Parte seconda, libro I, capitolo III (edizione complanare)
   
   


DELLE LETTERE MISSIVE E RESPONSIVE, SCRITTE ALLA SIGNORE PICARA GIUSTINA DIEZ
 
Capitolo III
 
 


Capítulo tercero
 
De las dos cartas graciosas
 

Quintiglia dal piede corto, in spagnuolo

 

El fullero escribe y pic

a

a la pícara Justina;

ella picando replica

y repicando repica

y con furiosa bolina

le demuestra

que su burla fue más diestra,

lo otro más provechosa,

lo tercero más graciosa.

En fin burla de maestra

en todo el mundo famosa;

y ainda.

 

Il picaro Pavone scrive lettere alla picara Giustina, burlandisi di lei non poco, in risentimento della picaresca burla da essa fattagli.

 

Quintillas de pie quebrado

 

El fullero escribe y pica

A la pícara Justina;

Ella, picando, replica,

Y, repicando, repica,

Y con furiosa bolina

Le demuestra

Que su burla fue más diestra,

Lo otro, más provechosa,

Lo tercero, más graciosa,

En fin, burla de maestra,

En todo el mundo famosa.

Y aínda.

 

{Detti e sentenze.} Chi serve a gente ingrata, coglie frutto cattivo e perde il tempo; siccome perde il tempo la liscia et il sapone, chi lava il capo all'esino. Onde è ben ragione che trattandosi d'ingratitudine e discortese, si publichi la qualità della persona macchiata e di quella che pretende d'esser senza macchia.

Qui appresso gustarai lettor mio gentile, alcune lettere scritte alla signora picara Giustina Diez di Mansiglia, dal chiachiaronissimo et ciarlonissimo picaro guercio, studente et barro, don marco Mendez Pavone, per occasione d'una burla grande, di peso e di tutta marca fatta da essa al Pavone, che dopo che fu passata in cosa giudicata, per lo spazio di nove continui anni,

Este es un traslado bien y fielmente sacado de un escrito y rescrito que pasó entre mí, Justina, y el bachiller Marcos Méndez Pavón en razón de una burla mayor de marca, que después de haber pasado en cosa juzgada por espacio de nueve años,

germogliò in questo tempo le querele e le lamentazioni al tribulnale del cuore; ma ora la lingua ciarlatrice del chiachiarante Pavone si mosse a scrivere la qui appresso lettera, alli quindici della sua penna, mandata per il corriero con la sua piuma et scritta in papel, idest in carta finissima bergamasca ch'è la più fina di tutto il mondo ed in essa spiegò et diede di piglio a spogliare la piuma;

retoñando las quejas en el corazón y lengua del sobredicho bacalario enviaron a las quince un correo a su pluma y ella al papel, y todos dieron de rebato sobre la pobre Justina, a quien con parte de real y medio, bien llorado y mal pagado, le publicaron la sentencia y misiva siguiente, que a no poder apelar para la respuesta era casi casi cosa de afrenta.

Va de carta.

alla quale con un real e mezzo, ben lavorato et molto mal pagato, le publicarono la sentenza seguente inappellabile, per lo che era quasi, quasi negozio di molta importanza et di grande affronto; et ciò avviene perché chi è offeso scrive in pietra di marmore et chi offende scrive in polvere; non si deve però mai far male con pensiero, che li succeda bene.

 

Alla molto non illustre signora picara, la signora Giustina Diez di Mansiglia, sopraintendente di tutti i picari e picare.

 

{Lettera del picaro don Marco Mendez, a donna Giustina Diez.} Io ciarlatore e grandissimo chiacchierone don Marco Mendez Pavone lo ingiuriato, a te Giustina Diez, agnoletta tutta semplice, tosata a saltarelli, a te dico che comprasti a prezzo della tua vergogna, quella ch'io tengo per i miei danari, che di miei hai fatti tuoi; sicché i miei sopravanzi sono caduti in te e te ne hai fatto mano liberale. Per questo io ti scrivo e con scrittura autentica fatta di mio proprio pugno, in virtù della quale io ti invito e sfido a campo aperto, per farti vedere che le tue false impaginazioni essercitate verso di me sono state verissime ribalderie, da me sopportate non con minor pazienza di quella che tu mostrasti nella insigne scola picaresca, mantenendo contra il picaresco stuolo,

Yo el bachiller Marcos Méndez Pavón el agraviado, a vos, Justina Díez, ovejita de Dios, trasquilada a cruces, que a precio de vuestras vergüenzas comprastes las que yo tengo de mis faltas en dinero y mis sobras en manilargo. Por estos mis escritos, os reto a campo abierto para que aguardéis las asadoradas de mis razones, no con menos paciencia que la que mostráis en esa insigne escuela, teniendo tantos actos y aguardando en ellos tantos argumentos cornutos de tanto género de estudiantes capigorristas, resolviéndoles y resolviéndoos sin dificultad ni impedimento cuantas objeciones os representan.

e con valore i tuoi punti e defendendo tra onorati pari tuoi conclusioni rare e grifaldine, con forze di caprone e con ingegnio di asino, contro cotesta caterva di studenti scapestrati: guernita di vestimenta stratagliate e squarciagliate e di mantello curto e da consiglio per la sua isperienza e senza pur un pelo, per una pelantissima infermità e per una pelata paura fattagli da un guattaro francese, di maniera tale ch'egli restò come tu pelata che mai più hai potuto germogliar peli; e te diportasti tanto bene, che con saggie risposte ed atti gagliardi risolvesti tutte le loro obiezioni, come fievoli e vane e questo perché tu eri licenziada di quella università.

Ma non puoi già negare che una delle mie vagliano per cento delle tue: perché per una parolina che io in aria ti dissi, burlandomi della tua medaglia, armasti tutto l'essercito dei tuoi chimerici pensieri, che ha posto terrore e spavento nei vasi di Toledo e nelle casse di Siviglia. Credimi, che in buona filosofia naturale, la qual tu molto ben sai e più tempo fa la professi, con sensibili atti pratici, di quanto in essa si tratta, che tutte le cause sono migliori, che il suo effetto e pertanto si conosce che la mia burla fu migliore della tua, poiché ella fu cagione che tu generassi e parturissi quella che facesti a me: e certo se il parto non veniva a termine, tu saresti scoppiata e crepata, con quel desiderio di vendetta in corpo.

No podéis negar que una mía vale por ciento, pues, por una palabrita que en el aire os dije de las bulas de coadjutoria, armastes todo el caramillo que ha pasado y metido más obra que los cazos de Toledo y monumentos de Sevilla, y creed que en buena philosophía natural -la cual vos sabéis ya muy bien, atento que profesáis mucho los movimientos sentibles de que ella trata-, toda causa es mejor que su efecto, y por tanto, se conoce que mi burla fue mejor que la vuestra, pues ella os hizo a vos parir la que me hecistes. Reventáredes con ella el cuerpo.

Oltre di ciò tu sai che ogni licore mescolato non è tanto perfetto nella sua specie, come è il puro: e poiché la mia burla fu burla da tutti i quattro lati, senza bruttezza o scheggie, né mescolata con dispiacere, non meritava ch'ella fusse tenuta di vendicarsene; fu burla più perfetta nella sua specie, che la tua, la quale con imbrogli di verdadera azione comettesti un perfetto latrocinio.

Otrosí, bien sabéis que todo licor mezclado no es tan perfecto en su especie como el puro, y, pues mi burla fue burla de todos cuatro costados, sin brizna ni mezcla de veras, ni de ofensa, ni de venganza, fue burla más perfecta en su especie que la vuestra, la cual vino envuelta en un muy verdadero y averiguado latrocinio.

Credimi, che così come si tengono per male le burle dell'asino e d'altri animali della sua specie, perché non sanno burlare, se non imprimono e stampano ben bene la unghie ed i piedi a danno di chi si sia; così la tua burla si deve chiamare asinina, per quanto d'essa in me segnalasti le mani ed anco le unghie. Io di più ho visto burle che con l'amor finto, pare che gettano saette e che con li stridi fendino le pignate e con un tiro saltante di mano spumano le borse: però tu, non con dimostrazioni d'amore, ma bensì con titolo di cambio mi trapolasti, dandogli nome onorato di leal baratto: questi sono tiri di picara vigliacca e ladrona, come tu sei.

Creedme que, así como se tienen por malas las burlas del burro y otros animales de su jaez, porque no se saben burlar sin estampar uñas o patas, así vuestra burla se ha de llamar burral, por cuanto en ella señalastes las manos y aun las uñas. Yo burlas he visto de damas que, con amor fingido, parece que echan llamaradas y queman la olla del seso, y de recudida espuman la bolsa, pero vos, no con demostración de amor, sino a título de trueco engañastes, y por trueco bautizastes el hecho.

Ti prego che se altro cambio ti cade in animo di fare a questo tono, lo primo che farai, sieno coteste tue mani, in pena, che ben sotto sotto tagliate ti siano le unghie, perché meglio e più pulitamente calzar ti si possano i guanti: e non solo che (se non avverti a' fatti tuoi) troncarannoti le unghie, ma anche i passi. Si vedranno prima volar gli asini, che tu mutar vezzi di picara. Buon pro ti faccia, come fa l'oglio alle scardole: o veder io ti possa a far un salto e restarti a mezo l'aria o tra Marco e Todaro con un piede appesa: e sappi che vi giugnerai, perché chi la fa, l'aspetta.

Ruégoos que si otro trueco hubiéredes de hacer al tono , lo primero que troquéis sean esas manos por otras, so pena de que, a pocas tretas, os cortarán las uñas para asentaros el guante, y no sólo os cortarán las uñas, pero los pasos.

Non ti lodar tanto no della truffa fatta, perché veramente io pensava dartela, ma a baratto d'altra cosa, tu sai bene di che; e l'averesti fatto con più trotti, che passi o sebbene ti ricorda, andasti di buon trotto dalla chiesa all'albergo, per barattare, anzi barrare me sempliciotto; questa è ella virtù o vizio? È vizio, che qual catena di molte anella, tanti più vizi hai tu; che però molto minor inconveniente è cadere in un altro vizio di manco carico, che non averà obligo di restituzione, come hai da fare tu se tieni anima.

No se alabe tanto, que sepa que yo pensaba darle la pieza que me llevó y más barata y con menos trotes de pasos, que si bien se acuerda, anduvo al trote desde la iglesia al mesón para topetar con yo. ¡Pecadorcita en qué vicio dio! Menos inconveniente fuera dar en otro vicio menos costoso en quien, aunque llevara carga, pero no de restitución.

Non ti dichiaro il vizio, perché tanti ne hai che pochi più aver ne puoi. Mi dirai, signor licenziado, non vi alterate: tutto passerà. Anzi purtroppo il mio da te barratomi se n'è andato. Credlo, perché il vizio, che io dico ed il rubbare che fai sono di stretta camarata insieme. Per questo disse uno che i vizi sono conigli. Collà in Salamanca ti dichiararanno questo latino, nulladimeno dirotti, quello voglia significare: che siccome i conigli e coniglie tutti partoriscono e niuno è sterile, così un vizio partorisce più vizi che un coniglio coniglietti.

No le declaro el vicio porque de ese menester se le entiende mucho. Diráme voarced: señor licenciado, todo se andará y aun todo se ha andado. Créolo, porque el vicio que yo digo y el hurto son grandes camaradas. Por eso dijo el otre que los vicios son conejos. Allá en Salamanca le declararán este latín, que, a lo que yo perjunco, quiere decir que como los conejos y conejas todos paren y ninguno es estéril, así, un vicio pare más vicios que un conejo gazapos.

Tu mi gabbasti: però possomi lodare d'essere da te stato gabbato, pigliando la medaglia tua per scudo e brocchiere con l'effigie di gran personaggio, dietro la cui ombra ardisti di offendermi e di salvarti ancora: solo m'incresce che per un fatto tanto picaresco, tu t'abbia poi ricovrato dopo un tanto gran soggetto e te ne stia sicuro: la va per te, mentre hai il vento in popa; tu stai bene, non ti movere ed a chi duol il capo, suo danno e questo tocca a me.

Engañóme su merced, pero puédome alabar que me engañó tomando por medio un agnus de cera, cordero mudo. Hágome cuenta que tomó la pieza de mi cuello, como tomaron a Cuenca los soldados en hábito y forma de ovejas y corderos a la misma hora que voarced me hizo el tiro. Sólo me pesó que para un hecho tan humano tomase un medio tan divino. ¡Herejota!

Et con che arditezza mi gabbasti? E come fu picara burla? Non mi potevi tu far burla in un paio di braghesse? Nelle quali, ancorché di seta, dentro non vi aveva un denaro? Per mia fé, che tu non ardisti di venire con me a faccia a faccia? Tu avevi il vento a gonfie vele, la fortuna aiuta i pazzi: a me non valse sapere, che io troppo ti credei ed è vero che chi più crede, meno sa; tu mi desti a credere che le lucciuole erano lanterne, io corsi veloce alcrederti, ma con le picare vigliacche pari tue bisogna andar adagio e non credervi nula nulla: chi crede a picare, diviene picaro: bisogna a voialtre non creder nulla, eppure anco non si sarà sicuro che anche nel non credervi vi sarà qualche nascondiglio per aggabbarne.

¿Por fuerza había de serla burla en cosas de las tejas arriba? ¿No me podía hacer la burla en unas calzas de obra que yo tenía en la posada o en algún dinero seco? Mi fe no se atrevió a venir cara a cara, sino que se metió detrás de un santo como fugitiva y lebrona. ¿Por qué no me pretendió hacer la burla de Pero Grullo el de Arenillas? Por estas pocas que aquí Dios me puso, que si yo fuera el obispete y conmigo las hubiera, que yo la había de traer un extra tempora y me había de salir del carricoche ordenada o desordenada de mi mano.

