitente, dijera que, estando así pensativa mirando esa cadavera de conejo que tienes en la mano, te estabas diciendo a ti misma: "Acuérdate, Justina, que eres conejo, y en conejo te has de volver".
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Almeno non dinegerò che questo detto mi fece diventare coniglietta: onde mi chinò di maniera che non dissi più parola che s'avesse avuti li denti fuori delle mascelle. Di tal modo mi fece tacere e dar in secco.
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A lo menos, no negaré que este dicho me tornó en gazapo, pues me agazapó de modo que no dije más que si tuviera los dientes zurcidos. Tanto fue lo que me hizo callar y encallar.
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Le mie invidiose si prendevano spasso. Il parentado rideva e tutti davano sganassate che si potevano sentire in Cambox. Io (come ch'ero assai avicinata allo sdegno) volsi vendicarmi e non fu poco trovar modo di rispondere e bravarle nel tuono che lui mi aveva bravato.
Quindi dalla stanchezza cavai forze e cambiai il mio volto per altro tanto di volto grave e gli dissi:
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Mis invidiosas holgaban, la parentela reía, y todos daban las carcajadas que se pudieran oír en Cambox. Yo, como avecindada en la Corredera, quíseme vengar, y no fue poco ofrecérseme cómo responder, de manera que le reñí al tono que él me habla reñido la castañeta soltera. En fin, yo saqué fuerzas de flaqueza y troqué mi cara por otro tanto de máscara de grave, y con ella, le dije:
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- Signori giovani e giovane e signor germano, grande onore fatte a vostra zia mia madre di buona memoria, poiché, per un poco di viaggio fatto in suo servizio vi pare di aver azione di ridervi di me con più bocche che non ha una gamba d'un povero mendicante del cantone della corte. Mirate che la casa è bassa e che con tante carretatte di sganassate creparà la carretta.
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-Señores mancebo y mancebas y sor primazo: gentiles honras hacen a su tía, mi madre, a quien Dios tenga en su gloria, pues con un ite missa est que han rezado por su ánima, les parece que tienen derecho a reírse con más bocas que pierna de pordiosero de cantón de corte. Miren que es la casa baja y que con tantas carretadas de carcajadas reventará la carreta.
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Volevo io ben dirgli più, ma ad un vergognato le finisce presto il fiato. Il germano (come che andava vittorioso) senza lasciar di ridere, anzi con maggior orgoglio, rispose al medesimo tuono ch'io gli aveva risposto, quando mi accusò della gnaccheretta passata e quello che mi disse fu:
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Bien quisiera yo decirles más, pero a un corrido acábasele presto el huelgo. El primo, como iba de vencimiento, sin interpolar risa -antes, con mayor orgullo-, respondió al mismo tono que yo le respondí cuando me retó la castañetada de marras. Y lo que me dijo, fue:
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- Semplice Giustina, non crepare tu di cordoglio di esser vergognata, che la carretta è ben sicura di crepare. Per li occhi tuoi Giustina, che par che tu abbi voglia di nastruzzi, perché il romore che hai sentito, non sono risa, ma è rumore che fa la mula semplice, che suona molto li sonagli del pettoralle e del collare. È ben vero ch'io non so la causa perché lo fa, se non fosse (come senza dubbio deve essere) che la mula è vergognata come tu sei, perché la chiamiamo la semplice per sopra nome.
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-¡Boba allá, Justina!, no revientes tú de pena de estar corrida, que la carreta segura está de eso. Justina, por tus ojos, que se te antojan berros, que el ruido que has oído no son risas carcajales, sino que la mula boba suena mucho los cascabeles del petral y collera. Verdad es que yo no sé por qué ella lo hace, que comerle, nada le come, que está encobertada. Debe de ser, sin duda, que la mula está corrida, como tú, de que la llamamos la boba por mal nombre, y refunfuña.
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Come ebbe detto questo il germano, a caso la mula si dimenò e vedendo che gli veniva a conto il suo risuonare e li sonagli, si moltiplicò il suo ridere e quello dell'auditorio; e tutti (non so se a me o alla mula, dissero:
- Io, Io, Io!
Sì mal pronunciato, come ben accompagnato dalle risa.
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En diciendo esto el primo, acaso la mula se meneó, y viendo que le salía tan a cuento lo del refunfuño y los cascabeles acrecentó más la risa suya y del auditorio, y todos, ni sé si a mí, si a la mula, dijeron:
-Jo, jo, jo!
Tan mal pronunciado como bien reído.
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Certo la mula (come tutto andava tanto confuso e rivolto) non sentì bene ciò che parlavano ed ancora che dicessero Io, pensò che dicessero arri) e si risolse di passar avanti, onde diede una tirata per slegarsi dalla carretta, con tanta forza che per poco avrebbe fatto una empanada, cioè un pasticcio de' nostri cervelli. E sarebbe con proprietà pasticcio, perché essendo il nostro cervello pochissimo o nullo, sendo empanada di cervelli, sarebbe in pan nada, cioè nel pane nulla.
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Pardiez, la mula como todo andaba tan confuso y de revuelta, no oyó bien, y aunque la decían jo, debió de pensar que la decían arte, si ya de puro beodos no decían erre, y acordó de tomar las del martillado. Dio un estirijón para desasirse de la carreta con tanta fuerza, que por pocas hubiera de hacer empanada de nuestros sesos, y aun fuera con toda propriedad empanada, porque siendo nuestro seso tan poco o tan ninguno, siendo empanada de sesos, fuera en pan nada.