Tu facesti ufficio d'una vigliaca picara e la più vigliacca che ritrovar si possa. Altrove alcune ne nascono, ma qui nascono ed a caterate aperte piovono e nascono e non è meraviglia, se voialtre tanto bramate quelle di noialtri, che anch noi bramiamo, pigliamo ed inganniamo, quanti possiamo: io credo che tutte voialtre e noialtri siamo nati con questo picante raspante, di tutto tirare a noi e verso noi e convertir in noi e quello che in nostro poter entra una volta, di non mai spossedersi, né restituire: e siccome il promettere non sta per attendere, così il pigliare l'altrui non sta per rendere.

Et ciò avviene, perché l'uso è tale ed ogni uccello fa il suo verso; ed ogni botte dà del vino, ch'ella ha; e chi è tristo, non facilmente diviene buono, perché ogni simile brama il suo simile. Ciò facesti tu nello ingannare il re picaro don Pietro Grullo, che lo spogliasti con tutti i suoi cortegiani senza veruna pietà; anzi al sono strepitoso di nervose sferzate lo lasciasti senza avere, né possedere. affé, affé, se meco avesti avuto a trattare, che v'averei dato un cavallo senza brache, con sode code di volpe; ed averei battuto ben bene la polvere fuori del pellicione, che saltata saresti con prescia, non meno di Grullo giù della caretta.

Io giurarei che tu hai divvolgato per tutta Spagna la burla fattami.

Questo credo io e lo tengo per certo, che le donne non sanno tacere cosa alcuna ancorché sia la caca, il coco ed il cucco, che in buona favella vuol dire che non sanno tacere quello che cacca li bambini; e se veggono un verme in qual si sia cosa, ne fanno istorie e sono simili al cucco, il quale, perché altro non sa dire, beffeggia gli altri, quasi dicendo, tu mostri il cucù, idest, il sedere.

Yo juraré que dejó su merced en León bien cacareada y pregonada la burla que me hizo. Eso creo yo, que mujeres no saben callar cosa, aunque sea la caca y el coco y el cuco.

Gran prudenza certo di questa loro loquacità, buona per me, ch'io non le dissi che di lei io ero gravido, per le melate parole e per il vituperevole inganno ch'ella mi fece, che avendo ella per innanzi acquistato il soprannome e le opere di ostessa burlevole, dirà forsi ella che con l'opere di queste sue picaresche invenzioni mi abbi ingravidato ed accioché lo credono farà ogni diabolico scongiuro.

¡Gran hazaña! ¿Por qué no les dijo que me enviaba preñado por obra de gatuperio, que a trueco de llevar adelante el nombre y opinión de mesonera burlona, dirá eso y más, y porque la crean dará un cuarto al diablo?

Innocentina e con che sincerità mi offerse di prestare li cinquantacinque reali ed un quarto. Ora mi rivolgo a te e dicoti che il quarto tu lo dii al tuo Belzebù per la cognizione delle sue a te prestate malvagie opere: perché non è convenevole che paghi il giusto per lo peccatore. Gli cinquantacinque reali serbali, perché, se fia bisogno, tu possi dire che una volta avesti in tuo potere tanti reali, essendo che passerà molto che anderanno in fumo, conforme al proverbio che la robba va, donde viene. Non ti ricordi, oh picarissima delle picare, di quel scatolino d'avorio e di quella borsina che ti donò uno de' tuoi novizi? In verità,

¡La inocentilla! ¡Y con qué sencillez me decía si quería prestado los cincuenta y cinco y un cuarto! El cuarto déle ella a Bercebú, y no sea el trasero porque no paguen justos por pecadores. Los cincuenta y cinco guárdelos, porque siquiera se pueda decir della que entró una vez en su poder un mazo y se descartó dél.

¿Cómo digo de aquel bolso que le dio en vistas su novio? ¡Oh, válame San Macario!,

se cadauno de' tuoi novizi ti avesse a dare una borsa ed un scattolino, molta quantità ne averesti e da qui innzanzi ne averai bisogno per impirli della truffaria fatta a me di trecento e quattrocento reali, che mi levasti, oh vigliaca, in un soffio. Ti pensi forsi facendo queste male operazioni d'esser tenuta per persona che abbi anima? Non lo credere; perché niuno ti crede: le tue malvagie opere tutto ciò cagionano.

si cada uno de sus novios le hubiera de dar un bolso para vistas del pleito. Y qué de bolsos tuviera, aunque todos los tuviera necesarios, si es que ha de ir adelante en embolsar muy a menudo de manos a boca docientos y cuarenta y cuatro que me llevó en un soplo. Si pensara que tenía alma, rogárala que me lo dijera de misas, pues que tiene tantos capellanes como días hay en el año, y en el bisiesto dos más, para andar conforme al tiempo, a uso de potrosa.

Non ti voglio inculcare di questo, né metterti in dubbi scrupolosi, che io so che tu scrupolosa non sei, che se tu fusti tale, faresti de restitutione in integrum; ma perché sei priva di scrupolo, sei priva anche di anima, cioè che tu non hai coscienza di veruna cosa, che così sono li picari e picare pari tue e credimi che se tu hai burlato me, verrà tempo che molto più serai burlata tu e pagherai il fio delle tue commesse ribaldarie.

Mas no la quiero encargar esto ni meterla en escrúpulos excusados, porque me temo que si se encarga de decir estas misas, cuando se muera, hallará tan quejosos los del purgatorio como los que acá quedan, que, si bien lo mira, son todos los estados, que cuando tan atrevidamente se atreve a entrar burlando y burlando de el estado eclesiástico, cuyo mínimo profesor y acólito cuadragenario soy, no ha de dejar hombre a vida.

Ahi guidonaccia, ahi nuova Parca di borse, Cariddi del denaro e Silla della pezza d'oro, voragine di cappelli, Crapulona di ferrariuoli, archivio di trufferie, contessa de' zingari e picara di furberie sovrana. Supplico la tua sfibbiata ingordaggine ad accettare cotesti titoli, sendone di molti altri meritevole, che appresso ti saranno dati. Non t'imaginare che sia grandezza il dimenarsi tanto per far burle truffesche agli uomini, che alcuna volta gli venderai per lana e per lana di caprone: e poi che ti compiacesti di farmi la burla col fingere di ritrattare e di stornare il baratto, ponendoti e covandoti della manica la medaglia d'argento dorata;

¡Ay, hermanita! ¡Ay, nueva parca de bolsas, Caribdis del dinero, silla de piezas de oro, tarasca de sombreros, gomia de capas, zángano de meleros, condesa de gitanos, pícara de tres altos! Ruégola, mi santita, que se reporte; no piense que es grandeza menudear tanto el hacer burlas a los hombres, que alguna vez vendrá por lana y muy cicofanta.

Ya que quiso hacerme la burla, ¿para qué volvió barras y sacó a somorgujo el agnus de la manga?,

non era mo' meglio ciò fare a faccia a faccia e non voltar mantello come facesti? Questi sono termini da ceratani, da zingani e da galleotti, che tutte le loro operazioni tendono direttivamente ad ingannare e tradire le genti. Non ti attristare, ch'io non ti addimandarò il furto fattomi per via di giustizia, perché io so che tu non temi bacchetta lunga di superiorità: però non ti prendere giuoco di me, apparecchiati ad esser ben pettinata, che non lo ben strigliarti, ti farò vomitare a creppacuore le tue sceleraggini.

¿no fuera mejor rostro a rostro? Pero es de casta de caracoles, que hacen su hecho a traición. No le pediré el hurto ante justicia, que ya sé que no teme varas altas, pero apareje el zarzo que yo la haré vomitar la empanada.

Non ebbi pena e cordoglio de' trecento e più reali, poiché in una sentata io guadagno più agli hidalghi della tua nobil terra; ma quello che più mi pesa, è l'avere mal impiegato il mio in te succida e fetente picara.

No me dieron pena los ducientos reales, pues de una asentada gano yo más a los boquirrubios de su tierra, pero pésame del mal empleo.

Tuttavia non posso rattenere di non chiederti della tua salute e se ancora hai rasserenato l'anima tua; perché quelle della tua età tengono non una, ma sei anime e meza, volli dire che hanno fatto presa di buono incalmo, per sei e più creature, che tu da tanto non sei ancora stata, sebben sei stata zappata, potata, rastellata, roncata e vangata, nulladimeno il tuo mal terreno non ha reso alcun frutto, tanto sei vigliacca e dappoco: basta dirti che tu sei un pezzo di carne con due occhi, tu eri e sempre sarai una da nulla,

Avíseme de su salud y si llega ya a tener el alma setena, que de su edad ya otras tienen seis almas y media. A lo menos, bien pienso yo que si con cada muela que se cae entra un alma de nuevo, pasan ya de doce sus almas, y terná ya las encías hechas un purgatorio. Sobre todo, me diga si ha entrado algún cardenal en la corte de sus espaldas, y si le han frisado la costilla que le cupo en el repartimiento de Adán, que no me holgaría yo poco una tan gentil tundidora de bolsas ajenas hallase un buen frisador de espaldas proprias.

oh povero pane, da chi sei tu mangiato; tu sei tanto dappoco, che le core ti mordono e per gran fame che tu avessi, al sicuro ti lascieresti uscire di mano i cefali cotti, ch'è un dire che tanto dappoco vigliacca sei, che i trionfi in mano tua si muoiono; tu non sei per altro che per un bel parere e chi ti mostra il viso, rimani a ciascuno un guardaviso.

Mas en manos está el pandero que le sabrán tañer, porque me dicen que el señor corregidor de esa ciudad -buena vida le dé Dios- los pone como nuevos a los que tienen los dedos de más de marca, y porque me nombres, te digo que Marcos te llama marca de más marca.

Tu mi dirai ch'io sono stato il tuo cembalo, quasi dicat che mi hai tenuto per un meno, che da niente: tu dici bene; ma dimandane al signor correggitore, che ti dirà ove si piantano le carotte. Io sono Marco, che ti chiama Marca e che Marca? Dillo tu, di che fine marca sei, perché sei di tanto fina marca che più non hai oro di marca. Deh meschina vanne, vanne all'ospitale; non sai che Giustina innamorata e Scapina liberale, ne van tosto all'ospitale?

E con questo ti lascio in mano di medici, di cirugici e di mangia tocchi, i quali ti ridurrano al tuo albergo, alla quinta carriola ove patirai le tue tante felici prodezze e le tante afflizioni, che hai reso altrui e digerirai le altrui truffate sostanze; e impararai a servirti di scatolino a smalto, di borsetta a perlette e di pezza d'oro, per privare in un punto Atlante con tutto il suo peso: ma non sempre la ti andarà fatta, che al sicuro lasciarai la coda nell'uscio; né ti valerà chiamare aiuto, se non quello che a levar ti ha la vita.

Con esto, ceso, y no de rogar a Dios que, si es posible en la resurrección de la carne, por burlarte, te hurte el cuerpo un caimán y salga tu alma trocada, metida en un bolso o bolsa de arzón o manga de sayuelo, como el cordero que fue signo de tu cielo y memoria de mis penas.

Fatta nel general delle leggi, nella Università dello spasimo, ove delle tue malvagità resterai per mai sempre attonita, ammirata e crucciata. Di Salamanca ov'è scritta e di Toledo ov'è suggellata; nel mese del tuo giumentiglio cenericcio, a' 27 d'aprile; l'anno della mia afflizione e delle tue beffe.

Io, ben veduto e meglio da te maltrattato ed ingiuriato.

Don Marco Mendez Pavone

 

 

Al signor don Marco Mendez Pavone licenziato de' più eccellenti chiachiaroni, picari, barri e ladri di tutta Castiglia

 

 

Fecha en el General, donde dicen leyes en la universidad de Asma.

El bachiller Marcos Méndez Pavón.

 

Giustina Diez in risposta della tua. Tiscola, tenera, latuche.

 

Io la licenziata e saggia Giustina Diez, per altro nome chiamata Gusmana di Alfarace e picara illustrissima di prima catedra, a te Marco Mendez barro giuocatore, chiacchiarone abondantissimo, burlone di parole e burlato di opere, narice, anzi nasone di lambicco; occhi rivolti e rovesci di scarlato; corpo o sacco da farina, gambe di rastrello, piedi di giumenta, che a prezzo delle ingiurie licenziose che mi dicesti nel viaggio di Mansiglia,

Respuesta de Justina por los tenores mismos de la carta arriba dicha:

 

Yo, la licenciada Justina Díez, llamada por otro nombre la Guzmana de Alfarache, y Pícara de prima por claustro, a vos el bachiller Marcos Méndez, fullero, burlón de palabras y burlado de obras, nariz de alquitara, ojo de besugo cocido, pescuezo de tarasca, cuerpo de costal, piernas de rastrillo, pies de mala copla, que a precio de la desvergüenza que me dijistes en el camino de Mansilla,

comperasti la privazione ed il trappasso giuridico d'una buona peza d'oro e perle che tu dici essere in mio potere, salute, grazia e sapere; dico salute, che ti bastoni e scoppi; grazia, che miglior ti venga che la mia; e sapere, accioché non ti lasci ingannare, né gabbare.

comprastes la privación y traspaso jurídico de una buena pieza de oro y perlas que decís estar en mi poder; salud e gracia. Sepades... Digo salud que os reviente, gracia que mejor os venga que la mía, y sepades, para que no os engañen ni os esquilmen.