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Si disciolse la mula, ruppe una corda ed insieme il filo del ridere. Passò frettolosamente fra tutta la gente vendendo calci e urtoni a buon mercato e correndo non lasciava di smaltire la sua mercanzia. Se non mi avesse toccato tanta parte della perdita della mula e della sua fuga, avrei avuto piacere più di tutti di vederla scampare, ancorché (per dir il vero) tanto di vergogna andavo colma io, quanto lei e perciò non mi veniva voglia di ridere. Non mi increbbe del rumore, perché se non si rompeva il filo della burla, avevano umore di torcere una fune d'appiccarmi.
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Soltóse la mula, quebró una maroma y el hilo de la risa. Pasó de trápala por entre toda la gente, vendiendo coces a blanca y encontrones a maravedí, y no se le dejaba de gastar la mercadería.
Si no me cayera tan en parte la pérdida de la mula y de su huida, holgárame más que nadie de verla, aunque, para decir la verdad, tan de corrida andaba yo como ella, y por eso no me vagaba el reír. No me pesó del alboroto, porque a no romper el hilo de la matraca, llevaban camino de torcer maroma con que ahorcarme.
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{Si paragona alla mula.} La mula andava che pareva giovenco con sonagli ed io anco lo pareva con tante filze che avevo al collo. Li miei parenti, li mascoli furono dietro alla mula, le mie parente le mule, restarono appresso il carro, raccogliendo gli avanzi; perché erano gran risparmiatrici, io affé non sono tanto ristretta ed avara, se no è dell'occasione: questa l'ebbi per buona da ridermi un poco. Già mi vorrai riprendere.
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La mula andaba que parecía novillo encascabelado, y yo también lo parecía con tanta sarta y apatusco como traía en la collera. Mis parientes, los machos, fueron tras la mula. Mis parientas, las mulas, quedáronse junto al carro recogiendo sobras, que eran aprovechadas como monas de unto, y diz que sus abuelos fueron grandes apañadores. Yo, pardiez, no soy tan apañadora ni aprovechada, si no es de la ocasión. Esta tuve por buena para reírme un poco.
Ya me querrás reprender.
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Che volevi tu che io facessi? Correre? Non potevo, perché con le filze che portavo, avrei fatto più romore che la mula con li sonagli. Dovevo piangere? Non. {Prova che quello che più in quel punto le conveniva era l'andar al ballo} Perché se la donzella yo, per pianger la vacca le dissero arri, me, se avessi pianto la mula, avrebbono chiamato muletta. Mi avevo da sentare? V'era necessaria molta, molta, moltissima flemma, flemmaccia, per chi era germana di sì buoni corritori. Dovevo gettarmi a giacere? Meno mi conveniva, perché avrebbono pensato che come pusillanima e ville mi sotterrassi di dolore: cosa tanto aliena da un cuore agile e svegliato. Dovevo star in piedi come grue? Ciò era molto disdicevole, particolarmente a chi aveva il molino aguzzo.
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¿Qué querías que hiciese, correr? No podía, porque con las sartas que llevaba hiciera más ruido que la mula con sus cascabeles, y fueran muchos toros. ¿Había de llorar? No, que si a la doncella Io, por llorar la vaca, la llamaron io, a mí por lloramulas me llamaran mulata. ¿Habíame de sentar? Era mucha, mucha, remucha flema, flemaza, para quien era prima de tan buenos corredores. ¿Habíame de echar? Menos me convenía, porque pensaran que, como pusilánime, me enterraba de pura pena, cosa tan ajena de un corazón jinete. ¿Habíame de estar en pie como grulla? Eso era mucho lanzón, en especial quien traía el molino corrido de puro picado.
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In risoluzione come mi vidi sola e con pericolo d'inciampare nella setta de' malinconici (ch'è l'eresia della vita picaresca) mi risolsi d'andar al ballo, facendo due ficche al tempo ed altre tante alla mutazione e quarantamile a chi ciò paresse male. Mi sentai fra una camerata di pollastre che stavano con la bocca aperta aspettando il brindisi delli ballarini.
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En resolución, como me vi sola y a peligro de dar en la secta de la melancólica, que es la herejía de la picaresca, determiné de irme al baile, dando dos higas al tiempo y otras tantas a la mudanza, y cuarenta mil a quien mal le pareciese. Sentéme entre una camarada de pollas que estaban en espetera aguardando el brindis de los bailones.
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{Suona di cembalo e poscia è pigliata a ballare.} La giovane che strigliava il cembalo, fino che io ivi giunsi, andava col vento in puppa; ma come io arrivai, parve che riconoscesse ch'io ero la principessa delle ballarine e l'imperatrice delle cembali, onde subito mi pregò che glielo accordassi e mettessi a segno. Io mi feci un poco pregare, come è l'uso e consueto delli suonatori, ma al fine feci il suo gusto e il mio. Suonai il cembalo e cantai in falseto certi versi lamentevoli, il cui fine era:
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La moza que almohazaba al adufe, hasta que yo llegué, había ido viento en popa, mas, en llegando yo, parece que reconoció ser yo la princesa de las bailonas y emperatriz de los panderos, y luego me rogó se le templase y pusiese en razón. Yo me hice de rogar, como es uso y costumbre de todo tañedor, mas al cabo hice su gusto y el mío. Toqué el pandero y canté en falsete unas endechas que yo sabía muy a propósito de mis sucesos, cuya vuelta era:
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No ay placer que dure,
Ni humana voluntad, que no se mude.
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No hay placer que dure,
Ni humana voluntad que no se mude.
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Uscivano queste parole calde dal forno delle mie ferventi imaginazioni e così non dubito che avivorono li mie dita fredde. Fatta la mia parte, mi tornai a sedere con opinione di buona maestra di suonare e buonissima di cantare e strabonissima di ballare; quindi subito mi si fecero avanti li ballarini, non guardando che fosse poco che ivi fossi arrivata, né all'affronto che si faceva all'altre nell'esser io delle prime scielte, essendo l'ultima venuta, ma solo avendo la mira a' molti miei meriti, per aver poco prima così bene toccato il cembalo, cosa che avevano già udita ed a quello che nel ballo aspettavano di vedere. Mi cavarono subito a ballare, il che non causò poco ramarico nelle compagne, ma lo sopportarono per due volte.
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Salían estas palabras calientes del horno de mis fervorosas imaginaciones, y así no dudo que avivaron más de dos friolentos. Hecha mi levada, me torné a sentar, mas con la opinión de buena oficiala de tañer y rebuena de cantar y rebonisa de bailar. Luego me apuntaron los bailones, no reparando en la poca antigüedad de mi estancia ni en el agravio que se hacía en ser yo de las primero escogidas, siendo la postrera venida, sino en los muchos méritos de los buenos toques de pandero que habían visto y los de castañeta que se esperaban. Sacáronme a bailar luego, lo cual no causó poco fruncimiento, pero lleváronlo en dos veces.
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Cavomi a ballare (in buon'ora) un scolaro (che sempre la mia sorte mi voleva dar questi incontri, come se io rabbiosamente desiderassi d'esser sempre tra gli disputanti). Allora io avrei voluto piuttosto che mi fosse toccato in sorte un contadino. Non già perché coltivasse li miei prati, né lavorasse li miei boschi, che non aveva ancora piovuto sopra cosa mia che avesse radici, se non solo li gusti. Infine non è necessario che quello che scieglie, sia scielto; ben è legge del ballo, ch'escano quelli che sono cavati. Ubbidii al cavamento.
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Sacóme a bailar, en buena estrena, un escholar, que siempre mí dicha me quería dar estos topes, como si yo rabiara por ser de corona. Entonces, más quisiera yo que me cayera en suerte un labrador, no, cierto, para que cultivara mis dehesas ni labrara mis sotos, que no había aún llovido sobre cosa mía que raíces tuviese, sino que son gustos. Pero al fin, no es fuerza que el que escoge sea escogido, ni acendrado. Ley es de baile, salgan las que sacan. Obedecí al sacamiento, y cuanto a la ejecución, apelé para las castañuelas, mas ellas, de puro agudas, al instante me condenaron.
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Entrò il scolaro dando mile salti e facendo mile capriole in aere. Et io danzavo a piede fermo, facendo il mio ballo minutino e ben buratato e riposato e tanto mi portai bene, che stancai e questo ed altri tre compagni suoi, che dicevano esser del colleggio delli dominici di Sahagun. Ma a quello ch'io vidi, quella è gente di poco spirito per tal officio. Di ciò deve esser causa, perché quella terra e molto umida e migliore da produr navoni, che da partorir ballarini.
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Entró el estudiante dando mil brincos y cabriolas en el aire, y yo a pie quedo, como lo bailo menudito y de lo bien cernido y reposado, le cansé a él y a otra trinca de compañeros suyos, que decían ser del colegio de los dominicos de Sahagún. Mas, a lo que yo allí vi, ella es gente floja para el oficio. Débelo de hacer que es muy húmeda aquella tierra y mejor para criar nabos que bailadores.
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La libertà e la superfluità del gusto, rende inutile e neghittoso l'intelletto, di modo che anco nelli cattivi successi non ritorna la persona a Dio; ma piuttosto tanto stolida quanto empiamente procura di allargar la corda del gusto, con la quale finalmente affogga la misera ed infelice anima sua.
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La libertad y la demasía del gusto entorpece el entendimiento, de modo que aun en los tristes sucesos no se vuelve una persona a Dios, mas antes procura alargar la soga del gusto, con que al cabo ahoga su alma.
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DEL FURTO DE GIUSTINA
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Número cuarto Del robo de Justina
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Liras
La Bigornia ladina
ordena una danza, máscara y canción,
con que coje a Justina,
cantando en fabordón
su presa, su tropheo y su traición.
La máscara acababa
en robar la Boneta seis bergantes.
La Boneta cantava:
- Soy palma de danzantes.
Ay ay que me llevan los estudiantes.
Cogen en volandina
con este embuste a Justina descuidada,
la triste se amohina;
mas no aprovechó nada,
que fortuna (si sigue) da mazada.
Decía muy penosa:
- Ay ay que me llevan los estudiantes.
Mas esta la glosa
de los mismos danzantes.
Y assí todos pensaron ser lo que antes.
Una camerata, chiamata la Vigornia, mena via Giustina con una maniera molto graziosa. Num. IV.
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Liras
La Bigornia ladina
Ordena una danza, máscara y canción,
Con que coge a Justina
Cantando en fabordón
Su presa, su tropheo y su traición.
La máscara acababa
En robar la Boneta seis bergantes.
La Boneta cantaba:
Soy palma de danzantes,
Ay, ay, que me llevan los estudiantes.
Cogen en volantina
Con este embuste a Justina descuidada,
La triste se amohína,
Mas no aprovechó nada,
Que fortuna, si sigue, da mazada.