Primieramente, in virtù di questa mia, come scrittura di publico mio magistrato, v'innibisco che di me non apritte bocca, poiché ragione non avete, perché essendo un beffeggiatore, così publico e che date noia a questa e a quella: io vi commando per la potestà che ho sopra di voi e di tutti li altri pari vostri, che per tutto il tempo che durerà ad uscire l'infelice anima vostra, non dobbiate ingiuriare alcuno con detti, né nella borsa con fatti (e questo durando la nostra vita) e che di buona pazienza vi armiate, quello dico ch'ebbe la caritativa vostra madre, in udir chiamar suo marito, vostro putativo padre, figlio di Cornelio Tacito per via di femina e per via di uomo di un marrano chiamato Rabbi Sidrach.

Primeramente, por estos mis escritos, os inhibo de mi fisgón y os apercibo que para el tiempo que durare el resolveros el alma con dichos y la bolsa con hechos -que será el que la nuestra merced durare-, os arméis de la paciencia que tuvo vuestra charitativa madre en oír llamar a su marido, vuestro putativo padre, hijo de Cornelio Tácito, por vía de hembra, y por la del varón, de Rabí Sidraque.

Non potrete negar ora signor occhi rovesci, che una mia vale per mille, poiché di un sol colpo, io v'ingannai mille generi di cose, la cui somma da voi stesso potete fare, come a quello che più tocca e principalmente avendovi toccato nelle tre potenze dell'anima ed anco in quella della borsa.

No podréis negar, señor ojunregazado, que una mía vale por mil, pues de un golpe os engañé en mil géneros de cosas, cuya suma vos la podéis hacer como a quien más le toca, y como tocóos en las tres potencias del alma, y aun en las de la bolsa.

Nella volontà vi toccò, poiché con faccia di amore giungesti al salto e rimanesti ad adorare il pilastro o la colonna, come il cieco di lazariglio. Nell'intelletto, perché io vi feci vedere per la tela del settaccio e credere ch'io aveva gran vergogna di voi, eppure non vi stimavo un pelo veggendovi tutto mal franciosato, salvo il guanto e la pezza, la quale era sottoposta già al mio dominio e non mi ingannarei s'io dicessi che il profumo della burla fattavi giunse, anzi è giunta ed internata nella nostra memoria e talmente che di me e mentre durerà il nome e vita di Giustina, la qual Dio longamente conservi e voi ancora, ancorché siate i mille pezzi e come poste in salamoia, sempre vi ricordarete e questo a fine che ognuno impari a fuggire le vostre furbesche vigliaccherie.

En la voluntad os tocó, pues, con cebo de amor, llegastes y quedastes oliendo el poste como el amo de Lazarillo; en el entendimiento, porque os hice ver por tela de cedazo y creer que tenía vergüenza de vos quien no os estimaba en un pelo de buboso, salvo el guante a la pieza y a la crisma -si es que estáis bautizado, siquiera de socorro-, y no me engañaría si dijese que el zahumerio de la burla llegó a vuestra memoria, pues la ternéis y debéis tener de mí mientras durare el nombre y vida de Justina, a quien Dios conserve muchos años, y a vos también, aunque sea hecho tarazones y en escabeche.

Voi ponete diffetti alla mia burla? Burla che tiene più opere che non sono tutti li vasi di Toledo e certo che egli non ne ha tante quante sono l'eccellenze contenute in esse; però s'io fui l'inventrice dell'artificio, voi fosti il pagatore del travaglio. Considerate ora voi, che è quello di noi ch'abbia fatto maggior guadagno. Con filosofia voi mi citate o sferzate?

Ponéis tacha a mi burla que tiene más obra que los cazos de Toledo, pero si yo fui el Juanelo del artificio, vos fuistes el pagador del trabajo. Mirad vos quién es el más medrado en este lance. ¿Con filosofía me acotáis o azotáis?

Io non so quello sia filosofia, né d'essa ne ho mestieri, perché per saper io che i vostri occhi non passarono per l'ordine commune di naturalezza, né le vostre barrerie si fecero conoscere nella tassa o tariffa delli onorati, essendo voi difforme nelli occhi e disonorato, professando le furbarie infinite che fate e perciò io no ho bisogno di cotesta vostra filosofia naturale, né morale, nemmeno di provedermi de' savi della Grecia.

Yo no sé qué es filosofía, ni la he menester, porque para saber yo que vuestros ojos no salieron por el orden común de naturaleza, sino, cuando mucho, por alguna jeringa, ni vuestra fullería se dio por el arancel de los honrados, no he yo menester filosofía natural, ni moral, ni enviar por sabios a Grecia.

Voi vi pregiate che la vostra burla partorì la mia, vederete voi ch'io mi servo della vostra e di voi insieme come di giumenta parturiente. A me sarebbe di poco travaglio se conversassimo insieme, a farvi ogni settimana sputare e partorire più che una poledra di quelle di buona razza, che se fossero tanti muletti, come voi, al sicuro farei na mandria copiosissima.

Preciáisos de que vuestra burla parió la mía. Ahí veréis vos que me sirvo yo de vos como de potra paridera. No me diera Dios mayor trabajo que, si conversáramos mucho, haceros cada año escupirme más renta que una potranca de las de buena arca, que maldito más me diera que tener cada año una mula boba, bija de madre.

Ridomi e non poco, che repudiate la mia burla, per esser mescolata con verità. Ora sapete, perché prima non lo dovevi sapere, che tutte le cose viventi, quanto più perfette, sono tanto più miste. Picariglio mio, la mia burla era viva e viverà et accioché fusse più perfetta, la feci mista e questo è perché io sono speciala tra cristiani e non mi curo de' semplici come arabo o moro e bastami a darvi pillole, che vi facciano buon profitto. Non vi è bugia senza mescolanza di verità, né male senza mischia di bene, neanco pazzo, come voi sapete, senza mischia di discrezione; ma voi per esser tanto balordo e gofo incominciasti a sonare alcun poco i discreto, ma non toccasti i buoni tasti.

Ríome mucho de que repudiéis mi burla por ir mezclada con veras; ¿pues ahora sabéis que todas las cosas vivientes, cuanto más perfectas, son más mixtas? Hermanito, mi burla era viva y vivirá, y porque fuese más perfecta, la hice mixta. Es que soy boticaria de entre cristianos y no curo con simples, como árabe, sino con pildoritas que le hagan buen provecho. No hay mentira sin mezcla de verdad, ni mal sin mezcla de bien, ni aun bobo -como vos bien sabéis- sin mezcla de discreto, y aun vos, con ser tan tonto, comenzastes a querer soñar de poder tener algo de discreto.

Il tempo che vi durò nel burlarmi di me, voi me lo rintuzzate? Ditemi, non tenete voi per buona burla l'essere voi un gran barro de' giocatori, poiché le vostre barrerie, non vi hanno perciò foderato il pelicione di pelle di foino? Deh, tacete, che bel tacer avete, né mi fate dire che per voi troppo sarà il mio dire; la mia burla non tiene luogo d'esser chiamata scherzi, ch'io riceverei aggravio con questo nome, ma bensì è burla reale, fatta con titolo solenne ed inghirlandata sopra il capo del maggior asino picarone di tutta Spagna. Sapete come potete chiamar la mia burla?

El tiempo que os duró el fisgar de mí, decid: ¿no tenéis vos por buena burla el ser fullero? Pues, por mi fe, que vuestras fullerías no van forradas menos que en pellejo de garduña. Mi burla no tiene lugar de ser llamada coz burral, que os haría yo agravio al quitaros ese nombre y usurpar el título que tenéis avinculado y puesto en cabeza de mayor asno. ¿Sabéis cómo podéis llamar mi burla?

Chiamatela scherzi e burle di foino e cambi di là qua, piglia là. Ella è di mezo sapore, perché ai pazzi, come voi, simili scherzi e burle molto bene vi si convengono; e se non vi piace questa, io m'accingerò per farvene un'altra molto più sensibile e notabile, prima che mi siano cortate le ugne; che vi pare di aver detto una bella sentenza, a me ciò non avvenirà, ch'io sono giovane accorta ed onorata e ho più ingegno e prudenza di voi,

Llamalda retozo de garduña, ojimel de daca y toma, agridulce de bobos, que estos nombres le vienen mejor, y si no, sea como su reverencia mandare, con que no tenga pena que por acá nos corten las uñas, que moza soy yo que no sólo sé trocar mi plata por su oro, pero sé asentar el guante y, tras él, las uñas, y tras todo, armar mamona, sin ser necesario traer de acarreo quien suelte la ballestilla.

poiché ho saputo barattare il mio argento col vostro oro, però per il dubio della vostra professione vi convien portar i guanti e metterveli assettati, ma usate una picara furberia, che per ingannare altrui attacate le ugne al di fori via facendo a questo ed a quello mille ladre burle, anzi vere barrerie; e ciò fate senza aver bisogno di forza di schena di mulo; anziché mulo sete o per la forza che tenete, il tutto vi riesce e con tanta leggiadria, come fa un fanciullo a scaricare un archetto.

Della intenzione, con che pensavate darmi la vostra medaglia, non avete pensiero però per mancamento vostro di dirmi il perché; che io credo che nella vostra saccoccia abbiate mille chimere stravaganti: sappiate che una cosa pensa il baio ed altri li pone la sella.

De la intención con que pensábades darme el Cristo dado, no tenéis para qué darme cuenta, que yo creo alforjaríades mil chimeras; pero uno piensa el bayo y otro lo ensilla.

Non tenete, né tener dovete per consiglio utile e sano il dar gioielli dadi, che non vi è il peggior giuoco che il dado; e voi stesso, che ne avete fatto isperienza più d'una fiata, ben lo sapete, che dado non vuol dire altro che dare mille guai, mille cordogli e mille pene a chiunque essercita dado. S'io ritornai dalla chiesa all'albergo con prescia, fu per visitar voi, perché sapeva di non vi ritrovar giammai in chiesa; perché piuttosto sareste trovato in mille osterie, che in una chiesa ed il simile essercitate e li vostri essercizi sono lontani dalla chiesa.

No tengáis por consejo sano dar joyeles dados, que no hay peor juego que el dado. Y si vine apriesa y dejé la iglesia para venir al mesón a buscaros, sabed que era porque sabía que aunque estuviera a todas horas en todas las iglesias del mundo en ninguna os había de encontrar, porque sé que lo que vos tenéis de oficio no se cursa en la iglesia; y si dejé vísperas de nuestra Señora, fue por las del Cristo.

Li consegli che voi mi date di sciegliere ed abbandonare li vizi che non obligano a restituzione; la coscienza vi sia di ciò rimorso, tal consiglio pigliatelo per voi e ne avete di bisogno molto, religioso della primiera, nel quale mi dicono che col maneggiare e sciegliere le carte, voi gettate sulla tavola a tratto per tratto molte primiere, che ciò non si può fare se non con la destrezza delle mani e col serbare un asso, un sei, un sette:

Los consejos que me dais de escoger vicios que no deban restitución, la villa os los pague, pero tomaldos para vos, y no en el juego de la primera en el cual me dicen que, de puro escoger echáis en la mesa muchas primeras que no se hacen ellas, sino vos las hacéis por un molde hecho en Asís.

e però siccome voi insegnate a sciegliere i peccati, voi per voi stesso avete imparato a sciegliere le carte buone per voi e le triste per gli altri. Quante giottonerie barresche avete voi mai fatto in vita vostra? Quanti furti ed inganni avete voi commesso? E per dirla in una parola, voi come gran picaro e picaro vigliacco e ladrone avete tradito, ingannato ed assassinato molti e molti con le vostre barrarie. Che pensate voi d'essere? Che credete voi che le persone vi tengono?

Debe de ser que como enseñáis a otros a escoger pecados, vos os habéis enseñado a escoger cartas, y pues vos hacéis primeras a vuestro gusto, no os metáis en los flujes de bolsa que yo hago al mío.

Vi tengono per un barro e vi hanno e sete un ladro compiuto; e tanto più, quanto che avendo le carte in mano non basta il far primiera a gusto vostro e quante volte vogliate voi, ma vi mettete anco al far flusso e flusso dell'altrui borsa; e io, che non giuoco di primiera, feci flusso della vostra medaglia d'oro con carte di nulla; di nulla dico, perché col mio flusso d'argento presi e fui vincitrice della vostra pezza d'oro. Andate ad imparare, oh signor barro, che non sapete giuocare: io ho saputo giuocare meglio di voi.

Et poiché voi sapete che i vizi vanno di camerata insieme con voi ed il barro per voi e per i barri, tenetevi a questo consiglio, accioché quando vi capiterà giovanotta della sorte mia accompagnata dal suo picariglio e con qualche altro scioperato, sapiate come governarvi, perché non sempre pescando si piglia il pesce che si vorrebbe:

Y, pues sabe que los vicios andan de camarada, como él y los fulleros que trae en rueda, aprovéchese de ese buen consejo para advertir que cuando viere una moza de buen fregado, como yo, carilucia, barbiponiente, pieza suelta, sin tío ni sobrino al lado y sin can que la ladre, sino sólo con su borrico y su picarico y su baldeo y moza de la jábega y a Dios que me mudo, no la crea; santígüese della, lea en un libro como su primo el ermitaño, conjúrela,

non pensi che l'oro sia sempre oro, convien aver buoni occhi a conoscere l'oro argentato e l'oro come oro; eppure avesti con voi un orefice che conosceva l'oro, ma vi bisogna condurre un altro che conoscesse l'argento; se io vi diedi borsa e lo scatolino ingemato, erano fatti di mille fili e di mille gemme d'inganni, perché trattando con voi così convien fare e picarescamente ci conviene trattare per riuscirne a bene.

y por relucir que vea las cosas, no piense que son oro, aunque se lo diga un platero de oro o un orero de plata, que de bajo de un bolsito de tela hay mil telas y mil engaños. Desto le puede servir aquel ejemplo de los zamarrones de Cuenca que trajo a tan buen propósito.