Decía muy penosa:
Ay, ay, que me llevan los estudiantes.
Mas era ésta la glosa
De los mismos danzantes,
Y así todos pensaron ser lo que antes.
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Già la notte veniva per sepelire la nostra allegrezza nel profondo abisso delle sue tenebre, quando viddi apparire una compagnia di scolari travestiti che venivano in ordinanza come essercito di grue ballando e cantando maravigliosamente. Erano sette di camerata, famosi furfanti, che per eccellenza s'intitolavano la Vigornia, {Vigornia chi fosse.} e con questo nome erano conosciuti da tutti e perciò si solevano anco nominare li campioni.
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Ya venía la noche queriendo sepultar nuestra alegría en lo profundo de sus tinieblas, cuando vi asomar una cuadrilla de estudiantes disfrazados que venían en ala, como bandada de grullas, danzando y cantando a las mil maravillas. Eran siete de camarada, famosos bellacos que por excelencia se intitulaban la Bigornia, y por este nombre eran conocidos en todo Campos, y por esto solían también nombrarse los Campeones.
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Questi conducevano per capitano un giovane alto e secco, al quale chiamavano l'ammiraglio don Pietro Grullo, {Don Pietro Grullo con che apparato comparisse.} e gli conveniva bene il nome. Subito che questi rimirò Giustina, desiderò ch'ella militasse sotto la sua bandiera, onde indirizzò la prora de' suoi pensieri a sottometermi alla sua giurisdizione e lo averebbe fatto, se la mia industria non mi avesse liberato.
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Estos traían por capitán a un mozo alto y seco, a quien ellos llamaban el obispo don Pero Grullo, y cuadrábale bien el nombre. Cuadróle Justina para ser su feligresa, y enderezó la proa a someterme a su jurisdictión, y sí hiciera, si mi industria no me hiciera exempta.
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Costui veniva in abito d'ammiraglio della picararia ed aveva a lato un altro scolaro vestito da picara sguatara, a cui essi chiamavano la Bonetta* (cioè beretta), {Bonetta in spagnuolo vuol dir beretta.} e conveniva il nome con l'abito, perché veniva tutta vestita di berette vecchie che pareva una palla fatta a quarti.
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Este venía en hábito de obispo de la Picaranzona. Traía al lado otro estudiante vestido de picarona piltrafa a quien ellos llamaban la Boneta, y cuadraba el nombre con el traje, porque venía toda vestida de bonetes viejos, que parecía pelota de cuarterones.
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Li altri cinque venivano travestiti da capitani e cavalieri al modo picarale. L'uno si chiamava il capiatano Mameluco, l'altro il Scorpione, il terzo il Birlo, il quarto il Polpo e l'ultimo il Drago. L'invenzione e la forma conformava bene con gli loro nomi.
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Los otros cinco venían disfrazados de canónigos y arcedianos, a lo picaral. El uno se llamaba el arcediano Mameluco, el otro el Alacrán, el otro el Birlo, otro Pulpo, el otro el Draque, y las posturas y talles decían bien con sus nombres.
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Era molto leggiadra mascherata, per esser inventata all'improviso. Venivano nel proprio carro de' miei germani, perché con inganno gli l'avevano: e come che l'infrascarono, insieme con la mula non li conobbi, perché allora non m'intendevo di carri o cocchi infrascati. Mentre caminavano col carro, cantavano in frotta, come borgognoni mendicanti. Ma quando si fermava il carro, la prima cosa che facevano era il smontare e ballar un poco con molti gesti e dietro a questo, nel meglio del ballo, pigliavano nelle braccia alla picarona che chiamavano la Bonetta e gli ponevano in testa la beretta di don Pietro Grullo ed il suo manto rotto e la riponevano nel carro con grande fracasso, facendo finta di rubbarla.
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Era harto gracioso el disfraz para forjado de repente. Venían en el proprio carro de mis primos, porque, con engaño, le habían cogido, y como le enramaron a él y a la mula, no le conocí, porque entonces no me entendía con carricoches rameros. Antes que hiciesen sus paradas, cantaban a bulto, como borgoñones pordioseros, pero cuando paraba el carro, lo primero que hacían era bajarse y danzar un poco de zurribanda, con corcovos, y tras esto, a lo mejor del baile, cogían en brazos, a la picarona que llamaban la Boneta y poníanla el bonete de don Pero Grullo y su manteo roto, y metíanla en el carro con gran algazara, haciendo ademán como que la robaban.
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Subito montavano con essa nel carro e cantavano una canzoncina in frotta, la quale conteneva che per premio d'esser essi buoni ballarini conducevano la giovane chiamata Bonetta, che cominciava e finiva la canzone. La Bonetta aveva un buon soprano e quello che cantava era un romanze con la replica seguente:
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Luego se subían con ella al carro y cantaban una letrilla en fabordón, la cual trataba de que por premio de buenos danzantes, llevaban la moza llamada Boneta, que comenzaba y acababa la canción. La Boneta tenía un buen tiple mudado. Lo que cantaba era romance, con esta vuelta siguiente:
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Yo soy palma de danzantes,
Y hoy me llevan los estudiantes.
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Yo soy palma de danzantes,
Y hoy me llevan los estudiantes.
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Alcune volte diceva oy, oy ed altre diceva ay, ay, con certi ohimè tali che pareva che realmente la rapissero. Con questa mascherata infettarono tutta la romeria o pellegrinaggio, di modo che si stancarono tutti di vederli; né però essi si stancavano di cantare. Con ragione potevano questi esser comparati al cinife, {Sono comparati questi scolari al cinife e perché.} che quanto più morde, più canta, poiché quando volsero mordere il mio onore ed il mio punto, cantarono in contrapunto.