Y si le parece que mi burla es caso Inquisición, hable a esos señores y cuénteles el caso, que quizá les entretendrá y aliviará un poco del cansancio que suelen tener de tratar con algunos tan grandes bobibellacos como él.

Ello bien puede ser caso de Inquisición, mas crea que no me acusa la conciencia del haber consentido deliberadamente en pensar que una imagen de un Cristo crucificado en poder de un sayonazo como él no andaba segura, y es charidad quitar la ocasión. Alegarme ha en su favor que fueron parientes suyos los que labraron la cruz a Cristo; pues, ¡pesia tal con él!, ¿labró una de palo y quiere poseer en pago una de oro? Para renovar memorias, una de palo le bastaba, demás de las muchas que hace cada momento en los dedos para jurar que pierde, aunque gane.

Gentil agilità ed agil gentilezza, che una giovane inesperta abbia fatto cosa onorata, per liberarsi da un picaro barro par vostro. Voi mi pregate che io vi dia alcuna nuova, buone nuove voglio darvi: che alle cristiane vecchie sia lecito porta al collo una crocetta di legno e non d'argento, né d'oro, perché l'oro e l'argento serve per altre cose; ma per esser quella di legno vale molto contro i folgori di Giustina: ma voi come convertito, che non è molto, vi libererà da' pericoli d'ogni legno e di tre legni specialmente; e sappiate che alle persone discrete e prudenti nulla il succede a caso, perché col favore del cielo a tutte prevengono.

¡Linda maña, mentir aboque de abaque, y ahí está la cruz que lo atestiguará! Ahora bien, unas nuevas le quiero dar, y son que los cristianos viejos le damos licencia para que pueda traer al cuello una cruz de palo, para que Dios le libre de los relámpagos de Justina, aunque a un motolito como él debajo de los pies le saldrán ocasiones y peligros que temer, que para los bobos se hizo la mala fortuna y mal caso, que a los discretos nada les sucede acaso, porque todo lo previenen.

Parmi d'intendere dalla vostra, che abbiate avuto notizia della burla a noi fatta da don Pietro Grullo e me la giurate anco? E che credete d'oppormi con dir ciò?

Paréceme que a su noticia ha venido la burla de Pero Grullo. ¿Y júramelas?

Ah simplice simpliciotto con lui saldarò la mia partita, s'egli da me pretende nulla e se non basta le nervose sferzate che io li diedi per risvegliarlo dalle sue vane pazzie, altrettanto e molto più le ne darò per ristorarlo nel suo intiero ingegno; ed a noi questa medicina sarebbe ottimo rimedio per restituirvi il vostro cervello perso.

Deh meschino! Deh infelice voi, che pensate che sia il trattar con picara? Conviene aver gli occhi d'Argo e quelli di lince e tuttavia non bastano per guardarsi dalle fine mani picaresche.

¡Ay, bobito, bobito!, con él me deparara mi dicha siempre que yo fuese a caza, que a fe que no la tuviéramos mala, y a fe que si él fuera el bigornio, yo le hiciera entender que la carreta era bolso.

Non volli farmi la burla nei vostri calzoni o bragresse strasciate, perché io non me ne vogli servire per fare paura alli uccelli, né a' polli. Di più, che la burlata io sono stata, ciò potrebbe esser vero, se io mi vestivo de' vostri calzoni, dico de' calzoni delle vostre ribaldarie e pessime opere, che quanto a me ciò non mi si può dire, poiché a me è toccato spuliciare vestiti di scimmia e di balordo, ove ho ritrovato pulici d'ignoranza, pedochi di dappocagine e cimici di tradimento, che da voi ben bisogna guardarsi per difendersi da simili sorte di noiosi animali: e però voi come capomastro della fraterna balordesca, vi avvertisco a mutar cervello ed a fare più ingegno, perché li gatticini hanno aperto gli occhi.

No le quise hacer la burla en calzas, que yo no trato de echarlas a pollos. Demás de que la burlada yo lo fuera, si me cargara de sus calzas de obra, que a mí no me la podían hacer buena, ni tengo por buena burla espulgar vestidos de mona.

Voi allegate che io non fui a faccia a faccia con esso voi: oh che bel viso, oh che belli occhi da innamorare un carnefice, degno custode della custodia vostra. A questo vi dico per un capo che nel ritornare dalla guerra sono lecite le burle e gl'inganni. Per l'altro, che se il mio fu inganno, fu però a vista di officiali: e se il baratto fu leale, che chiacchierate d'inganni?

¿Alega que no fui cara a cara y que volví barras? A eso digo: lo uno, que en guerra de retorno son lícitas las tretas; lo otro, que si fue engaño, fue engaño a vista de oficiales.

Non mi potete già negare che con esso voi conduceste un principale e intendente orefice ed alla presenza vostra fece il saggio e lo pesò et disse esser oro finissimo di Portogallo; e tra voi due faceste ogni cosa, conforme al gusto vostro e che cosa andate voi ora cercando? Che vanie moresche andate inventando?

¿No estaba un platero delante, con sus pesas y apatusco, y entre ellos dos lo ordenaron como quisieron? ¿Qué más quiere? ¿No le dije yo que guardase bien el agnus en el bolsillo, porque el oro de Portugal, de puro fino, se toma? No quise decir que se tomaba él de fino, sino que por ser tan bueno le deseaban muchos tomar y le tomaban, y echáralo de ver cuán presto se toma, pues no se le hube bien dado, cuando fue tomado de mí.

La mia pezza, ossia medaglia, non ve la diedi io in un scattolino d'avorio tutto miniato e riposto in una bellissima borsa? Vi dissi anco che doveste averne buona custodia, perché quella qualità d'oro vedendo sovente l'aria si muta e si cangia in argento? Che cicalate dunque? Voi del vostro danno sete cagione.

Non vi prendete affano, che questa che voi dite burla, io sia per dirne nulla in Leone: voi avete poco sale in zucca, io non attendo a secreti. Le mie azioni sono onorate e come tali non mi curo di segretezza: ma le vostre, che sono di bassa lega, miniate di mille indignitadi, queste si meritano d'esser sepolte, con esso voi in un cesso fetente, accioché per mai sempre segretissime rimanghino; oltre di che, altra sorte di luogo se non questo voi non meritate.

No le dé cuidado pensar si acaso parlé el chiste en León, que le digo de verdad que nunca fui amiga de vender secretos que se suelen pagar por calles públicas, y no quiero yo que por falta de secreta me hagan hacer la digestión en la calle, jeringándome las espaldas con alguna penca o rebenque o cualque cosi. Acá, para conmigo, confieso que mil veces me parlo el chiste entre pecho y espalda, y a su costa traigo forradas en risa todas las tres potencias del alma especialmente cuando me acuerdo que se queja de mí porque, con inocencia fingida, le ofrecí si quería prestados los cincuenta y cinco y un cuarto.

Le furberie presto s'iscoprono: oh quanti se ne trovano che per porsi in buon nome cercano coprire le loro picaresche vigliaccherie con l'usar amorevolezze a tali e quanti, non ad altro fine che per tirare l'acqua al suo molino! Sono gente che hanno sempre l'apetito in pronto e tanto mangiano il buono, come il cattivo, purché mangino dell'altrui et con faccia ridente gabbano questo e quello; così fate voi picaro picarissimo. Voi vi querelate di me, perché con semplicità leale e sincera io vi offersi quei pochi reali ch'io avea.

Sappiate che a' pazzi, balordi e tutto scemi come voi, offerire si poteva ogni gran summa, perché non avete, né aveste, né sete per avere tanto intelletto, cervello ed ingegno, per attendere a voi ed alla salute vostra; e servavi per tema, che due lecardi non istanno bene insieme: perché dove è grosso intelletto, non sa chi si sia appoggiarlo ed incaminarlo al buon camino;

Sepa que a tontos como él no se pueden ofrecer los cincuenta y cinco justos; lo uno, porque no vienen bien justos con pecadores; lo otro, porque como es número de mazo, moriráse por él, como gavilán por rábanos, y así, no se le podrán envidiar de falso. ¿Y dirá que no me descarto de mazos y descártome de él? Ofrecíle un cuatro. ¿Pregunta si es trasero o delantero? El que su merced mandare, que para él tanto monta, que me dicen hace a dos luces, como candil de mesón, y que ha estado a pique de una plaza él y otro por ser amigos de atrás, y aun dicen de él que es dado a perros.

e ciò avviene, perché non conoscono o fingono di non conoscere i cardi da' ravani, le cepolle da' porri e i meloni dalle zucche; e l'esser voi privo di questo intendimento, cagiona in voi notabile ignoranza e da qui aviene che voi vi appigliate al mal operare, seguendo i vizi e fuggite le virtù et il loro gran profitto, abbracciate questo e abbandonate quelle che non solo divenirete saggio, ma sano e così interior come esteriormente.

Vi maravigliate ch'io vi dessi la borsa del novizzo? Ciò feci con avedutezza, perché chi non vide, novizzo è. Se non è rotta quella ch'io le diedi, per vita vostra me la rimandi, ma con un poco di muschio, perché doppo che nelle mie mani ebbi quella bella pezza d'oro, con quel cordoncino, puzzava ed ancor puzza, ma non tanto d'un fetente odore di sudore di mulo, che per lavarmi ch'io faccia le mani, non mi posso levar un così fetido ambracane, anzi ambramulo e ambr'asino; che se fusse la ricreazione, che l'occhio riceve dalla bella pezza d'oro, al sicuro sarei morta ammorbata per il vostro pestifero odore: ma ove mancate voi, supplisce l'oro.

No se espante que le dé el bolso de los novios, porque quien no vio, novio es. Si no está roto el que le di, por su vida que me le envié con un poco de almizcle, porque después que tomé en las manos su carta, me huelen a sudor de jalma, y prométole, si me le envía, de pagárselo en mandar a una recua de tontos que traigo tras mí con cebo de que serán mis novios, que bailen toda una tarde por su ánima, disfrazados con vestidos hechos de ochos y nueves, que es librea muy a su gusto.

Però se me la rimandarete, vi prometto quadruplicarvela, mandandovi un branco di bestie asinine e mulatine, cariche, a ragion di giusto peso di soma, di tanti sciochi, scemi e balordacci simili, ma non così eccellenti come voi e questi saranno la somma de' presenti de' miei novizzi, accompagnati con pezze da otto e da nove, per esca e aguzza appetito delle vostre mentecatagini e livrea, secondo il costume vostro, perché con questi occhiali si vede e si stravede, anzi si precipita e lo sa chi l'ha isperimentato, perché il troppo vedere e stravedere, sovente fa precipitare e chiunque precipita, totalmente si ruina.

Il far pregar Dio per noi, io lo farò volentieri e darò questo carico ad un cieco, che alla mia porta venghi a recitare ogni mattina alcuna bella orazione; ma con questo che voi mi mandiate la mia pezza del baratto, che fu d'oro, sebben voi dite che fu d'argento, che voi mi pigliaste con quei mezi e modi, che come barro molto ben sapete che a me sarà di profitto al corpo ed all'anima, laddove a noi è di molto danno, perché non sete punto cristiano divoto e se sete cristiano, sete nuovo e non vecchio e perciò poca divozione regna in voi ed ove non è divozione, non è riverenza ove non è riverenza, non v'è timore ove non è timore, non v'è amore ed ove non è amore, non v'è carità e voi non avendo carità sete del demonio e con quello (così vivendo) viverete e morirete eternamente. Il dirmi ch'io sia mala cristiana: a questo vi dico che dovete porvi la mano in seno e dire subito vostra colpa, perché essendo voi privo di anima, per le malvagie operazioni vostre, non potete far sano giudizio di me; non sapete che ogni buon cristiano che serve a Dio, con purità di cuore, vive contento e poi felice muore; e sappiate che chi bene farà, bene avrà: e che più aggrada a Dio la purità del cuore, che senza quella ogni apparente onore. Siate con Dio, che Dio sarà con voi. Ma voi non tirate per la buona via, perché il vivere onorata e cristianamente non è il barrare ed ingannare questo e quello e sempre usare dell'arte del demonio, il quale sempre incita gli uomini a diventar pazzi: e però come a pazzo che sete e capo de' pazzi e de' picari ad ogni punto non rispondo, perché che chi tratta con pazzi, liberarsene deve, se non riman anch'egli pazzo. Ma non solo sete pazzo, ma sete pigmeo e come tale non potete giungere ad una gigantessa di virtù, come son io.

Mas eso de hacerle decir misas ni sacrificios, ¡no me lo mande voarced no me lo mande voarced!, porque unos pocos de capellanes amigos que tenía están depuestos como gallinas cluecas. Si él quisiere que por su intención y a su costa haga que me recen cada día a mi puerta la oración del justo Cordero, yo lo haré con que me envíe el agnus de plata que me tomó, que, tal como es, a mí trie hace falta y a él sobra, por ser cosa buena y de devoción.

Ya sé que tengo enojado el purgatorio, mas también sé que tiene él por amigos los del infierno; cuente a cómo salimos. Cuando leí los muchos títulos que me daba, conocí que esa debe de ser la letanía que reza: cual es el devoto, tal el santo y tal la devoción.

Lo menos a propósito para él es contar mis años, porque si con los pocos que tenía entonces le di la papilla que papó, ¿qué le parece al papenco que será agora si le tornase a requerir el cañal, después de haber comido mán guindas que él arrobas de bobo?

¿Por los dientes me cuenta el alma? Bien parece que le mordí. Por lo menos, sabe que soy viva, pues muerdo. Con salud lo cuente, y sea tanta que le reviente por los ijares. Ya pensé que tenía olvidada esta burla, mas paréceme que según busca consuelos, no debe de tener aún bien sana la llaga. Échela un poco de massea y mascunda, con un granito de sal de necio, y luego sanará.

Por acá no hay nada de nuevo, sino que el cardenal vive en esta ciudad y trae orden de rrar todos los vagamundos y fulleros. Avísole porque no le tiente el diablo de venir a esta tierra en tan mala coyuntura, porque, demás y allende que los cardenales desta tierra son muy rigurosos, tenemos un corregidor en esta ciudad que a cincuenta pasos huele cuerpos malhechores. Por allá, que es tierra de bobos, se le correrá bien el oficio, que por acá hendemos un cabello por veinte partes.

Lo de la marca se borre, que el rey no comete el marcar a gente de tan ruin marca, cuanto y más que un pigmeo como él no puede marcar a una giganta como yo.

Ridomi che abbiate sottoscritto la vostra lettera col nome di Pavone; Dio ve lo perdoni; dimostrate poco senno, perché sendo voi tanto vigliacco, che io con questa lettera potrei farvi dare l'ultimo crollo: oltre di che vi pregiate d'esser mio parente, ciò non dite il vero, perché send'io giovane ben nata e qualificata ne' costumi, mi vergognerei aver un pavone, ladrone, barro e vaso colmo di tutte le furberie e guarnito di tutti quei freggi balordeschi che balordamente immaginar si ponno, perché il voler vivere di quel d'altri non è vivere onorato, né cristiano. Godete il vostro, se ne avete e lasciate goder ad altri il suo, non insidiate, non ingannate, non barrate e non truffate l'altrui, che se ciò farete, farete bene, ma far non lo potete, perché quel che si ha per natura, sin dalla sepoltura dura.

Ríome de que se me firme Pavón. ¿Cómo digo de aquella bendita limosna que me pidió su pariente el que nos vendió el galgo? ¿Sabe qué veo? Que les viene tan de casta el ser ladrones como el ser engañados.

Bona notte signor Pavone, anzi signor moscone, che fate il gigantone e sete un gran poltrone: e mi scordavo dirvi, acciò non vi alterasti per i vostri titoli, che sete un gra balordone. Et se per caso cercherete di appresentar questa mia lettera alla giustizia per dimandar quello ch'io ebbi contrattato in buona pace, con buon accordo e di commun volere, vi avvertisco ch'ella è lettera d'un scrivano morto e senza sottoscrizione: perché solo i balordi ed i pazzi negli affari importanti si sottoscrivono, come ben voi più d'una fiata avete sottoscritto e non mantenuto e sappiate che chi promette, deve attendere e se voi farete altrimenti, vi avvenirà di peggio, governatevi meglio e con più prudenza. Fatta in Salamanca nel mese dei gatti, tra le ore undeci e la bertuccia.

 

A buenas noches, Pavón, deshace el rodancho, mosquilón, arrímate, gigantón, que eres un bobarrón, y por si acaso quisieres presentar esta carta a la justicia para pedir lo que fue ganado en buena lid, advierte que va de letra de un escribano muerto, que suele ser falso, y sin firma, porque sólo un tonto como tú podrá firmar carta semejante. Fecha en Salamanca en el mes gatuno entre once y mona.»

Moralità

 

Le genti dissolute ed ignoranti publicano i suoi picareschi misfatti non in voce, ma bensì in scrittura, ch'è un lavarsi il capo senza sapone ed il fare un grattacapo a se stessi: però i loro vituperi li troveranno descritti nel libro dell'universal giudizio ove gli saranno letti a gran confusione e vergogna loro. Oh quanto meglio sarebbe pentendosi arrossire, che non pentendosi impallidire? Ma chi un tratto ha perso la vergogna, più non se ne cura e non la racquista mai più; e questo avviene, perché han posto la vergogna sotto i piedi ed a questi tali dire si può: "Vattificca vituperoso in un cesso".

 

 

Il cavaliere don Sforzato, alla signora Giustina carrettiera, hidalga di Mansiglia

 

 

Aprovechamiento

 

La gente disoluta no se empacha de publicar sus maleficios por palabra y por escrito, pero Dios las escribe en el libro donde las leerán con gran confusión y mengua suya.

 

 

Signora Giustina picara di tutto peso, schernitrice de' virtuosi studenti, burlatrice dei sognori licenziati e sferzatrice del mio signor don Pietro Grullo, egli è pur vero che le belle parole ed i cattivi fatti ingannano i savi e i matti; e male d'inverno a trattar con voi arcifante rognose e peggio d'estate che puzzate da tutti i lati come i solforini. Questa vostra dottrina furbesca io credo certo che appresa l'avete da qualche ceretano biscaglino e tanto più a non dire mai la verità e dai zingani ad ingannare ed ad usare sempre la falsità: così si procede con gli hidalghi?

Fate degli uomini e specialmente di me, che tanto vi amo, come s'io fussi un pallone? A che fine vendermi vesiche gonfie a misura? A che effetto trattarmi da baldone? Con che oggetto volermi dare ad intendere che la luna sia un pozzo? Se lo fate per gloriarvene tra voialtre donnicciuole, accioché io sia tenuto per un saltamartino, l'avete mal pensata, mal considerata e peggio dissegnata, perché io sono uomo da farvene pentire mille volte per la gola, col straragionare, cantare sdruccioli ed a fiume corrente dire delle vostre truffarie, poltronarie, ladrarie e ribalderie, che sarebbe meglio che nata non foste al mondo.

Voi mi volete pagare d'una moneta che non si può spendere? Invece di sodisfarmi de' molti meriti ch'io ho con voi: vi pare di fare una grande impresa a volermi dar d'intendere che l'aglio sia persico e che il sole sia di lattone e che la pioggia sia lagrime de' pianeti? Nel passato mi son contentato di credervi quello avete voluto per sodisfarvi, ma ora son sazio, né più vi credo un quattrino: gettate pur la rete dei vostri inganni in altro mare, che nel mio, ch'io vi so di certo, che non trovarete pesce da niente;

imaginatevi e pensate di mettere in gabbia altri uccelli, che il mio, perché quanti scongiuri, quanti prieghi e quante cerimonie trovar si possono al mondo, non mi faranno più intricare con i fatti vostri e più che voi giurarete, tanto meno io vi crederò. Io vi viddi mai la miglior ora, che quando io m'allontanai dalle vostre false catene e dai vostri ingannevoli lacci, vi so dire ch'io era ben cotto, né più poteva resistere ai vostri pensieri; la causa fu l'avermi dato a mangiare caoli capuzzi indorati o che parevano almeno.

Onde io sfortunato mi trovai fuori d'ogni sentimento e voi allora tutta allegra e contenta, facevate trionfo delle pazzie mie: ah che faremo poi, quando che 'l vostro bel viso sarà tutto grimo e gramo e crespo? Allora io vi farò le fiche negli occhi, lo specchio vi darà la burla, ciascuno vi dirà: oh che bella maschera modenese! E voi ciò udendo sospirarete, maledirete e creparete da stizza e da colera, perché voi non averete più cagnolini che vi lechino e festeggino:

allora sarete forzata da vostra posta bandirvi dai perdoni e dai concorsi, non starete più del continuo alle finestre, ma vi converrà stare al fuoco e far compagnia alla gatta, questo sarà tutto il passatempo che averete e per penitenza de' vostri comessi falli sarete forzata di dire dieci volte al giorno la corona, accioché il Creator del tutto si scordi le truffe, i mariolamenti, li fingimenti e mille ribalderie, che non avete fatto ai vostri amorosi; ed io allora con la mia chitarra anderò cantando:

 

Di dar fien a oche non è più tempo.

O picara maledetta traditora,

son pur dalle tue man uscito fuora.

 

Il maggior gastigo che a donna dar si possa, è il rifiutarle e non ne far conto; e non è dubbio che grande dispetto se gli fa, ma non meno quando non si mirano e parlando con altre e ch'elle odano, iscoprire tutte le lor vigliacherie: allora sì che divengono rabbiose come cani e tossicose come rospi. Oh quante hanno fatto del continente e delle dabbene, che nello stesso tempo assassinavano questo e quello?

Ma i poveri uomini che accecati nell'amore erano anche impazzati, amaliati, ammartelati, senza occhi, senza cervello, senza verun altro sentimento e senza governo di se stesso, della sua famiglia e della sua patria, i quali, come barca sciolta, senza timone e remi e portata dalle acque o dal vento in mille giri:

ma come passano quegli primi ardori, quei furori, quegli apetiti, abbandonano la sua famigliaritade e conoscendo d'aver avuto cattiva vita, incrudeliscono di tal sorte, che d'amici diventano nemici capitali di voialtre diavoline, ma se sono tardi al pentirsi, insino all'uscir dell'anima, dicono i meschini: che ho io fatto per starvi in grazia signora mia e accioché per vostro servitore mi tenesti e che agrado m'avesti?

Ma adesso tutto è perso, tutto è gettato via, quello che ho fatto è stato niente, perché chi ha da fare con un ingrato come voialtre, non aspetta per ricompensa altro che villanie e improperi. Finiamola voi starete sulla vostra giurisdizione et io sui miei terreni; voi goderete la vostra spettabilità ed io conserverò la mia gravità e tenetelo per certo ch'io ho saldato la partita, datovi credito e cassatala con terminazione determinata di non esservi mai più amico: anzi voglio secreto e palesemente spiegare tutte le vostre picaresche azioni, accioché ogni uomo vi tenga per quella che voi sete.

Io so molto bene che tenendovi voi di così alta ed eccellente condizione, non vi metterete a pensiero queste mie sdrusite parole ed io all'incontro non spenderei un quattrino di questa vostra eccellente intenzione, anzi vi faccio intendere che per maggior vostro dolore, passione e ramarico voglio ogni giorno passare avanti la casa vostra e se vedrò qualche uccello che gittar si voglia nella vostra rete, lo disconsiglierò con tante ragioni ch'egli non tenirà punto conto di voi come d'un pezzo di carta da fare quel servigio e così sarò cagione che quell'anima esca dal

Purgatorio delle vostre mani, oltra di che tutte quelle sorti di dispiaceri, che con mio onore vi potrò fare, siate certa ch'io il farò: e se desiderate farmi favore, non mi guardate, non mi mentovate e non pensate nulla di me, come se mai conosciuto m'aveste e tanto averò ciò a grado, quanto ogni gran cosa che mi potessi avere di mio gusto; e potremo dire, piva per tutti, che il ballo è compito; e questa mia ricetta vi farà venire il spasmo al cuore, che divenirete paralitica.

Et per darvi qualche gusto, vi mando la qui alligata, mandatemi da personaggi da voi ben conosciuti e diretta a voi, col titolo di sferza nervosa contra la vostra picaresca vita. Emendatevi e fate cervello: addio.

 

Moralità

 

Niuno deve amar donna, se non con mente pudica: ma deve dirizzare ogni suo spirito in amare, riverire ed adorare il Creatore e non la creatura et chi lascia quello per questa, è un dimostrarsi ingrato et dar a conoscere di non avere carità, perché chiunque rifiuta il Creatore per la creatura, non può avere zelo zelante di carità; e siccome alcuno non consigliarebbe il far male, così egli male alcuno non deve fare, né consegliare.

 

 

Sferza nervosa contro le donne picare, di don Lopez di Vega.

Dirizzata al signor picaro don Gusmano d'Alfarache(1)

 

 

 

 

Se io credessi, oh mio signore protomastro picarantissimo, che la sodezza di questo spumante avviso dovesse fare qualche buon effetto o potesse quella salute recare, perché a guisa di farfalla, di notte tempo sete andato sovente, anzi pazzamente cercando l'orso a Modena, io certo accinto mi sarei a tal caritatevole persuasione, che o nel discorrere sarei venuto meno o tanto più acquisto fatto avrei, che verun errore picarante commettere;

Quando che pensato avessi, signor mio inamoratissimo, che la sensataggine di questo mio amorevolissimo foglio dovesse e potesse a voi stesso quella salute recare, che a guisa di notturno farfallone sete andato forsennato cercando, io certo accinto si mi sarei di tal caritatevole persuasiva che o nel bel dello scrivere sarei venuto meno, o tanto acquisto fatto avrei, che peccato illustre per certo il mio sarebbe stato a tanto oziar,

non per altro che per farvi ormai conoscere che indegnamente cercate imitare o riverire un Medea, una Circe, una Rosa partenopese, una furia infernale ed una vigliacca picara e quel ch'è peggio, la lor vita menando. Sappiate signor hidalgo, che la vita picara oggidì altro non è, che un albergo di Tantali e d'Atrei, immondissima sentina di sozzi vizi, ricetto infame di mille iniquitadi e disonesti postriboli, ladrona d'ogni bene ed un abominando asilo di sfacciatissime picare. Or diciamola come va: voi saquassate il capo?

per farvi ormai conoscere che amate una Medea, una Circe, una furia infernale, che piaccia a Dio ella non sia la quarta, albergo non altro, che di Tantali e d'Atrei, immondissima sentina de' sozzi vizi, ricetto infame di mille disonesti postriboli ed infine abominando asilo di sfacciatissime meretrici. Or di grazia smascheriamosi fratel mio

Non è egli forse vero che sciagurata picara amate voi, la quale a briglia sciolta il dominio suo in potere d'infiniti drudi lascia? Diciamola pure, in una stomachevole vigliacca e fetida carogna vi sete inveschiato? Questi sono gli eccelsi vostri concetti? Questi sono gli onorati profitti? Questo è un imitare le vestigie de' vostri antenati? Ed in una tale che di voi stesso fa sì tumida e ispantevole mostra, che ad ogniuno le orecchie piene di orribilissimi prodigi riempie? Ah signore, che atroce ricompensa al vostro genio donale? Sete pure nato hidalgo della vostra villa e non vi avedete che nel fervore di questi vostri picari diletti, alimentate, con tanti danni vostri così sporchi costumi?

non è egli forse vero questo, donna non amate voi, la quale a briglia sciolta il dominio suo in mano di mille indiscretissimi drudi lascia? Dicianla pure in una stomachevol e fetidissima * caduti sono gli eccelsi vostri concetti ed in tale che di voi stesso fa sì tumida e spaventevole mostra, che ad ognuno anco l'orecchie piene di orribilissimi prodigi riempie: ah signor mio, che atroce ricompensa al genio vostro donate, no vi avedete di grazia che nel fervore di questi vostri mentiti diletti, alimentate a tanti danni vostri così sporchi costumi?