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Unas veces decía hoy, hoy, y otras decía ay, ay, con unos quejidos tales, que parecía que real y verdaderamente la hurtaban. Con este disfraz incensaron toda la romería, hasta que se cansaron todos de verlos, y ellos cantar que cantarás. Con razón pudieran ser éstos comparados al cínife, que cuando más muerde, más canta, pues cuando quisieron morder mi honor y mi punto, cantaron en contrapunto.
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Ancorché tutti della mascherata andassero cantando, non stavano però con membro alcuno in riposo, perché con gli piedi ballavano, con il corpo capriolavano, con la mano manca davano polizze, con la diritta tenevano le ballarine, con la bocca cantavano, con gli occhi mangiavano le giovani, {Loro fine.} e con l'anima spiavano la mia stanza, che per me sola si affaticavano e la mia morte chiaramente intentavano, per condirmi in sale nella loro carretta.
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Aunque iban cantando todos los de la Bigornia, no les holgaba miembro, porque con los pies danzaban, con el cuerpo cabriolaban, con la mano izquierda daban cédulas, con la derecha bailaban, con la boca cantaban, con los ojos comían mozas y, con el alma toda, acechaban mí estancia, que por mí lo habían, y mi muerte clara intentaban para echarme en sal en su carreta.
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Non voglio lasciar di narrare le polizze che davano alli circostanti, accioché vada la narrazione con le radici e con il cespuglio. Una polizza diceva:
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No quiero dejar de decir las cédulas que daban a los circunstantes, por que vaya el cuento con raíces y césped.
Una cédula decía:
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O che lindas niñas,
Si pagan premicias.
Un'altra diceva:
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¡Oh, qué lindas niñas,
Si pagan primicias!
Otra decía:
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Bien estudiado havemos
Si a nuestro amigo aplazemos.
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Bien estudiado habemos,
Si a nuestro obispo aplacemos.
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Un'altra, che pronosticava che le mie nappe doveano esser ornamenti delle loro berette e galanterie del pendone o insegna del suo trionfo, diceva così:
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Otra, que pronosticaba que mis borlas habían de ser ornato de sus bonetes y galas del pendón de su triunfo, decía así:
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Dorotea ganad las bodas,
Que aquí estan las sciencias todas.
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Doctor, ea, ganad las borlas,
Que aquí están las sciencias todas.
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Le polizze della Bonetta dicevano:
Si me llevades, llevedes,
Como no me matedes.
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La cédula de la Boneta decía:
Si me llevades, llevedes,
Como no me matedes.
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Durò un gran pezzo la mascarata, ma come il tedio ha l'intrata regale sopra tutti li gusti, volle anco da questo riscuotere gli suoi dazi. Si levò mano alli balli ed alli circoli di gente ed ognuno cominciò a indirizzare la tramontana degli occhi ed il timone della sua carretta al porto della sua villa.
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Duró buen rato el disfraz, pero como el cansancio tenga juros sobre todos los gustos, cobró sus derechos en éste. Deshiciéronse los bailes y corrillos, y cada cual comenzó a enderezar el norte de los ojos y el timón de su carreta al puerto de su pueblo.
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{Giustina si mette a riposare.} Et già che li furibondi venti del mio importuno ballo avevano sbattuto con il frettoloso moto il debile vassello del mio stanco corpo, fui forzata a riposare un poco sopra la tenera arena, adornata di odorifera maiorana, dove per mio diporto piegai e legai il mio vasseletto, raccogliendo li remi de' balli e le vele delle mie voglie. Ohimè, che allora doveva gittare il scandaglio la mia avversa fortuna, onde vedendomi incagliata nell'arena di Areniglia, prese ardire di assaltarmi tacitamente colei che a fronte a fronte non gli bastò l'animo giamai d'intrare a giostrare con Giustina.
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Y ya que los recios vientos de mí importuno baile habían ondeado con el presuroso movimiento el flaco navío de mi cansado cuerpo, fuéme forzoso descansar un poco sobre una blanda arena adornada de oloroso tomillo, donde para mi descanso recliné y amarré mi navichuelo, recogiendo los remos de las castañetas y las velas de mis ganas. ¡Ay de mí!, que entonces debió de echar su sonda mi contraria fortuna, y viéndome encallada en el arena de Arenillas, se atrevió a embestirme a lo callado la que rostro a rostro no se atrevió jamás a entrar a justar con Justina.
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Dico ciò, perché per grande disgrazia mia, vedendo la Vigornia che io era discosta dal corso della gente e che niuno guatava quello che loro, né io facevamo, ma che tutti attendevano ad apparecchiare le sue cavalcature, {È rubbata daì scolari e come.} salvo io che non avevo né carro, né carrozzieri, mi assaltò in frotta tutta la Vigornia. Mi coprirono il corpo con un manto nero e grande ed il viso con una beretta unta. Mi tolsero di peso e quasi volando mi misero nel carro con li medesimi gesti co' quali mettevano nel carro la Bonetta e subito cominciarono a cantare la canzone che solevano:
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Dígolo, porque, por gran desgracia mía, viendo la Bigornia que yo estaba apartada del corro de la gente y. que nadie miraba en lo que ellos ni yo hacíamos, sino que todos entendían en aprestar su jornada, si no es yo, que ni tenía carro ni carreteros, en fin, viéndome descarriada y descarada, embistió de tropel conmigo toda la Bigornia, cubriéronme el cuerpo con un negro y largo manteo y con un mugroso bonete mi rostro, cogiéronme en volandillas, metiéronme en el carro con los mismos ademanes con que metían en el carro a la Boneta, y luego comenzaron a entonar la letrilla que solían:
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Yo soy palma de danzantes,
Y ay, ay que me llevan los estudiantes.