Non forse ben mirate, che nei semi di tanti piaceri vostri, pruni e spine di rossore, squalido di doglie picaranti, pian piano in voi stesso andate introducendo? Ov'è la cognizione del vero onore, da tanti secoli riverita e da voi posta in dimenticanza? Deh miserello non vi accorgete che precipitosamente traboccando andate in mille picarissimi lacciuoli? Sarà sempre, signor hidalgo mio, tarda ed importuna la pietà vostra, se un tenor di perpetua crudeltà in voi stesso nudrendo, per favorir pensieri così scelerati, voi stesso vi condurrete a morte?

Non forse ben mirate che ne' semi di tanti piacer vostri, pruni e spine di doglia pian piano in voi stesso andate introducendo? La cognizione delfica tanto in que' dorati secoli riverita, è sì a voi posta in dimenticanza, che miserello non v'accorgendo precipitosamente trabboccando andate in mille intricatissimi laccioli? Sarà sempre signor mio tarda ed importuna la pietà vostra, se un tenor di perpetua crudeltà in voi stesso nodrendo per favorir pensieri sì scelerati voi stesso condurrete a morte:

Or dunque è vero che una sgraziata Giustina picara amate voi? E che pro ne sentite? Che allegrezza e che gusto n'avete? Ricordatevi che tutto quello che si può da questi vostri picari amori sperare, sarà sempre un'empia e malintesa conseguenza delle passate vostre, poco onorate azioni e per dirla, un'infame inscrizione, che ad ognuno sempre indubitata fede farà delle vostre stoltissime pazzie; e questo sarà quanto ella v'andarà per premio preparando.

orsù donna amate voi che in correspondenza di tanti vostri spirti anelanti sente fiamma d'amore, me ne contento e per restringerla ad una bravità degna dell'amor vostro e che pro ne sentite? Ricordatevi mo, che tutto quello (e sia questo infallibilissimo pronostrico) che si può da questi vostri sdrucciolosi e lubrici amori sperare, sarà sempre un'empia e malintesa conseguenza delle passate vostre azioni e per dirla, un'infame iscrizione, che ad ognuno sempre indubitata fede farà delle vostre stoltissime, come altresì famosissime fabricazioni e questo sarà quanto da amici e conoscenti vostri se v'andarà per premio preparando.

Ah signori miei, che 'l volere e non volere nelle menti nostre ordinato molto ben viene, se vogliam noi dalla ragione nostra, voleste già amarla, ve ne compiaceste tanto, che fu ella dolce esca del vostro cuor un tempo; fu picaro mantenimento finalmente de' buoni e saldi appetiti vostri; or vi prego non più vogliate amarla! Chi vel vieta? Ad altri diletti v'invito io, ad altre esche richiamato sete ed ad altri appetit, sel consentirete, voi sarete risvegliato; chi vi sforza dunque?

Ah signor mio, che 'l volere e non volere nelle menti nostre ordinato, agirato e ragirato viene se vogliam noi dalla ragione nostra, voleste già amarla, ve ne compiaceste tanto esca del vostro cor un tempo fu, mantenimento finalmente de' buoni e saldi appetiti vostri; or Dio buono vogliate non amarla, chi vel vieta, ad altri diletti v'invit'io, ad altr'esche richiamato sete ed ad altri appetiti se 'l consentirete voi sarete risvegliato, che vi sforza dunque?

Chi vi tirannegia? Chi vi sterpa come dite voi il cuo vostro, se altrimente operate, se di voi stesso non siete lo spietato amministratore? La ragione ov'è condotta? È sì in voi adormentata e affascinata, che non sappi e non possi da questo profondissimo letargo scuotersi alla fine? L'amore ne' cuori vostri è come un di Mansiglia, che furtivamente se n'entra ed alla grande passeggia e con grand'impero e per diversi pertugi manda queste renitenze nel bene, me se avveduti ed arditi se gli opponiamo, chi non vede, che facile sarà lo scacciarlo anco fuori e diffinitivamente da voi sbandirlo?

Che vi tirannegia? Chi vi sterpa come dite voi il cor vostro se altrimenteoperate se voi divoi stesso non siete lo spietato ministratore? La ragione ov'è condotta? È sì in voi adormentata ed affascinata, che non sappi e non possi da questo profondissimo letargo scuotersi alla fine? L'amore signore mio ne' cori nostri ben furtivamente se n'entra ed alla grande passeggia e con grand'impero e per diversi pertugi manda fuori, come provate voi, queste rennitenze nel bene, ma se avveduti ed arditi, se gl'opponiamo, chi non vede che facile sarà lo scacciarlo anco fuori e difinitivamente da noi sbandirlo?

Può esser per elezione, può esser per iscontro fortuito, può esser anco cagionato dall'oggetto presentato alla potenza visiva. Sia come si voglia, a tutti questi si può, volendo noi, dar libero congedo; se elezione ad amar vi spinse questa famosa dea del picaresimo, l'istessa fate vi svogli: non sapete che eius est nolle, cuius est velle ed e converso oprate col tempo se segreta violenza altrove vi porta, da quel cibo che per voi conoscete maligno, astenetevi; fate che più non osi ne' pranzi vostri a comparire e così della pace vittorioso goderete la palma.

Può esser per elezione, può esser per iscontro fortuito, può esser anco cagionato dall'oggetto presentato alla potenza visiva secondo quel poeta, questo amor vostro:

si nescis oculi sunt in amore duces.

Sia come si voglia, a tutti questi si può volendo noi dar libero congedo, se elezione ad amar vi spinse questa famosa dea l'istessa fatte vi svogli, non sapete che eius est nolle, quod est velle ed e converso oprate col tempo se segreta violenza altrove vi porta, da quel cibo che per voi conoscete maligno astenetevi, fate che più non osi ne' pranzi vostri a comparire e così della pace vittorioso goderete la palma: sentite Giovanni Cassiano, che a fuggir questo c'insegna dicendo nullo faciliori modo luxuria quam suarum occasionum fuga vinci potest; è forse inusitato questo che quello ch'altre volte

Indiscreta e mal accorta ragione, che ben possiam dir cieca e pazza volontà; e s'ella vi spinse a seguire, perché non può ora, come reina insegnarvi a fuggire? Il tempo che giuocando andate in sì infruttuosa vagazione, non vi rincresce dunque? Non credete voi un giorno (che troppo forse non starà a venire) di non renderne minutissima ragione? Non v'accorgete di grazia, che siete senza Dio, senza voi e senza l'amata picara?

indiscreta e malaccorta ragione, che ben possiam ordirla cieca e pazza volontà, vi spinse a seguire, non possi ora come reina (rassenerato il ciglio) insegnar a fuggire? Il tempo che giuocando andate sì infruttuosa vagazione non vi rincresce dunque? Non credete voi un giorno, che troppo forse non starà a venire, di non renderne minutissima ragione? Non v'accorgete di grazia che siete senza Dio, senza voi e senza l'amata?

Senza Dio, poiché lui non adorate senza voi, poiché in altrui balia posto siete; e senza l'amata picara, non la possedendo come credete. Se le reine Semiramis, l'imperatrici Massaline, le Meteli di Lucio e le Olimpie del magno Alessandro, in vaghezza sì fastosa ascese, di soggiacere a quadrupedi non si arrossivano, che far potrà una vil picara? Non è signor mio, non è questa infanta dello spedal picaro tutta vostra no, e voi forse lo credete?

Senza Dio poiché lui non adorate, senza voi poiché in altrui balia posto siete e senza l'amata non la possedendo come credete voi umanamente: se le reine Semiramis, l'imperatrici Massaline, le Meteli di Lucio le Olimpie di quel Magno Alessandro madri, in vaghezza ed altezza sì fastosa ascese, di soggiacere a quadrupedi ancora non si arrossivano, che far potrà una vil gongogliera? non è signor mio, non è questa infanta dello spedal gallico tutta vostra no e voi forse lo credete,

Ricordatevi di quella Massalina che pur mentitamente fingendo di esser satolla dell'amor di un suo vago giovanetto osava molte volte di affermare che altri, che lui nelle amorose sue piume non admetteva, eppur fu vero che picarescamente duellando un giorno con una sua simil a lei per vincerla, mi cred'io a sì famosa lotta disse che fra il giorno e la notte, ne consolava trenta, che poi anco non contenta di lei, fu scritto lassata viris nondum satiata recessit.

ricordatevi di quella Messalina, che pur mentitamente fingendo di esser satolla dell'amor di un suo vago giovinetto osava molte volte di affermare che altri, che lui nelle amorose sue piume non admetteva e pur fu vero che puttanescamente duellando un giorno con una sua simil a lei per vincerla, mi cred'io a sì famosa lotta disse che fra il giorno e la notte, ne consolava trenta, che poi anco non contenta di lei, fu scritto e Lassata, viris nondum, fatiata recessit ,

Ad irragionevoli si sono sottoposte queste picare, a cani, che m'arrossisco et insieme meco s'arrossisse la penna, a' babuini, a' tritoni uomini marini, a orsi, per isfogare quel loro rabbioso e furioso prurito; che ben puoté dir quel cieco re dell'Egitto (divenuto tale per voler ferire co' dardi l'onde del Nilo) che altre, che una poverella ortolana in tutto il suo regno non aveva ritrovata casta e questa forse, perché non fu pregata.

ad irragionevoli sì son sottoposte queste meschinelle, a cani, che m'arrosisco e insieme meco s'arrossisse la penna, a babuini, a tritoni umini marini, a orsi, per isfogare quel loro rabbioso e furioso prurito, che ben puotè dir quel cieco re dell'Egitto (divenuto tale per voler ferir co'dardi l'onda del Nilo), che altre, che una poverella ortolana in tutto il suo regno non aveva ritrovate per caste e questa forse perché non fu pregata.

Ritorniamo al nostro discorso e lasciamo il rimanente ad Aristotele e diciamo che l'amo di ogni male è la lussuria, avvenga che per essa restano gli uomini perduti, a guisa del pesce appunto, offusca ed ammorba la bella luce dell'anima, impedisce ogni buon consiglio e con mille allettamenti inonesti gli uomini distrae dal diritto camino della virtù, precipitandoli alla fine nell'abisso d'ogni confusione: e voi questa seguite?

Ritorniamo a capo (poiché assai ne favella Aristotele nel settimo dell'Etica) e diciamo che l'amo di ogni male è la lussuria, avvenga che per essa restano gli uomini mancipi, a guisa del pesce apunto, offusca et ammorba la bella luce dell'anima, impedisce ogni buon consiglio e con mille allettamenti inonesti gl'uomini distrae dal diritto camino della virtù, precipitandoli alla fine dell'abisso d'ogni confusione: e voi questa seguite;

Ricordatevi, poiché tanto fate del Rodomonte, che luxuria enervat vires, roburque corrumpit ed intanto che tempore procedente, potrete per felicissimo lanternone notturno agli occhi degli amici vostri arditamente mostrarvi, tanto diverrete sciutto, picarante e lampante al cospetto loro, che mi conviene ad assomigliarmi a don Ceruzan, che con la tiorba incantava i topi.

riccordatevi poiché tanto fatte del Rodomonte, che luxuria enervat vires, roburque; corrumpit ed intanto, che tempore procedente potrete per felicissimo, lanternone notturno a gl'occhi d'amci vostri arditamente mostrarvi, tanto diverrette asciuto et lampante al cospetto loro, che poi vi potrò rassimigliare a sier Simonetto, che con la tiorba incantava i toppi;

Ma che cosa è amore sensuale e per più domesticamente con voi favellare, se non un pericolosissimo furore, per lo quale tanto si aviliscono gli uomini, che non sprezzando, come devriano, di sottometter il corpo e l'anima all'incostante volere e sfrenato corso d'una pazza e folle picara, nata, cred'io, non per altro che pel disfacimento vostro e d'altri simili a voi, che se stessi cotanto mortalmente offendono: aspro e duro pensier sia questo et voi infelice amante, a che vaghezza condotto vi veggio?

ma che cosa è amore per più domesticamente con voi favellare, se non un pericolosissimo furore, per lo quale tanto si aviliscano gli uomini, che non sprezzando come devriano di sottometter il corpo e l'anima all'incostante volere e sfrenato corso d'una pazza e folle donna, nata mi cred'io non per altro, che perl disfacimento di questo miserello, sé stessi cotanto mortalmente offendono, aspro e duro pensier sia questo e voi infelici amanti a che vaghezza condotti vi veggo,

Ma che dico vaghezza, al cui macello, per i crini degli disordinati appetiti infaustamente vi miro a muggire? Sporcissima et immondissima mandra. Ben ricordati che dopo l'aver sì empiamente pe' palaggi tanto fastosamente danzato e nell'altrui cordogli sì domesticamente trionfato, ti potrò anche vedere ed a mio bell'aggio mirare nuda, scapigliata, spelata e delusa per trionfo di tante animuccie languir ne' propri seni delle commodità mondane;

ma che dico vaghezza, a cui macello, per i crini degli disordinati appetiti infaustamente vi miro a muggire? Sporcissima ed immondissima mandra ben ricordati, che dopo l'aver sì empiamente ne'palagi tanto fastosamente danzato e nell'altrui cordoglio sì domesticamente trionfato, ti potrò pur vedere ed a mio bell'aggio mirare nuda, scapigliata e delusa per trionfo di tante animucce languire ne'proprii senni delle commodità mondane,

orsù mi riduco alla conclusione e vi dico da dovero, che amando picara sì fugace, seguite femina di ogni mala femina il bittume e meglio saria per voi e per ognuno, che il cuor tiene ammaliato, che ne' deserti oscuri si ritirasse, che nel seno di queste picarissime sirene; credete voi di estinguere co' l'oglio il fuoco? Ah signore, che fuoco giamai fuoco non spense?

orsù mi riduco alla conclusione et vi dico dadovero che amando dama sì fugace seguite *. E meglio fora per voi e per ogn'uno che lo cor tiene sì ammaliato, che ne'deferti oscuri si ritirasse, che nel senno di queste perfidissime sirene; credete voi di estinguere co'l'oglio il foco? Ah signor mio, che foco giamai foco non spense,

Tempo non è per voi questo: ritiratevi e se potete e se il vischio non vi ritiene; ritiratevi dico, perché il volo vostro qua giù non tende. Non per altro di vago e di bello sono nel mondo state introdotte le femine, che pel mantenimento di esse, a cui voi destinato non parmi; deh signore, che sarà un rompere l'argine all'impeto delle vostre buone vocazioni, questo lasciar scorrere con sì formidabil torrente tante innondazioni picaresche, che altro il mondo non pute:

tempo non è per voi questo, ritiratevi, il volo vostro qua giù non tende, non per altro di vago e bello sono nel mondo state introdotte le femine, che pel mantinimento di esse, al cui voi destinato non parmi eh signor mio, che sarà un romper l'argine a l'empito delle vostre buone vocazioni questo lasciar scorrer poi con sì formidabil torrente tante innondazioni meretricie:

lasciatele per fachini e simili operari (le cui forse si ponno bene chiamar virili e fiere) e crederei che fussero state lasciate le picare per questa conversazione, acciò con quelle loro fatticose e morbide pazzie la generazione propagassero, ma per uomini che del delicato e del morale sappino, non già. Potete voi e ditemi il vero, tante immondizie, tante lordure e tante ribalderie sostenere, che a pensarvi solo divengo meno e ne' tempi quando più serve e avampail sole?

per fachini e simil operari (le cui forze si ponno ben chiamar verili e fiere) crederei che fossero state lasciate le donne in questa conversazione, acciò con quelle loro faticose e morbide pazzie la generazione propagassero, ma per uomini, che del delicato e del morale sappino non già io: potete voi e ditemi il vero, tante immondizie sostenere e tante lordure, che a pensarvi solo divengo meno e ne'tempi quando più ferve ed avampa il Sole? (Intendo sempre delle cattive)

Puossi animale scorgere, che più soggetto e sottopsto alle putredini viva che questo della picara? Quante distillazioni di capo, quanti tumori, quante scabbie rabbiosissime e broggie si veggon in queste? Voi segretamente certo spiato non avete quelle fetidi buche, quelle cave profonde, quelle mostruose, orrende ed affumicate fucine, ove non altro per sempre spira che un fetidissimo lezzo ed un pestifero puzzore;

puossi animale scorgere, che più soggetto e sottoposto alla putretudini viva, che questo della donna? Quante distillazioni di capo, quanti tumori, quante scabbie rabbiosissime e broggie si veggon in queste? Voi segretamente certo spiato non avete quelle fetide bucche; quelle cave profonde, quelle mostruose, orrende ed affumicate fucine, ove no altro per sempre spira ch'un fetidissimo lezzo,

e vedesi un'oscurissima e densissima nube carca di quei vapori lunari, che cotanto da' medici sogliono esser velenosi addimandati, da somergervisi, chi anco avesse l'ali di Dedalo; parlo di quella, simil a quella del mostruoso Polifemo. Scuotetevi ormai, sonnacchioso che sete, da questi duri ceppi: dunque a queste picare venefiche, maghe, incantatrici, malefiche, superstiziose, fattocchiere e streghe volete chieder mercé?

e vedessi un'oscurissima e densissima nube carca di quei vapori lunari, che cotanto da medici sogliono esser pervelenosi addimandati, da somergervisi, chi anco avesse l'ali di Dedalo, parlo di quella simil in tutto a quella del mostruoso Polifemo: scuottetivi ormai sonnachioso, che sete da questi duri ceppi, a queste venefiche, maghe, incantatrici, malefiche, superstitiose; fattocchiere e streghe volete chieder mercé?

A queste artificiose, simulatrici, ladrone, linguacciute, mordaci, bugiarde dar volete voi il vostro cuor in preda? A questi fonti d'Eleusi accustarvi volete? Con queste di Epiro volete mischiarvi? Picara non è altro che un antimonio pestilentissimo, per chiuder questa tessitura, che avvelenar cerca questa nostra nobilissima massa; non è altro come vi dice no, che una fredda ed umida abitudine, dalla cui fonte altro non scorre che doglie di capo, fistule, dolori intestini, colici e iliaci, da infracidire anco le stesse pietre.

A queste artificiose, simulatrici, linguacciute, morodaci, bugiarde dar volete voi il vostro cor in preda? A questi fonti d'Eleusi, accostarvi volete, con queste di Epiro volete mischiarvi? Donna non è altro, che un antimonio pestilentissimo, per chiuder questa tessitura, che avelenar cerca questa nostra nobilissima massa, non è altro, come vi dicevo, che una fredda e umida abitudine dalla cui altro non scorre che doglie di capo, pustule dolori intestini, colici ed iliaci, da infracedirsi anco le stesse pietre, se seco troppo alla lunga dimorassero,

Non è altro finalmente, che una novella Tisifone, che in lei, se bene rettamente mirate, non altro iscoprite ch'una vista turbata d'uno istravagantissimo talento, con chiome canute e serpentine, lacci tutti per annodar voi, vestita d'una gonna tinta tutta di sangue, istromento certo mortale per le facoltà vostre: e nondimeno questa adorate voi?

non è altro finalmente, ch'una novella Tisifone, che in lei se ben rettamente mirate, non altro iscoprite ch'una vista turbata, d'uno istravagantissimo talento, con chiome canute e serpentine, lacci tutti per annodar voi, vestita di una gonna tinta tutta di sangne, istromento certo mortale per le facoltà vostre e nondimeno questa adorate voi,

Mirate il nascimento loro, cercatene i sapienti, che vi diranno che la natura particolare intendendo di sempre perfettamente operare, uscendo sì mostruoso escrementizio umore è fuori dell'intento suo e perciò formandosi questo gagliardamente nominar lo potremo mostro o vizio, non acconsentendo ella se non al meglio e più perfetto nella specie, ch'è il maschio; parlo della natura particolare, né meraviglia sia a voi questo, poiché dalla conversazione, l'uso ed il contatto alterasi tanto, ch'ella nuovi abiti imbevendosi, forza è che constituischi un nuovo composito in tutto defettizio e manchevole.

mirate il nascimento loro, ricercatene Aristotele, Platone, Xenocrate, che vi diranno che la natura particolare intendendo di sempre perfettamente operare, uscendo si mostruoso escrementizio umore, è fuori dall'intento suo e perciò formandosi questo gagliardamente nominar lo potremo, mostro, vizio, o peccato, non acconsentend'ella se non al meglio e più perfetto nella specie, ch'è il maschio, parlo della natura particulare, né meraviglia fia a voi questo, poiché dalla conversazione, uso e contatto alterasi in tanto, ch'ella nuovi abiti imbevendosi forza è che constituischi un nuovo composito in tutto defettizio e manchevole, (quasi miracolosa chimera sorgendo),

Infelice voi, a che ballo vi veggo danzare? Il peggio è, che non donna amate voi, ma picara e meretrice non solo, ma di tali doti insignita, che per la sporcizia sua mi par mirar una scroffa, un lettamaio ed un sterco per la viltà sua; un vento per l'instabilità; un scorpione per la malvagità; un leone per la superbia; un dragone per la crudeltà ed infine un laccio per la tenacità e sepoltura vostra. Volete voi peggio? Peggio anche iscorgerete.

infelice voi a che ballo vi veggio danzare, il peggio è che non donna amate voi, ma meretrice, è meretrice non solo, ma di tali dote insignita, che per la sporcizia sua mi par mirar un porco, un sterco per la viltà sua, un vento per l'instabilità, un scorpione per la malvagità, un leone per la superbia, un dragone per la crudeltà ed in fine un laccio pe la tenacità e sepoltura vostra.

Ad mea decepti iuvenes praecepta venite? grida Ovidio; quos ferus ex omni parte fefellit amor,

Ai pazzi vezzi suoi pensate? Quid peius picara? Alle loro simulate e finte lagrimuccie credete voi? Picara dum plorat virum decipere laborat: a que' giuramenti suoi falsi, credete voi forse? Picarae iusiurandum, in vino scribe: a quelle parolete profumate? Impia sub melle venena iacent:

a' vezzi suoi pensate? Quid peius muliere?, a simulate e finte lagrimuccie credete voi? Mulier dum plorat virum decipere laborat, a que' giuramenti aduggiati forse? Mulieris iusiurandum in vino scribe, a quelle parolette profumate? Impia submelle dulci venena iacent.

orsù non so dirti altro, senonché un poco meglio di carità usano queste con noi, di quello che si faccia il cocodrillo, poiché quello, spento, c'ha l'uomo, si piagne e duole: e queste innanzi l'uccidano, cominciano a stridere e lamentarsi; sono maghe, credete a me, queste mariolette, queste picare che v'imbendano gli occhi e diverse cose da quel che sentite, vi fan vedere ed intanto, che bene spesso a guisa di fuggitivo

Orsù non so dirv'altro se non che un poco meglio di carità usano queste con noi di quello che si faccia il cocodrillo, poiché quello, spento, ch'a l'uomo, se ne piagne e duole e queste inanzi che l'ucidano cominciano a stridere e lamentarsi, son maghe credete a me queste mariolette, che v'imbendano gli occhi e diversa cosa da quel sentite vi fan vedere ed intanto, che bene spesso a guisa di fuggitivo

Mercurio vedete e non v'accorgete sparir l'argento e l'oro che nella borsa tenete: oh rabbiosa dolcezza, oh favor ingrato, oh empia clemenza, oh barbara carità di queste arpie e pessima ed assassina compagnia leonina. Ritorno a voi. Amor come figlio di Venere innamorata di marte non porta il pennaiolo alla cintola, né di volger libri s'impaccia, ma guerriero ed armato brama esser vezzeggiato:

Mercurio vedete e non v'accorgerete sparir l'argento, che nella borsa tenete; oh rabbiosa dolcezza, oh grazia ingrata, oh empia clemenza, oh barbara carità di queste arpie, oh compagnia leonina. (Ritorno a voi) Amor come figlio di Venere inamorata di Marte, non porta il pennaiolo alla cintola, né di volger libri s'impaccia, ma guerriero ed armato brama esser vezzeggiato.

Apollo amico de' virtuosi, che in grazia di Venere fusse, giamai non si ritrova come fu Marte, eppur voi, che in più alto seggio vi veggio dominare, di stringervi amorosamente con quella picara citerea non vi arrossite.

Apollo dio de' virtuosi, che in grazia di Venere fosse giamai non si ritrova come fu Marte eppur voi, che in più alto seggio vi veggio dominare di stringervi amorosamente con quella Citerea non vi arrossite.

Sfacciata e gaglioffa picar, non ti bastava no, se dopo tante sanguinose incursioni ed incendi fatti in Siria, dove Sicia appellata fusti: nella Assiria, dove Melitea, nell'Arabia, donde Alita; nella Persia, donde Mitra, in Istmo, donde Istmia ed in Pirene, donde Pirenea, in questo anco di Spagna serenissimo giardino questo infame e nefandissimo scettro della tua sfacciatezza non ponevi? Ahi picara vigliacca: io non so come il mondo tutto non vegga e non conosca, di quanto male siano questi infami mostri cagione!