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Yo soy palma de danzantes,
Y, ay, ay, que me llevan los estudiantes.
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Tutti quelli che così mi vedevano, pensavano che io fossi la Bonetta: per concluderla mi rapirono e cominciai ad essere anima nelle mie pene proprie e corpo nelle glorie altrui. Cominciai a contemplare la vigilia del mio male. Gridavo e mi lagnavo ed a piena voce dicevo:
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Todos los que así me vían, pensaban que yo era la Boneta. En fin, que me arrebataron, y comencé a ser ánima en penas mías y cuerpo en glorias ajenas. Comencé a contemplar la vigilia de mi mal acierto. Gritaba, lamentaba y decía a voces:
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- Ay que me llevan los estudiantes (cioè, ohimè che mi menano via li scolari)! Ma niuno di me aveva compassione, perché erano satolli di sentir baiare e cantare quella lamentazione. Particolarmente perché loro per maggior dissimulazion e facevano il basso alla mia voce, perloché non si poteva conoscere se erano le burle passate o da dovero: onde non vi fu favore umano che mi aiutasse. Replicai mille volte:
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-¡Ay, que me llevan los estudiantes!
Mas de mí nadie se dolía, porque estaban hartos de oír ladrado y cantado aquella lamentación. En especial, que ellos, para mayor disimulo, echaban el bajo a mi voz en fabordón, con lo cual no podía percebirse si eran las burlas pasadas o las veras nuevas. Era suyo el fabordón, y así no quedó don de favor humano para mí.
Repetía mil veces:
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- Que me llevan, que me llevan los estudiantes.
{Dolore e lamenti di Giustina quando era rapita.} Mi scapigliavo e con ogni maggior disgusto mi lamentavo, ma era di già giunta la sera del mio cordoglio.
A questo rapimento cooperava anco la Bonetta, poscia ch'ella mi copriva, accioché pensassero che io fossi la vera Bonetta ed accioché la mia voce non si sentisse, mi facevano la mamona, cioè mi fracavano il naso e s'io alzavo il soprano, l'ammiraglio sforzava il basso.
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-¡Que me llevan, que me llevan los estudiantes!
Desgreñábame y desgañábame, pero eran vísperas de regla en día de atabales. En especial, que la Boneta me arropaba, porque pensasen que yo era la verdadera Boneta, y para que mi voz no sonase, me hacía la mamona y levantaba el tiple, y el obispote esforzaba el bajo.
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Con ragione misero nel mio proprio carro li suoi trionfi, in segno che con le mie medesime armi e con le mie proprie voci mi avevano da vincere.
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Con razón pusieron en mi proprio carro sus arcos triunfales, en señal de que con mis mismas armas y con mis mismas voces me habían de vencer.
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{Velocità del carro de' scolari paragonata all'aquila, a Mercurio ed al pensiero.} Al passo che per terra correvano le ruote del carro, apportator de' miei mali, correvano per le mie guancie le lagrime che le solcavano, vedendo che con l'agilità che l'acquila rapisce il tenero agneletto, con quella prestezza che Mercurio rapì la mesta donzella tenera per violarla e con quella velocità con la quale il pensiero solca tutto il mondo, con quella medesima agilità spinsero avanti il carro, fin tanto che mi fecero allontanare dal sito di Areniglia e della pelegrina gente, la quale, come che non sapeva il grande tradimento di quel barbaro petto nel quale era di già fatta la destruzione del tesoro che solo era avanzato alla mia povertà, pensavano alcuni che fosse burla fatta fra parenti ed altri che fosse la mascarata passata o si ridevano di me o non si accorgevano della mia disgrazia.
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Al paso que corrían por el suelo las ruedas del carro acarreador de mis males, corrían por mis mejillas lágrimas que las sulcaban, viendo que con la ligereza que el águila arrebata el tierno corderito, y con la que el presuroso Mercurio arrebató a la triste doncella Tevera para forzarla, y con la que el pensamiento sulca el orbe, con esa me iban remontando, hasta que me hicieron perder de vista el sitio de Arenillas y la vista de la romera gente, la cual, como no sabían la gran traición de aquel troyano seno en que iba el nuevo thesoro de pobres, pensando los unos que era burla de entre primos, y los otros que era el disfraz antiguo, o se reían de mí, o no reparaban.
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{Mostra che resterà invendicata la sua ingiuria.} Già che vidi che la burla era da dovero, mi affannai più ed avevo ragione. Considerai che ancor ch'io non fossi la prima che fosse stata rubata, né sforzata nel mondo, sapevo però che loro avevano per certo che quanto a' miei parenti, il mio furto e disonore doveva esser vendicato con le lancie di copi e con le spade di creta.
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Ya que vi que la burla iba haciendo correa, congojéme más, y tenía razón. Consideré que, aunque yo no era la primer robada ni forzada del mundo, pero sabía que tenían cierto de mi parentela que mi rapto y deshonor había de ser vengado con las lanzas de copos y espadas de barro.
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{Tracia forzata dal fratello come vendicata.} Tracia fu forzata da suo fratello Leoncio, ma ebbe un altro fratello nominato Serpione, che in vendetta di quella ingiuria lo fece salassare di tutte le vene del suo corpo e con quel sangue impastò la calcina con la quale misse le prime due pietre sopra le quali alzò una casa, che fabricò per sua sorella: sopra il qual passo ho sentito discorrer alcuni poeti.
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Tracia fue forzada de su hermano Leoncio, pero tuvo otro hermano, llamado Serpión que, en venganza del agravio, le hizo sangrar de todas las venas de su cuerpo, y con la sangre que salió, argamasó la cal con que puso las primeras dos piedras sobre las cuales levantó unas casas que edificó para su hermana sobre el cual paso he oído discantar algunos poetas.
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Alcuni dissero che Serpione non volse che suo fratello si vantasse di esser suo parente e che perciò gli cavò tutto il sangue, come che in quello consistesse la parentella. Altri disse che ciò fece perché sangue tanto insensibile non poteva star se non fra pietre ed arena; ma quello ch'è più da notare in questo conto, fu l'epitaffio che mise in una pietra che narrava l'istoria, il quale a mia instanza ha tradotto di greco un buon greco e così diceva:
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Unos dijeron que Serpión no quiso que se preciase su hermano de pariente, y que por eso le vació toda la sangre. Otro lo llevó porque sangre tan insensible no podía estar menos que entre piedras y arena. Pero lo que más hay que notar en este cuento fue el rétulo que puso en un padrón que relataba la historia, el cual, a mi ruego, tradujo del griego un buen griego, y decía así:
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Vivan los edificios señalados
Con sangue fratrida argamasados.
Che in nostra lingua vogliono dire:
Vivano gli edifici segnalati
Con sangue fratricida edificati.
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Vivan los edificios señalados
Con sangre fratricida argamasados.
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{Damari vendicata da suoi fratelli.} Sabna ed Heris vendicarono l'ingiuria di sua sorella Damari, cavando il cuore del incestuoso Arnobio, il quale fu da essi dato a mangiare a' leoni, il che cantò il poeta, che disse:
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Sabna y Heris vengaron el agravio de su hermana Damaris, sacando el corazón del incestuoso Arnobio, el cual dieron a los leones. Lo cual discantó el poeta, que dijo:
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Tan duros corazones
Sol pueden ser comida de leones.
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Tan crudos corazones
Sólo pueden ser comida de leones.
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Non porto a questo proposito l'istoria di Tamar, né quella di Dina, perché non è degna Giustina di toccar tali tasti, ma indegna. Sicché queste poverette violate ebbero campioni che vendicarono la loro ingiuria, ma io giurarò per miei fratelli, che se la burla venisse a colmo, perdonarebbono il sangue per un paniere di sardelle. Tutto questo avevano molto bene scandagliato gli scolari e perciò caminavano molto sodisfatti dell'inganno.
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No traigo a este propósito lo de Tamar ni lo de Dina, porque no es Dina Justina, sino indigna.
Así que estas pobres violadas tuvieron pendencieros de mantuvión que despescaron su agravio, mas yo juraré por mis hermanos, que si la burla viniera a colmo, perdonaran la sangre por una banasta de sardinas. Todo esto tenían ellos muy bien tanteado, y por eso iban tan satisfechos de la gatada.
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Che cosa ti dirò? Se tu vedessi questa povera infelice caminar tanto fuor di camino, ingabbiata come toro che conducono al macello, abbaiando come cane perseguitato, averesti compassione della poveretta meza cotta, meza arrostita e meza impasticciata. Una cosa mi ha dato sempre molta consolazione e speranza di campar intatta e fu che uno per l'altro s'impedivano e mi conducevano in mezo, senza farmi declinare, nemmeno congiugare.
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¿Qué te contaré? Si vieras esta pobre Marta al revés, que quiere decir Tamar, ir camino tan fuera de camino, enjaulada como toro que llevan al encerradero, ladrando como perro ensabanado que llevan a mantear, tuvieras duelo de la pobrecita, medio cocida, medio asada, medio empanada, medio aperdigada. Una cosa me dio siempre mucho consuelo y esperanza de salir intacta, y fue que, unos por otros, se detenían y me llevaban en medio, sin hacerme declinar jurisdictión ni conjugar tampoco.
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{Asino di Burridano morì di fame e come.} Parevano l'asino di Burridano, ch'essendo morto dalla fame e fra due misure di biada, nel pensare quale doveva salutar prima, mai mangiò né dell'una, né dell'altra. {Arca di Macometo assomigliata a questi scolari.} Pareva anco l'arca di Macometo fra due calamite, l'una delle quali impedisce all'altra il furto.
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Parecía al asno de Burridano, que estando muerto de hambre, y en medio de dos piensos de cebada, de puro pensar a cual saludaría primero, nunca comió del un pienso ni del otro. Parecía también al zancarrón de Mahoma, en medio de dos piedras imanes, las cuales, una a otra, se impide el robo.
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{Molti amanti d'una dama quando sono insieme a chi paragonati.} Et invero molti pretendenti che amano una medesima dama, quando sono insieme, sono come pentola di rappe, che molto bolle, che ancorché tutte saltino con diligenza per il bollore, niuna però si attacca alla pentola. Di tal modo tutti questi mi mangiavano con gli occhi e niuno mi toccava con le mani. Fin qui si mostrò liberale la fortuna a far elemosina a scolari, co' quali poche volte suole esser franca.