Sfacciata e gaglioffa puttana, non ti bastava no se dopo tante sanguinose incursioni ed incendii fatti in siria, dove Sicia appellata fosti, nella Assiria dove Melitea, nell'Arabbia donde Alita, nella Persia donde Mitra, in Istmo, dove Istmia ed in Pirene donde Pirenea, in questo anco dell'Italia (vaghisimo giardino) questo infame e nefandissimo scetro della tua sfacciatezza non potevi, io non so come il mondo tutto non vegga e non conosca di quanto male sian questi infami mostri cagione,

E come a brancolone vadi or percotendo in questo luogo or in quell'altro, cieco divenuto affatto nel proprio bene e delirante nella propria salute? Deh chiudete il passo a queste voraci fiere che v'aspettano al varco: voi non vi movete? Saltano queste famose picare Erodiadi per la rovina vostra e non ve n'avvedete?

e come a tentone vadi or percotendo in questo loco or in quell'altro cieco divenuto affatto nel proprio bene e delirante nella propria salute; eh chiudette il passo a queste voraci fiere, v'aspettano al varco e non vi movete? Saltano queste famose Erodiadi per la rovina vostra e non ve n'avvedete?

Infausto ed importuno successo, poiché la terra già di tanti uomini adorna e forte a resistere agli oltraggi de' passati secoli, ora questo ordine di natura sdoppiato, sregolato e sconcertato abbisi a guisa di tante Idre a novellamente pullulare ed accrescere; e quello che pur è peggio, per un uomo che si vegga solo, sette ovvero otto di queste picare vigliacche, di queste balenaccie marine abbianle con questi propri occhi a mirare? Lungi, lungi da voi queste lagrime di Didone, questi pianti d'Eco, queste parole di Pallade, queste carezze di Dafne, queste promesse di Giunone e questi baci di Venere.

Infausto ed importuno successo, poiché la terra già di tanti uomini adorna ad oltraggio de passati secoli (che il femineo parto era sì indebolito), ora quest'ordine di natura sdoppiato e sconcertato abbisi (infelici noi) a guisa di tant'Idre a novellamente veder a pullulare ed accrescere e quello, che pure peggio, per un uomo, che si vegga solo, sette over otto di queste balenaccie marine abbianle con questi proprii occhi a mirare, lungi lungi da voi queste lagrime di Didone, questi pianti di Eco, queste parole di Pallade, queste carezze di Dafne, queste promesse di Giunone e questi baci di Venere,

Una volta riducetevi a questa credenza, che non nacque giamai la più abominanda ed infame fattura di questa della picara, non sapendo ella se non gli estremi abbracciare e come già disse un savio publicarsi per un perpetuo e necessario male a vista de' viventi; vengo a voi, non vedete che i Narcisi, gli Acanti, gli Amaranti e gli Giacinti furon cangiati in fiori? I vaghi capei di quella altera Medusa tramutati non furono in vivi serpenti?

e riducetevi a questa credenza, che non nacque giamai la più abominanda ed infame fattura di questa della donna impudica, non sapend'ella se non gli estremi abbracciare e come già disse un savio publicarsi per un perpetuo e neccessario male a vista de'viventi; vengo a voi, non vedete se i Narcisi, gl'Acanti, Amaranti ed Iacinti furono cangiati in fiori? I vaghi capei di quell'altera Madusa tramutati non furon in vivi serpenti?

La bellezza di Elena tanto elegante, irreparabil danno, ruinoso incendio ed interminabil guerra non fu a' troiani ed a se stessa sempiterna macchia? Et voi da questi accidenti sì miserabili non sapete svegliarvi? Di voi è fatta tiranna questa vile e petulante picara e non parlate? Sete forse agitato da quel demone, che fa gli uomini divenir muti e sordi? Vi giuro da vero hidalgo, che sì empia sarà e traditrice con voi questa vostra bellissima picara, che poco le parerà, se col cuore vi rapirà l'anima ancora? Che bellezze dite voi?

La bellezza di Elena tanto elegante, irreparabil danno, ruinoso incendio ed interminabil guerra non fu a'Troiani et a sé stessa sempiterna macchia? Et voi da questi accidenti sì miserabili non sapete svegliarvi? Di voi e fatta tiranna questa vil petulante e non parlate? Sete forse agitato da quel demone che fa gli uomini divenir muti e sordi? Vi giuro che sì empia sarà e traditrice con voi questa vostra bellissima Ester che poco le parerà se col core vi rapirà l'anima ancora, che bellezze dite voi?

Che nuove meraviglie andate formando? Di natura stimo io sian dannoso danno, che nuoce, non solo a chi le possiede, ma a chi le mira e ricerca? Né ad altro pensano che a' danni vostri e degli altri: la picara, che cosa non può? Aggiungendo a que' amorosi spiriti, una finta lagrimuccia, un falso sospirare ed un saettare di ciglia ed un cadervi a' piedi? Filemone comico usava di dire che punto non si meravigliava di chi una volta entrasse in mare, ma sì di chi per benignità di stella uscito ne fusse, ancora ci ritornasse.

Che nuove meraviglie andate formando? Di natura stim'io sian dannoso danno, che nuoce non solo a chi le possiede, ma a chi le mira e ricerca: la donna meretrice che cosa non può aggiungendo a que'suoi amorosi spirti, una finta lagrimuccia, un falso sospirar, un balestrar di ciglia ed un cadervi a' piedi. Filemone comico usava di dire che punto non si meravigliava di chi una volta entrasse in mare, ma sì di chi per benignità di stella uscitone fosse, ancora ci ritornasse,

Non sarà no meraviglia, che per una sol volta vinto da tanti apparati picareschi e di picara ladra e scaltra, vi ci siate colto a dormire, come adone nel seno di Venere; ma ancorché bene desto, ci ricaderete?

non sarà per Dio no meraviglia che per una sol volta vinto da tanti apparati amorosi di donna scaltra vi ci siate colto a dormire con Adone nel seno di Venere, ma sì bene se desto ci ricaderete,

Sono passati ormai tanti mesi che questa picara adorate e tanto vezzeggiate e che il possesso vi diede, servendola voi altresì, come cortese censuario di fede sì giustificata, non sdegnando talvolta d'impiegarvi ne' più vili e più bassi essercizi della casa, come ingegnosa ed amorevol fantesca, a guisa di quel pazzo Ercole, che per sigillo ultimo de' suoi vani amori colla conocchia e 'l fuso, per amore della reina de' Lidi si ridusse a filare; e sazio ancor non vi arrossite?

sono passati ormai cinque lustri, che questa adorate e tanto vezzeggiate et che il possesso vi diede, servendola voi altresì come corte se censuario di fede sì giustificata, non sdegnando talvolta d'impiagravi ne'più vili e bassi essercizii della casa come ingeniosa ed amorevol fantesca a guisa di quel pazzo Ercole, che per sigillo ultimo de suoi vani amori colla conocchia e'l fuso nella camera della reina de Lydi si ridusse a fillare et sazio ancora non vi arrossite?

Risvegliatevi ormai e ben essaminate che nulla picara bona, secondo Seneca, anzi è un fuoco che vi abbruciarà il corpo; le sostanze, sebben anco aveste con voi l'albero opio iliaco, ch'era fertilissimo di oro, l'onore e l'anima insieme, se non cercarete con l'acqua, che saranno le proprie forze, il pentimento do non seguir più oltre e la contrizione perfetta estinguerlo. Or eccomi al fine di questa sferza, che così mi giova il nominarla.

Risvegliatevi ormai e ben essaminate, che nulla mulier bona secondo il moralista, anzi un foco, che vi abbruciarà il corpo, le sostanze, se ben anco aveste con voi l'albero opio iliaco, ch'era fertilissimo di oro, l'onore e l'anima insieme, se non cercarete con l'acqua che saranno il vero pentimento e la contrizione perfetta estinguerlo: or eccomi al fine di questo flagello, che così mi giova'l nominarlo,

Non altro di questi sepolcri imbianchiti, di questa infida generazione, di queste immagini corrotte voglio dirvi, per non irritarmi a guisa di quel antico Orfeo un stuolo di queste valdrache. Voi nella virtù e nel vizio in istrada inciampato ed abbattuto vi siete; attenetevi a chi più v'aggrada, ma ben guardate che dalla novità degli abiti sontuosi ingannato e deluso non restiate: m'intendete bene? Siete avisato e capace? Provedete a voi stesso, acciò poi non succhiando un caro pentimento, cantiate con quel fallito.

non altro di questi sepolcri imbianchiti, di questa infida generazione, di queste imagini corrote voglio dirvi, pe non irritarmi a guisa di quel antico Orfeo un stuolo di queste baldrache: nella virtù e vizio in strada inciampato, ad abbatuto vi siete, attenetevi a chi più v'aggrada, ma ben guardigno, che dalla novità degli abiti sontuosi ingannato e deluso non restiate, m'intendete bene, siete, avisato e capace, provedete a voi stesso, acciò poi non succhiando un caro pentimento cantiate con quel fallito.

Donna m'ha fatto e picara m'ha disfatto, che non sia giamai; che ciò ch'è mala cosa, diffettuosa, malvagia, maligna, mostruosa, corrotta, rapace, si vadi con tanta ansiosa investigazione procacciando il lor stabilimento e lo esterminio altrui. Vivete meglio e ricordatevi che a guisa diquel saggio Eschile, che fuggir non puote il pericolo della tartaruga, non rimaniate percosso peggio di lui(2).

 

 

Donna m'ha fatto e donna m'ha disfatto. Che non sia giamai, che ciò ch'è mala cosa, diffettosa, malvaggia, maligna, mostruosa, corrotta, casuale, si vadi con tanta ansiosa investigazione procacciando: vivete meglio e ricordatevi che a guisa di quel saggio Eschile, che fuggir non puote il pericolo della tartaruga non rimaniate percosso.   

 

Del menante comico castigliano teniente di tutta la picaria.

Alla signora Giustina Diez di Mansiglia

 

 

Signora Giustina, cruda, acerba, incendosa; com'è possibile mai questo? Che conoscendo, sapendo e toccando con mano che io vi amo, che vi desidero e che di voi sia degno, vi contenete tanto e state renitente, pertinace e sul sossiego, aspettando i prieghi, gli ambasciatori, le suppliche, accioché pronunciate quel sì, che voi più di me desiderate, d'accettarmi per vostro amante, nella scuola picarante, per vostro amico e per vostro domestico e tuttavia pingete di non potere? E quando ciò non poteste o non voleste fare, al vostro dispetto isforzerò le carte e farò che zefiro soffiando mi conduca al porto da me bramato.

Che domine vuol dire tanta superbia, nella maggior parte di voialtre picare maledette, inique, perverse e maligne? La natura non fece il più velenoso animale di voi, né il più tiranno procedere, né il più crudele serpe di voi, né il più vizioso e malizioso del vostro sesso? Ah non sapete che l'uomo è nato prima della donna e come primogenito dovete essergli sottoposte ed ubbidienti? Ma veggo il contrario, perché con inganni, lusinghe e falsitadi voi vi avete usurpato, rubbato e truffato tutte le nostre ragioni, de iure e de facto, volendo stare sovrane, come fa l'oglio.

Ohimè come può stare questa difformità, questo mostro, questo vituperio di volerci sottomettere con audacia, con prosonzione e con minaccie: e noi uomini saremo così meschini a tolerarvi? Contentatevi in mal vostro punto, col malanno e con la mala settimana, d'essere avvantaggiate, onorate e sublimate gli quattro quinti più di noi e per farvi conoscere il vostro errore, ancorché veniate a crescere di gloria, non vi basta che voi andate vestita di seta d'ogni tempo, con perle, gioie, catene e catenelle ed anella d'oro e noi poveri martorelli si contentiamo di un sol vestito, che ne fa tutto un anno:

voialtre sete le prime ai buoni luoghi in chiesa, le prime a sedere alle feste, le prime a tavola, le prime in carozza ed in barca, le prime ad esser cortegiate, le prime a ballare, le prime ad inventar foggie nuove, le prime a scemare le ricchezze del padre, le prime accomodate in casa, le prime salutate, le prime appresentate e le prime a sapere quanto si fa, quanto si dice e quanti soldi è in scrigno; e questo perché tenete tutte le chiavi e per sopravanzo sete le prime ad ingravidarsi, le prime ad impir la casa de' figliuoli e finalmente le prime a mandare in ruina ogni gran facultade:

nondimeno se si parla con voialtre, si udirà dire che vi viene fatto tutti li torti del mondo, che non avete mai bene e che sete nate per continuamente stentare; tuttavia si trovano uomini ch'impazziscono e mille pene, mille angoscie e milla tormenti, per queste piccare, per queste ladre, per queste assassine sopportano; orsù contentatevi della vostra gran potenza, né mi fate aprire il libro, che vi prometto se mi strucciate di farvi venir verde e bianche come un porro; basta per ora, perché non s'ha a cicalare, ma a far fatti; con voialtre mariole non solo bisogna usar poche parole, ma un buon regimento. Et un sol cenno sufficit ad un buono intenditore.

 

Moralità

 

Dice il proverbio: gran fortuna passa, chi picara lassa; perché l'amor loro è come il fuoco della paglia, che tosto s'accende e tosto si spegne; bisogna da lor guardarsi, perché hanno più trappole, che topi e perciò: chi va tra picare e non inciampa, può ir sicuro sino in Francia; sono come il vischio, che uccello mai non lo tocchi e se lo tocca, vi lascia la piuma, perché hanno le parole di pece e di vischio. Convien fuggirle in ogni e qual si voglia modo, come saggiamente disse Lopez de Vega, ma tratto dall'italiano. Fuggi quel piacer presente, che ti dà dolor futuro: e credimi, che non è più il tempo che le civette caccavano pelliccie; guardati e guardati, che molti e molti pizzicano di picari e di picare: bisogna mirar molto bene il fatti suoi e non lasciarsi cogliere, né lasciarsi piantar un porro in man, per una cipolla.