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Y, a la verdad, muchos pretendientes que aman una misma dama, cuando así están juntos, son como olla de nabos que mucho yerve, que aunque todos andan listos con el calor, ninguno se pega a la olla. Así que todos me comían con los ojos y ninguno me tocaba con las manos.
Hasta aquí se alargó fortuna a hacer limosna a estudiantes, con quien pocas veces suele ser franca;
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{Scolari e loro natura.} Ma stanca la bellissima zingana celeste di impiegare il suo favore in scolari (gente ingrata, gente che nel esser volubile concorre con la medesima ruota della fortuna), distese la sua destra mano con viso favorevole per difendermi e protegermi parendogli che se per un Enea {Enea.} bastò una inclemente fortuna, per Giustina bastava una carretta di nimici ed anco avermi dileggiato e schicciato il naso senza tirare la balestra.
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mas, cansada la hermosísima gitana celeste de emplear su favor en estudiantes, gente ingrata, gente que en ser voltaria compite con la misma rueda de la fortuna, extendió su mano diestra con rostro favorable para ampararme y defenderme, pareciéndole que si para un Eneas bastó una inclemente borrasca, para Justina bastaba una carretada de enemigos, y que bastaba haberme armado la mamona sin disparar la ballestilla.
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Ma perché doppo un subito sinistro suole apportar piacere il guardar indietro, per esser fastidio passato, così adesso mi dà gusto il referire certe ottave che compose un grande poeta, a cui io conferì questa istoria e come mi lagnai quando mi conducevano al carro. A questo proposito, ha composto in ottava rima un dialogo fra me e la principessa delle muse (che è Caliope) dove finge che la dea delle muse mi commandi ch'io riferisca li miei affanni e che io appena gli narro li miei guai e sospiri.
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Mas porque después de un reventón subido, da gusto el mirar atrás por ser trabajo pasado, así me le da el referir unas octavas que compuso un gran poeta a quien yo comuniqué esta historia, y cómo iba lamentándome cuando me llevaban en el carro los de la Bigornia. Y a este propósito compuso en octavas un diálogo entre mí y la princesa de las musas, que a la cuenta es Calíope, en que finge que la diosa de las musas me manda referir mis penas, y que yo, a duras, le cuento mis ansias y suspiros.
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Hanno un singolare artificio ed è che sono insieme elegante latino e volgare: ch'è una difficoltà che pochi l'hanno saputo fare con lo spirito di costui, il quale se quando gli avanzava il poeta, tanto gli fosse mancato di pazzo, era degna di lauro la sua fronte.
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Tienen un artificio singular, y es que juntamente son elegante latín y elegante romance, dificultad que pocos la han vadeado con el ingenio que éste, que si lo que le sobraba de poeta le faltara de loco, era digna de lauro su cabeza.
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Dialogo fra la principessa delle muse e Giustina, a proposito del suo furto in ottava rima, spagnuolo insieme e latino.
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Diálogo entre la princesa de las musas y Justina, a propósito de su robo, en octavas españolas y latinas
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Declara (si me amas) o Justina,
cuántas chimeras ibas fabricando
instante una tan próxima ruina; cuáles internas voces replicando,
urgente tanta pena repentina,
cuáles lamentaciones resonando.
Cuando tantas injurias publicabas,
¿cuántos celestes orbes penetrabas?
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Declara, si me amas, oh Justina,
Cuántas chimeras ibas fabricando,
Instante una tan próxima ruïna;
Cuáles internas voces replicando,
Urgente tanta pena repentina,
Cuáles lamentaciones resonando.
Cuando tantas injurias publicabas,
¿Cuántos celestes orbes penetrabas?
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Grandes penas intentas, Musa chara
mandando tan acerbas jusiones;
suspende obediencias tales, dea preclara
suspende tan penosas relaciones.
¿Suspendes? Responde, o musa clara.
Respondes negativa. O duras confusiones,
¿mandas? Subjéctome. Affirmo, clamando
fui,
tales infrascriptas voces dando.
O raras, peregrinas, invenciones.
O máchinas tan viles cuan brutales.
O chimericas, o vanas illusiones.
O bárbaras personas animales.
O terrestres, caducas, intenciones
serpentinas, crudas, duras, infernales.
O fortuna inhumana: ingrata varia.
Tam dura, astuta, y falsa, quam contraria.
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Grandes penas intentas, musa chara,
Mandando tan acerbas jusïones;
Suspende obediencias tales, dea praeclara,
Suspende tan penosas relaciones.
¿Suspendes? Responde, oh Musa clara,
¿Respondes negativa? ¡Oh duras confusiones.
¿Mandas? Subjéctome. Afirmo, fui clamando,
Tales infrascriptas voces dando.
¡Oh raras peregrinas invenciones!
¡Oh máchinas tan viles cuan brutales!
¡Oh quiméricas, oh vanas ilusiones!
¡Oh bárbaras personas animales!
¡Oh terrestres, caducas intenciones,
Serpentinas, crudas, duras, infernales!
¡Oh fortuna inhumana, ingrata, varia,
Tan dura cuan astuta, falsa cuan contraria!
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Sotto specie di mascare e stravaganzie, si commettono oggidì esecrabili ed orrendi peccati: per il che li padri accorti e cristiani devono guardare con diligenza le loro figliuole e levarle da simili occasioni, nelle quali sempre sta nascosto l'amo mortifero del periglio.
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En achaque de máscaras y disfraces se cometen hoy día temerarios pecados, por lo cual los padres cuerdos y cristianos deben guardar a sus hijas de semejantes ocasiones, en las cuales está solapado el anzuelo del peligro.
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